04 dicembre 2001

Una nuova Conversione di San Paolo

 
L’intervento di restauro fa luce sull’opera di Caravaggio. Una nuova versione si aggiunge alle due già conosciute del capolavoro della Conversione di San Paolo...

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La scoperta
Una nuova versione si aggiunge alle due già conosciute del capolavoro di Caravaggio della Conversione di San Paolo: la prima è conservata a Roma a Palazzo Odescalchi, nella chiesa dei Santi Apostoli di Roma, mentre la seconda si trova, sempre nella capitale, nella chiesa di Santa Maria del Popolo, nella Cappella Cerasi, famiglia dalla quale il dipinto era stato commissionato. Una terza versione del dipinto è stata ritrovata – grazie ad un esame radiografico compiuto dall’Enea – al di sotto del dipinto di Santa Maria del Popolo: essa mostra un Saulo più anziano, a terra ma non completamento disteso, con indosso una corazza e con lo sguardo rivolto allo spettatore. La scoperta, di grande importanza, è documentata in un volume recentemente presentato, dal titolo Caravaggio, Carracci, Maderno (Silvana Editoriale), che illustra anche le diverse fasi del restauro che ha interessato tutta la chiesa: dai finti marmi della cappella, alla struttura del Maderno, dalle pale che arredano la chiesa al soffitto, con l’Incoronazione, opera del Carracci.
La storiaCaravaggio, Conversione di San Paolo (Cerasi)
Nell’autunno del 1600, monsignor Tiberio Cerasi, tesoriere generale di Clemente VIII, commissionò ai due pittori più celebri tra quelli attivi a Roma, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio ed Annibale Carracci, la decorazione della cappella di famiglia che egli aveva acquistato nella chiesa di Santa Maria del Popolo. Caravaggio preparò la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro, mentre il Carracci eseguì l’Assunzione della Vergine. La prima versione dei due dipinti di Caravaggio, eseguiti su tavole di cipresso, fu rifiutata dai rettori dell’Ospedale della Consolazione, nominati eredi da Cerasi in punto di morte e Caravaggio fu costretto a correggere la sua opera. La scoperta di una terza versione della Conversione di San Paolo riveste un’importanza particolare: con molta probabilità anch’essa venne rifiutata dai committenti del Caravaggio a causa della grande violenza e drammaticità dei tratti e della rappresentazione e a causa dell’eccessiva lontananza dalla tradizione iconografica affermatasi in quel tempo: nessuno prima di Caravaggio aveva infatti mai osato rappresentare un’opera di una tale potenza, con tre personaggi, laterali rispetto alla maestosità del cavallo centrale, bloccati in una scena di grande movimento. E la stessa figura di Saulo, rappresentato con le fattezza di un vecchio, poteva aver creato difficoltà all’artista che coprì l’opera, per farne un’altra versione.


A cura diROL






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