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Fino al 27.I.2002 L’Espressionismo. Presenza della pittura in Germania 1900 – 2000 Torino, Fondazione Palazzo Bricherasio
Senza categoria
“L’opera espressionista non si nasconde. I suoi temi sono semplici: paessaggi, persone, città, animali. Ciascuno di noi, con la sua esperienza individuale, è in grado di analizzare queste opere d’arte: opere che, in gran parte attraverso il colore, suscitano sensualità, un senso attivo e pieno dell’esistenza” (Helmuth Friedel)...
di redazione
Un’importante mostra sui cento anni che hanno rivoluzionato l’arte, volta all’approfondimento del sé ed alla sua rappresentazione più libera.
Due i precursori del rinnovamento dell’arte tedesca tra i due secoli: Lovis Corinth – “Innocentia”, 1899 e “Ariadne e Naxos”, 1913 – e Paula Modersohn Becker, “Autoritratto davanti ad alberi in fiore”, 1902.
Due le anime del movimento storico: Die Brucke e Blauer Reiter. Gruppi artistici accomunati dal “linguaggio diretto, dalla fisicità della composizione”; diversi, per l’importanza che il primo dà alla forza intuitiva ed impulsiva dell’artista nell’atto di creare, a discapito di quella intellettuale. Fondamentale, quest’ultima, per il Blauer Reiter, i cui artisti accompagnano le opere pittoriche con testi teorici sulla loro idea dell’arte. Ciò detto “una delle peculiarità dell’Espressionismo – sostiene Friedel, curatore della mostra insieme a Giovanni Iavone – è una rilevanza dell’intuizione rispetto ad altre fasi dell’esperienza artistica: un’esperienza libera, aperta verso tutto ciò che si presenta come nuovo, fresco, diverso”.
L’opera espressionista non si nasconde, vuole essere. L’elemento essenziale del dipingere è che tutto, immediatamente, diventa pittura. “La grandezza dell’uomo sta nel fatto di essere un ponte e non un fine: ciò che di amabile c’è nell’uomo è che rappresenta la transizione non il declino”. Dalle parole di Nietzsche in questo passo di Così parlò Zarathustra Kirchner, Heckel, Bleyl e Schmidt–Rottluff, trassero ispirazione per fondare il gruppo “Die Brucke”, Dresda 1905. Questi studenti volevano traghettare l’arte nel futuro con la libertà di vivere, agire, dipingere, fuori degli schemi, facendosi guidare dall’inconscio, fonte della stessa energia artistica; inserendosi, quindi, perfettamente nel dinamismo rivoluzionario d’inizio secolo.
Impazziti per Van Gogh, ognuno dei membri del gruppo lo assurse a maestro. Rispetto a Van Gogh, la tecnica è meno pastosa e le forme più importanti. L’organizzazione dell’immagine è favorita da “fasce di colore unite a formare superfici interconnesse”. Per il dipinto diventano fondamentali i contorni, ed ecco che i Die Brucke si dirigono verso una strada autonoma d’espressione. Un nuovo orientamento che li porta a conoscere le opere dei “fauves”. La figura così come il colore, il cui uso divenne per altro arbitrario, sono, strumenti di rappresentazione dell’anima, la natura è interpretata, deformata in base a questo obiettivo.
Per sintetizzare lo spirito dei Blauer Reiter, Kandisky afferma che l’artista dev’essere cieco dinanzi alla forma e sordo agli insegnamenti e ai desideri del tempo, poiché il suo sguardo dev’essere rivolto unicamente alla sua vita interiore. Se i Die Brucke fuggono il reale approdando ad un paesaggio incontaminato, i Blauer Reiter guardando allo spirito astraggono le forme per trasmettere qualcosa di unificante per l’intero universo opposto all’adattabilità, all’ipocrisia dominante nella società che si veniva affermando.
Di Kandisky si possono ammirare “Paesaggio con Torre, studio paesaggistico”, 1908; “Donna”, 1910; “ImprovvisazioneIV”. Paul Klee, Otto Dix, Oskar Kokoschka, Emil Nolde sono gli altri artisti presenti in mostra ai quali si accompagnano una folta schiera di rappresentanti del secondo dopoguerra.
Selezionati con l’obiettivo di mostrare i fenomeni di persistenza e di rielaborazione dell’Espressionismo, rilevando come per alcuni artisti il retaggio espressionista sia stato qualcosa da superare, alla Fondazione sono presenti opere di: Kiefer “Le donne degli antichi”, 2000 che cattura il tempo in immagini allegoriche; Baselitz “Ritratto e Acquila”, 1978; Salomé “Nudo”, 1983; Zimmer “Mare mosso”, 1987; Richter ”Disegno astratto”.
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Federica De Maria
Mostra vista il 24 ottobre
L’Espressionismo. Presenza della Pittura in Germania. 1900 – 2000
Dal 25.XI.2001 al 27.I.2002.
Torino, Palazzo Bricherasio, via Lagrange 20, tel. +39 11 5171660, fax +39 11 5629757, website: www.palazzobricherasio.it
Orario di visita della mostra: lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì e domenica 9.30 – 19.30; giovedì, venerdì, sabato 9.30 – 22.30.
Tariffe ingresso: Intero £ 12.000, Ridotto £ 8.000, Gruppi e convenzioni £ 10.000, Scuole £ 6.000.
Catalogo edito da Electa, Milano
Accesso ai disabili: SI; servizi igienici: SI; lingue straniere: NO; audioguide: NO; bookshop: SI; Bar: NO, Visite guidate: SI.
Attività didattiche per scolaresche: su prenotazione, tel. +39 11 5171660/+39 11 5171673
Opere provenienti principalmente dalla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Lenbàchhaus di Monaco, dov’è custodito il fondo di Gabriele Munter, compagna di Kandinsky e da collezioni pubbliche e private europee.
[exibart]