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opinioni Basilea – Liste 02
fiere e mercato
Un ambiente simpatico, gallerie da tutto il mondo, giovani artisti inediti, atmosfera meno ingessata rispetto alla fiera Art Basel. Ma Liste, alla seconda edizione, non convince. Vediamo perché...
Stecca la seconda, direbbe qualcuno. Per carità, non una bocciatura definitiva per la fiera ‘alternativa’ Liste che si svolge a Basilea in concomitanza con la blasonatissima Art Basel (l’anno scorso Alfredo Sigolo l’appellò, non esagerando, la Vetrina dell’Umanità , parafrasando il titolo della Biennale di Szeeman), ma un senso diffuso di delusione quello sì. Delusione per una fiera che viene scanzonatamente ‘venduta’ come alternativa, giovane, off, ma che in realtà ti spenna quando devi comprare il biglietto d’ingresso, quando prendi un boccale di birra al chiosco sgarrupato all’entrata e anche – a quanto ci dicono i galleristi – quando vuoi parteciparvi acquisendo uno stand. Se a tutto questo aggiungiamo lo stereotipatissimo spazio di archeologia industriale in cui la fiera si svolge, completiamo il quadretto di una fiera solo apparentemente alternativa. Liste pare assumere, in sostanza, il ruolo di valvola di sfogo radical-casual ad Art Basel che, da par suo, ‘euberando’ ad ogni edizione di 600 richieste (quest’anno 900 gallerie hanno chiesto di parteciapre, meno di 300 sono state accettate) è ben contenta di poter dirottare ‘clienti’ a pochi passi da se.
Medio il livello dei lavori esposti, salvo alcune eccezioni di cui parleremo, stancante – a lungo andare – la disposizione degli spazi e la qualità degli allestimenti, a metà strada tra la mostra in parrocchia e l’estemporanea al centro sociale.
Simili a quelle di Art Basel le tendenze in termini di tecniche. Tiene la foto, crolla il video (esemplare il caso dell’albanese Milano based Adrian Paci che, noto per i suoi video, ha proposto da Francesca Kaufmann (Milano) un’ampia serie di intime pitturine), bene la pittura. Per quanto riguarda la scultura-installazione citiamo su tutti il caso della ligure Pinksummer (Genova) che, anche grazie al supporto di Genova 2004, ha fatto realizzare appositamente a Plamen Dejanoff una installazione-ufficio ad uso del personale che ha illustrato al pubblico i contenuti della grande kermesse che animerà la città italiana tra due anni.
IL GIRO DELLE GALLERIE
Subito una bella sorpresa l’installazione di Francesco Gennari da Zero (Piacenza): una pepita d’oro in fondo ad un profondissimo sottoscala; di fronte la galleria Bastide di Bruxelles presenta le belle foto di Janaina Tschape, una riflessione noir-dark sull’identità. Pulito ed ordinato lo stand di Franco Noero (Torino) con un nuovo lavoro fotografico di Francesco Vezzoli, la grande immagine con cui Lara Favaretto ha vinto la residenza al P.S.1, uno ‘scatolone’ dello svizzero Costa Vece. Da Mezzanin (Vienna) Maik & Dirk Lobbert utilizzano geometriche monocromìe per duplicare, sulla superficie delle loro foto, elelmenti architettonici caratterizzanti. Jousse Enterprise (Parigi) è la più incisiva presenza francese: Philippe Meste cosparge del proprio sperma foto pubblicitarie prelevate da riviste patinate, poi le espone chiamandole ‘acquerelli’. Matthieu Laurette , folletto dell’arte contemporanea d’oltralpe, presenta i suoi deja vu, grandi cartelloni pieni di vip (o loro sosia) tra kitsh ed ispirazione massmediatica. La nipponica Kodoma presenta alla grande le foto di Miwa Yanagi (foto in alto) che per atmosfere glamour e costruzione dell’immagine pare una Beecroft giapponese, già vista al Pecci di Prato ed all’Istituto Giapponese di Roma in due belle mostre. Sempre restando in ambito orientale ci troviamo a citare il giovanissimo ma eccezionale Tetsuya Tsukamoto le cui immagini di città viste in sezione paiono descrivere mappe di mondrianesca memoria. Ragazzo da non perdere d’occhio seguito da Enders, di Francoforte sul Meno. Tra i pochi video non convince quello della nostra Sarah Ciracì dalla tedesca Wonneberger (Kiel): grazie ad effetti speciali old style l’artista pugliese fa svolazzare in aria le note architetture dei tempi dell’arte come il Guggenheim di Bilbao e compagnia bella. Insolita – e concludiamo – la personale su pareti porpora che la londinese Nylon ha allestito al bravo pittore inglese Paul Housley .
articoli correlati
Art Basel 2002
…la vetrina dell’umanità (Basilea 2001)
Art Basel 2000
Massimiliano Tonelli
www.liste.ch, Burgweg 15
former brewery Warteck
4058 Basel, dall’11 al 16 giugno del 2002. Edizione 2003 dal 17 al 22 giugno 2003
[exibart]
Però i lavori pittorici di Adrian Paci non erano niente male. Su Housley sono d’accordo, per patriottismo segnalo che in Italia lo si trova allo Studio Raffaelli di Trento e però, scusate, ma Marco Neri è nei dintorni in quanto a tecnica e qualità…
Ogni mostra ha le sue particolarità, proprio questo le rende interessanti.
Molte ,e ben presentate , le notizie in merito alla fiera contemporanea, Liste 02 BASILEA,WARTECK.
essere “alternativi” a Basilea è praticamente impossibile…Liste “tende” ad ArtBasel, forse inevitabilmente, sia per nella sostanza nelle forme “esteriori” anche più banali…certo il chioschetto all’entrata, anche volendo, non potrà mai eguagliare il carrellino itinerante che vende coppe di champagne (sic!)(o hic!, se preferite…:)) agli assetati visitatori di ArtBasel…segnalo anche un link correlato exibartiano, (molto ben scritto da Valentina Caserta!) sul lavoro di Plamen Dejanoff a:
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=5060&IDCategoria=75