23 aprile 2002

Fino al 20.VI.2002 Cartagine – Marco Neri Mantova, Massimo Carasi arte contemporanea

 
Cosa nasconde la monocromia in pittura? Forse la presa di coscienza della difficoltà di operare con una tecnica tradizionale nel campo dell'"arte nell'epoca della sua riproducibilità"? Se così fosse dovremmo però considerare il riscatto della pittura derivante da questa consapevolezza...

di

e cioè la possibilità di relazionarsi col mondo infrangendo il velo di Maja (Schopenhauer) e superando, con un atto volontario, la conoscenza superficiale della rappresentazione per cogliere l’essenza più profonda delle cose. E d’altro canto il blu di Yves Klein non puntava ad isolare l’energia cosmica in uno spazio? Ma nell’età attuale, bandita ogni verità ed assolutezza a vantaggio della deriva e della marginalità, ciò risulterebbe Cartagine-Marco Nerivelleitario e, dunque, non resta che perseguire quello che potremmo chiamare “presentimento”, strana condizione psicologica che ci induce, mentre camminiamo, a gettare un’occhiata oltre un davanzale, a cogliere, in un passante, un’intima corrispondenza: “l’abisso è lo sguardo” (M. Neri). Il “presentimento” è uno stadio che precede la conoscenza e perciò puro assorbimento di energia che si cela nella realtà che ci circonda.
Marco Neri (n. Forlì 1968), con un atto di sottomissione all’arte, si misura con la monocromia e la tempera da muro sulla tela, operando in un contesto riduttivo e minimale. In cambio fa affiorare un’aura che afferisce alla sfera intima, un’energia che non si emana dalla centralità di una prospettiva né da una prassi descrittiva e che invece proviene dal dettaglio insignificante, da un colloquio di sguardi, o da un semplice accostamento di simboli svuotati di individualità ai quali è concessa solo un’autoreferenzialità collettiva. L’immaginario di Neri procede secondo un ordine simbolico che “coincide con un suo ordine affettivo” (G. Romano su Juliet n° 93, 1999).
A Mantova sono in mostra una ventina di piccole opere: la serie a tempera nera su carta beige è del ’98, del ’99 quella a tempera blu su carta bianca. Il progetto è nelle parole di Neri: “In quegli anni lavoravo ai ritratti e alle finestre con un grande dispendio di energia che finiva per prosciugarmi le forze ed allora prendevo dei fogli e lasciavo libera la mano di tracciare pochi segni veloci senza pensare. Recentemente mi sono accorto che quei fogli misteriosamente componevano delle storie e contenevano l’idea originaria delle opere che stavo dipingendo: lo slancio naturalistico dei ritratti, le prospettive delle finestre, perfino le geometrie delle marco neribandiere, quando ancora non lo avevo fatte.” Quest’intimo svago viene oggi sottratto ad una sorta di limbo e tradotto nella sua complessità. La qualità altalenante di questi lavori è ovvia, ma alcuni sono di una bellezza cristallina. Altri, ordinati logicamente, si fanno sequenze narrative di grande intensità simbolica ed iconografica: antiche mitologie, pittogrammi sconosciuti, personaggi solitari, incontri nascosti. In questi pochi segni c’è tutto il mondo di Neri.

articoli correlati
Marco Neri a Roma
Con Andrea Salvino a Bologna
Forum correlati:
La giovane arte

Alfredo Sigolo


“Cartagine-Marco Neri”
Dal 14.IV.2002 al 20.VI.2002.
Mantova, Massimo Carasi arte contemporanea, via S. Longino 1/b.
Ingresso: libero.
Orari: dalle 10.00 alle 12.45 e dalle 15.30 alle 19.30. Domenica e lunedì su appuntamento; catalogo gratuito in galleria.
Tel/fax: 376363248 E–mail: carasi-massimo@libero.it Web: http://www.carasi.it


[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui