-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Non solo l’accusa per aver trasgredito, con iniziative tra Belluno, Conegliano, Gorizia e Torino, alla clausola di esclusività di Cassamarca delle mostre sull’Impressionismo è all’origine dello scontro tra il critico Marco Goldin di Linea d’Ombra e Dino De Poli, presidente della fondazione bancaria trevigiana, ma anche il noto “carattere di sagra” che ha ispirato la strategia promozionale delle supervisitate mostre trevigiane, culminata nella festosa conclusione della mostra di Van Gogh, a suon di cappuccini, merendine, premi e cotillons, weekend all’estero.
Amareggiato Goldin, lo difende Sgarbi (e ti pareva) sulle pagine de Il Gazzettino, lodando la spregiudicatezza del critico, attribuendosi la responsabilità della sua formazione (“è un mio allievo”) e, già che c’era, candidandosi alla eventuale successione, quale possibile curatore per mostre “più umane”, come vorrebbe il De Poli. Insomma un po’ di sana bagarre italiota che puzza di pubblicità lontano un miglio. La conclusione sembra già scritta: in perfetto stile Linea d’Ombra finirà, come al solito, a tarallucci e vino-prosecco.
[exibart]
non è vero che più in basso di così non si può andare, questi riescono pure a SCAVARE.
Fantastico il commento di Blob, non c’è proprio mai limite!!