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Palazzo Madama
In età romana a Palazzo Madama corrispondeva una delle porte di ingresso della città di Torino e ancora nel Medioevo da due alte torri costruite vicino alla porta est veniva controllato il passaggio e l’accesso alla città. Nel corso del Trecento la semplice porta diventò, per ordine di Filippo I d’Acaja, un castello fortificato e nel secolo seguente acquistò la definitiva fisionomia che conserva in parte anche oggi, con le quattro torri angolari e, all’interno, una corte circondata da un portico. Diventato centro e simbolo del potere, il Palazzo venne ridisegnato nel XVII sec. dall’architetto Filippo Juvarra che progettò un grandioso avancorpo, completato nel 1721, che rappresenta una tra le più significative realizzazioni del Barocco europeo: con una struttura lineare – e armonicamente corrisposta alla centrale Via Garibaldi – severa, per il bugnato e l’ordinato ripetersi di colonne e lesene, ma anche leggera. Nel 1832 il re Carlo Alberto trasformò il Palazzo in sede della Regia Pinacoteca ma nel 1848 esso riacquistò il suo ruolo politico, come sede del Senato Subalpino. In seguito i suoi saloni ospitarono la Corte di Cassazione e dal 1934 vennero utilizzati come spazio museale.
Il restauro
E’ prevista per il 2001 la conclusione dell’ultima fase del restauro di Palazzo Madama, opera dell’architetto Filippo Juvarra. Trentacinque restauratori sono impegnati nei restauri delle parti disegnate da Juvarra, mentre si è chiuso il cantiere che ha portato al ritrovamento dell’intera zona medioevale del palazzo: il nucleo principale di Palazzo Madama risale infatti addirittura al periodo romano e nel palazzo si riconoscono le tracce della sua lunga storia, fino alla definitiva ristrutturazione architettonica operata da Juvarra che trasformò il palazzo in residenza di Maria Cristina di Francia, reggente del ducato di Savoia per il figlio Carlo Emanuele II. I restauri, finanziati dal Comune di Torino e dalla Fondazione Cassa di Risparmio della città, hanno interessato una superficie complessiva di cinque mila metri quadrati e hanno toccato le mura, il lastricato romano, le strutture medievali – probabilmente delle fortificazioni – le pareti con le finestre decorate, il porticato interno del ‘500 e i pilastri e le volte del ‘600. Proprio sulle pareti e sulle volte si sta lavorando in questo momento, con un intervento di recupero che secondo il progetto dovrebbe concludersi entro l’aprile del prossimo anno, mentre dal 2002 partirà il restauro del Salone del Senato. Dalla primavera del 2001 i visitatori potranno quindi affacciarsi dall’atrio del palazzo ed ammirare tutta la sua storia: il piano interrato con il lastricato di età romana, gli ambienti di origine medievale e le pareti su cui si riconoscono le tracce di finestre decorate, i pilastri e la volta barocchi e la struttura ottocentesca, fresca di restauro, in un percorso che sarà illustrato da un sistema multimediale di guida e di informazione.
Il Museo
Palazzo madama diverrà, a restauro concluso, un importante centro culturale di Torino: sarà sede di mostre e installazioni multimediali consentiranno la rappresentazione virtuale di personaggi e fatti storici, con proiezioni nelle sale del Palazzo. La prima mostra in programma coinciderà con la consegna al pubblico del Palazzo restaurato: da aprile sarà aperta la rassegna Tra gotico e rinascimento. Scultura in Piemonte che raccoglierà 51 opere provenienti dal Museo Civico di arte antica e da altri musei e chiese piemontesi. Fin dal 1934 Palazzo Madama è stato uno dei principali musei di Torino, come sede del Museo Civico di arte antica di Torino, nato per l’esposizione dei molti reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi per l’ampliamento delle città, realizzati in seguito all’unità d’Italia; sul modello del South Kesington Museum di Londra, dedicato alle arti decorative e applicate all’industria, nel Museo di Torino venne creato anche uno spazio destinato alla ricostruzione della Storia dell’Arte del Lavoro, dal periodo bizantino fino all’età moderna. Il Museo, chiuso come il Palazzo dal 1988, conserva complessivamente 30.000 opere, con opere pittoriche dei maestri del Quattrocento e del Settecento, miniature, sculture della secolare tradizione piemontese e valdostana, smalti, avori e opere di oreficeria ed una preziosa collezione di vetri graffiti e dipinti.
In collaborazione con
[exibart]
Bhe era ora, complimenti a chi lo restaura e a voi che ci informate!