03 aprile 2003

fino al 27.VII.2003 Wassily Kandinsky e l’avventura astratta Passariano (ud), Villa Manin

 
Con circa cento opere, quasi tutte giunte dal Museo Solomon Guggenheim di New York, sono ripercorse le principali tappe che hanno condotto l’arte contemporanea alla rivoluzionaria scelta di abbandonare la figurazione in nome dell’astrattismo, della non-oggettività. Una rottura con la tradizione quasi senza precedenti. Con un protagonista assoluto, Wassily Kandinky...

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Nella splendida scenografia della Villa Manin di Passariano è ospitata la mostra Kandinsky e l’avventura astratta. Il titolo anticipa due punti fondamentali: la centralità della figura di Kandinsky nell’avviare questa nuova e rivoluzionaria concezione dell’arte e le ampie conseguenze che le sue ricerche ebbero sullo stile di tanti altri grandi artisti.
Quarantadue opere dipinte da Wassily Kandinsky (Mosca, 1866 – Neully sur Seine, 1944) permettono al visitatore di ripercorrere tutte le fasi stilistiche da lui attraversate nel corso della sua intensa carriera artistica. Partendo dai primi periodi, quando nei suoi dipinti era ancora presente la figurazione e i soggetti appartenevano alla Kandinsky-YellowPainting-1938 tradizionale arte popolare russa o, in alternativa, allo stile impressionista, che attraeva Kandinsky soprattutto per la sua straordinaria capacità di dissolvere gli oggetti nella luce e nel colore (Barche di pescatori, 1905-06).
Ma, per la nascita dell’Astrattismo, la vera svolta si registrò nel 1909 quando, si racconta, l’artista  vide casualmente un suo quadro figurativo appoggiato capovolto. Un banale episodio grazie al quale avrebbe però capito quanto alla riuscita di un dipinto non fosse fondamentalmente necessario il dato reale e oggettivo. Da questo momento Kandinsky iniziò a esplorare, con un percorso di ricerca lungo e meditato, una delle direzioni più innovative che la storia dell’arte abbia mai conosciuto. Il rifiuto della figurazione per lui significò, infatti, dotare i segni e i colori di una forza comunicativa autonoma e immediatamente percettibile (Segmento blu, 1921). Non a caso la pittura, per questo autore, può comunicare le emozioni dello spirito esattamente come fa la musica, ovvero in modo astratto e immediato. Linee, cerchi, curve e colori, dunque, grazie al loro intrinseco potere simbolico possono essere utilizzati dal pittore per esprimere, senza alcuna mediazione, la propria spiritualità eKandinsky-Environment-1936 interiorità. E in molte opere questa sua capacità raggiunge livelli assoluti (Centro bianco, 1921). Dello spirituale nell’arte è lo scritto, del 1912, con cui Kandinsky, oltre a sostenere l’indissolubile legame esistente tra forme astratte e sfera emozionale, teorizza magistralmente anche le capacità comunicative insite in ogni colore.
A questa lunga fase ne seguì una caratterizzata da un tratto pittorico maggiormente geometrizzante e rigoroso e questo, non a caso, avvenne proprio nel corso degli anni Venti, quando Kandinskij tenne dei corsi al Bauhaus (Arco a punta, 1923 – Composizione 8, 1923).
Gli altri sessanta dipinti esposti, quasi tutti di altissimo livello, mettono in luce quanto le ricerche di Kandinsky abbiano profondamente influito sullo stile di moltissimi altri autori a lui contemporanei. Dai compagni del movimento espressionista del Cavaliere Azzurro, come Franz Marc o Paul Klee, sino ai colleghi del Bauhaus (Josef Albers, Lászlò Moholy-Nagy o Lyonel Feininger) e ad autori quali El Lissitzky, Kazimir Malevich, Pablo Picasso o Jackson Pollock, con un cui splendido dipinto, ricco di riferimenti all’arte di Kandinsky, si chiude la mostra.

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elena londero


Vasily Kandinsky e l’avventura astratta. Fino al 27 luglio 2003.
Villa Manin di Passariano (Ud).
Tel. (+39) 0432 904721, fax (+39) 0432 908671, info@villamanin.com, www.villamanin.com .
Orari di apertura: fino al 31 maggio, ore 10-20, chiuso il lunedì, dal 1 giugno al 27 luglio, 10-22, chiuso il lunedì. Biglietto: intero euro 8, ridotto euro 5
 


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3 Commenti

  1. La mostra è veramente interessante, consiglio a tutti di visitarla anche per la bellezza della villa in cui è collocata.
    Il percorso fisico e “mentale” della mostra è abbastanza chiaro, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione di Kandinsky, ma avrei arricchito i contributi informativi con più indicazioni storiche, con una maggiore contestualizzazione, per far comprendere meglio la portata rivoluzionaria dell’abbandono della figurazione. Avrei dato maggior risalto anche alle teorie e agli scritti di Kandinsky… Al di là di tutto questo… le opere parlano da sole! Buona mostra!

  2. La parte su Kandinski è molto interessante, anche perché ci sono dei bellissimi acquarelli, che rispetto alle opere ad olio sono meno conosciuti e più raramente esposti.
    A mio giudizio invece non è soddisfacente la parte che dovrebbe illustrare “l’avventura astratta”: la qualità media dei quadri non è alta, e ci sono omissioni imperdonabili. Percarità, l’esaustività assoluta è irraggiungibile, ma se si intitola la mostra in un certo modo, ci si impegna a restituire, sebbene in sintesi, la nascita e il primo evolversi dell’astrattismo, e questo impegno, guardando i quadri, non risulta mantenuto. Era più onesto, allora, presentare la mostra in maniera più modesta, senza creare false aspettative.
    Sono d’accordo con i precedenti interventi sulla opportunità di utilizzare meglio e di più gli scritti dell’autore: Kandinsky è uno dei pochi pittori che quando scrive d’arte, compresa la propria, lo fa in modo illuminante, all’altezza dei migliori critici o storici dell’arte stessa.
    Convergo anche sul fatto che vale sicuramente la pena vedere la mostra, nonostante i difetti accennati.

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