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Caravaggio: un quarto “Suonatore di liuto”?
Senza categoria
Arriva da New York, quella che già chiamano la quarta versione del “Suonatore di liuto”. Dell’autografia della tela è convinto Sir Denis Mahon, non è d’accordo, invece, Maurizio Marini. Se ne è discusso a Roma, durante la tavola rotonda internazionale dedicata al Merisi, lo scorso 11 settembre...
di redazione
Succede, e non poteva essere altrimenti, nell’Anno di Caravaggio. Indiscusso – forse suo malgrado – protagonista di un anno di mostre, acclamato “Genius of Rome” a Londra, esposto a Palermo, a Roma, in arrivo in Giappone, con una rassegna dedicata all’artista e ai suoi primi seguaci; oggetto da sempre di studi, di indagini, di quesiti aperti (disegnava? Aveva una bottega vera e propria?), Michelangelo Merisi, questa volta, è chiamato in causa per una nuova attribuzione, un’altra opera che si aggiungerebbe al catalogo che già divide gli studiosi.
Confermata La Sacra famiglia del Metropolitan (“Ciò che non è in discussione è che l’opera è di importanza fondamentale per comprendere il lato lirico di questo grande maestro”, ha concluso perentoriamente Christiansen,) ora l’attenzione è puntata su un dipinto in cui Mahon riconosce la mano di Caravaggio: sarebbe la quarta versione del “Suonatore di liuto”.
Era il lotto 179, questa tela 95,3 per 118,8 cm, considerata copia del Suonatore Giustiniani (eseguito tra il 1595 – 96, il secondo eseguito per il Cardinale del Monte è datato 1597 – 98), dove variano di poco fiori e frutta ed i riflessi nella caraffa curiosamente “citano” (o ancor più curiosamente autocitano?) il Ragazzo morso da un ramarro. (“…che dentro il reflesso d’una finestra eccellentemente si scorgea”, scrive il Baglione riferendosi al Liutista Del Monte ed è strano, come nota Marini, che un biografo così puntiglioso non nomini anche il dipinto di New York)
È stata battuta da Sotheby’s il 25 gennaio scorso, stimata tra i 100.000 e i 150.000 dollari, è stata venduta ad un noto antiquario americano per 110.000 dollari: nove mesi fa era descritta in catalogo come “una delle prime copie”, ora, con l’ipotesi di autografia che potrebbe diventare conferma, è difficile stabilire quanto potrebbe essere valutata. Acquistata dal terzo Duca di Beaufort a Roma nel 1726 come “Ragazza con una chitarra” (e inventariata opera del Merisi) è rimasta a Badminton House fino alla vendita nel 1960, quindi nel 1969 è stata battuta da Sotheby’s a Londra per 750 sterline. Nel catalogo dell’asta Important Old Master Paintings and Arts of Renaissance appare attribuita “ragionevolmente” a Carlo Magnone (1616 – 1653), allievo di Andrea Sacchi.
Erano una rappresentazione (quasi manifesto) del nuovo modo di comporre ed eseguire musica, i due liutisti con le labbra semiaperte, intonano un canto di cui possiamo leggere il suono sullo spartito. Ora tornano prepotentemente alla ribalta.
E per la primavera 2002 si parla di una nuova mostra, dedicata a Caravaggio e ai suoi copisti
Maria Cristina Bastante
Elementi correlati:
Il suonatore di Liuto:
Museo Hermitage-San Pietroburgo
Museo-Metropolitan-N.Y.
Museo Staatsgemaldesammlungen-Monaco
L’opera omnia del Caravaggio su ExibArt a cura di Artbank
[exibart]
Scusate, ma che significa la frase che avete messo in home page?
Questo articolo è un po’ illegibile…non brutto, ma un po’ difficile da leggere, troppo incisi, parentesi, trattini. Peccato, era interessante. Complimenti comunque per il sito
per Marina
ciao, sono Maria Cristina, autrice dell’articolo sul “quarto suonatore liuto” di Caravaggio.
mi spiace che il testo sia risultato difficile da seguire, purtroppo il problema delle attribuzioni – datazioni dà vita a questioni annose, che ho tentato di “riassumere” nello spazio esiguo degli incisi o delle parentesi.
se ti interessa l’argomento o vuoi chiedermi chiarimenti mi fa piacere provare a darteli.
a presto
e grazie comunque per l’attenzione
Grazie per la precisione con cui hai ricostruito la storia di quest’opera. Molto preziosa – la precisione.
Volevo chiederti: hai presente quel bellissimo dipinto, coevo – credo – a quelli del Merisi, nel quale è ritratto un suonatore di liuto, e il manico dello strumento, però, è frontale rispetto al riguardante e non in prospettiva? Ricordo che Mina Gregori sosteneva, a lezione, che proprio per questo motivo (la scelta di non dipingere lo strumento in prospettiva) il dipinto non è attribuibile al Caravaggio. L’anonimo artista, cioè, avrebbe optato per una strada più facile. Mi piacerebbe molto rivedere questo dipinto e sapere qualcosa sui suoi rapporti con l’opera di Caravaggio. Curiosità: qualcuno sa se gli studi hanno fatto qualche progresso riguardo l’identificazione del maestro Acquavella?