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Chiude i battenti la mostra dei quattro finalisti selezionati per il Turner Prize 2003 le cui opere, in un non troppo caustico english style, forti ma non eccessive, resteranno visibili alla Tate di Londra ancora fino al 18 gennaio. Ci sono i vasi del vincitore, l’eccentrico Grayson Perry, artista-ceramista che ama travestirsi e presentarsi spesso dietro le mentite e imbellettate spoglie del suo altrer ego femminile, Claire. E ci sono gli insospettabili sconfitti, i due terribili fratelli Dinos e Jake Chapman, bambini cattivi della scuola british anni ’90 e grandi protetti del gigante Saactchi, che contro ogni previsione hanno conquistato solo la medaglia d’argento.
I vasi variopinti di Perry, ambigui manufatti d’aspetto classico, rivestiti da figure inquietanti, violente e intrise di memorie personali, hanno colpito la giuria più dei manichini post-umani dei Chapman, impegnati in contorsioni sessuali e promiscue fellatio (causa di un divieto d’accesso per i minori di 16).
Accanto ai tre noti concorrenti, Willie Doherty, irlandese favorito dalla BBC, testimone a 12 anni del “bloody sunday”, propone il suo raffinato lavoro video influenzato da vicende e temi connessi alla guerra d’Irlanda, al senso di fuga, di pericolo e di controllo.
E infine la scozzese Anya Gallaccio, col suo albero bronzeo della vita, le cui mele vere erano destinate a marcire nel corso della mostra, restituendo l’aspetto e l’odore della morte in atto.
Premio chiacchierato e controverso questo Turner, accusato spesso di essere inutile e buono solo per far scalpore, anche quest’anno è riuscito comunque a proporre artisti di non poco interesse e di ottimo livello. (helga marsala)
[exibart]
…scelta intelligente, condivido in pieno! amo la pittura e quelli sono vasi bellissimi…
Ho visto una volta aa Amsterdam l’opera di Grayson Perry.E’un bravo ceramista ma, più che altro mi piace il modo di portare in un altro contesto un’opera che fa parte solo del mondo dell’artigianato.