-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino all’8.IX.2002 L’opera autentica – Giulio Paolini Como, Fondazione Ratti
milano bis
Di cosa abbiamo bisogno per realizzare un’opera autentica? Solo degli strumenti tradizionali dell’artista: tele, cavalletti, e qualche tratto di grafite: questo sembra suggerirci Giulio Paolini…
È dal 1988 che la Fondazione Ratti organizza il Corso Superiore di Arte Visiva, ma è il primo anno in cui la carica di visiting professor viene assunta da un italiano, Giulio Paolini, nato a Genova nel 1940, artista legato all’ala concettuale del gruppo Arte Povera .
Ed è così intrisa di significati tutti da decodificare l’opera autentica , installazione appositamente creata da Paolini per il Corso Superiore. Ogni anno infatti, accanto all’esposizione delle opere prodotte dagli allievi, viene allestita una mostra del docente.
L’opera autentica, già dal titolo, vuole insinuarci degli interrogativi, impegnarci in una riflessione che vede coinvolti gli strumenti tradizionali primari delle “creazioni d’arte ”: cavalletti e tele si confrontano nell’installazione, e sembrano colloquiare in una lingua misterica di difficile interpretazione.
L’installazione di Paolini ci presenta uno spazio cubico, bianchissimo, nel mezzo di un salone vuoto. Come un gioco di scatole cinesi, all’interno del cubo quattro cavalletti reggono altrettante tele. Sopra di esso, un incrocio di fili d’acciaio, sulle tele disegni a matita raffiguranti piani che si intersecano, spazi che si distribuiscono in una forma cubica. La rappresentazione dello spazio, come riproduzione di piani tramite la prospettiva, ci fa riflettere sull’illusorietà della rappresentazione, mentre i segni di grafite delle tele paiono magicamente diventare reali se alziamo gli occhi al soffitto: i due cavi d’acciaio che si incrociano, per colore e per disposizione, ricordano i disegni tracciati sui cavalletti.
Al centro di questa alchimia di simboli e di invisibili interazioni, pende dall’intreccio di cavi d’acciaio una lastra di plexiglas, insieme materiale e in un certo senso immateriale, quale la sua trasparenza la fa apparire ai nostri occhi, come quest’opera visibile ma non accessibile. La lastra trasmette un senso di mutevolezza anche ai disegni delle tele, che prima della sua scoperta ci sarebbero sembrati una cristallizzazione di eventi già conclusi e perciò definitivi.
Viene da chiedersi se in questo gioco di rappresentazioni figurate della realtà, le ombre che si allungano a partire dai cavalletti siano reali o immaginarie. Ma l’opera, chiusa su se stessa e inaccessibile, nasconde ai nostri occhi tutti i suoi segreti.
articoli correlati
La presentazione del corso superiore di Arti Visive
Quadrante: installazione di Giulio Paolini a Villa Medici, Roma
Early Dynastic: installazione di Giulio Paolini presso lo studio di Arte Contemporanea Pino Casagrande, Roma
Anni – luce: opera pavimentale di Giulio Paolini al GAM di Torino
link correlati
Il sito della Fondazione Ratti
La biografia di Giulio Paolini
stefania caccavo
mostra visitata il 02/08/2002
L’opera autentica – mostra di Giulio Paolini
fino all’8.IX.2002
Fondazione Antonio Ratti, Lungo Lario Trento 9, Como
Orari: martedì/domenica dalle ore 16.00 alle ore 19.30. Chiuso il lunedì. Ingresso libero
[exibart]
Mi sono persa a cliccare sugli articoli e link correlati, un vero labirinto! Alla fine sono tornata indietro alla pagina di questo ultimo articolo di Stefania riguardante G. Paolini. Esibizione interessante come anche la connessione di Paolini con il gruppo dell’arte povera.