11 marzo 2002

Torna agli Uffizi la Pala di San Barnaba

 
E' stata nuovamente esposta presso la Galleria degli Uffizi di Firenze una delle principali opere di Sandro Botticelli, la Pala di San Barnaba, capolavoro reduce da un delicato intervento di restauro...

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Il restauro
Il restauro è stato eseguito nel corso dell’ultimo anno utilizzando esclusivamente finanziamenti pubblici: grazie all’intervento la pala, realizzata da Botticelli nel 1485 su commissione della Corporazione dell’Arte dei Medici e degli Speziali, ha riacquistato i suoi colori ed il suo aspetto originari ed in particolare è stata alleggerita la tensione nociva esercitata sul supporto da uno strato di vernici collose, oggi rimosso, che falsava la lettura del dipinto. La pala di Botticelli rappresenta la Madonna con il Bambino in trono, con Angeli e Santi: essa venne realizzata per l’antica chiesa fiorentina di San Barnaba ed è oggi conservata presso la Galleria degli Uffizi, dove è stata sottoposta a restauro ad opera di Sandra Freschi e Nicola MacGregor per la parte pittorica e da Roberto Buda per il supporto ligneo. L’intervento completa la serie dei restauri eseguiti sulle opere di Botticelli conservate presso la Galleria fiorentina.
Sandro Botticelli
La fonte principale della biografia di Alessandro Filipepi, meglio conosciuto come Sandro Botticelli, nato a Firenze nel 1445 e lì deceduto nel 1510, è l’opera del Vasari, Le vite, dalla quale apprendiamo che Botticelli iniziò il proprio itinerario artistico presso un orafo artigiano ed in seguito presso la bottega del Verrocchio, la cui influenza sull’artista toscano fu evidente, insieme con quella esercitata dal Pollaiolo, limitatamente alla scelta della resa degli elementi stilistici. La grazia leggiadra e la linearità dei movimenti sono una delle cifre espressive caratteristiche di Botticelli: esse sono presenti nelle sue opere giovanili come nei primi grandi capolavori, l’Adorazione dei Magi, l’allegoria della Primavera, la Nascita di Venere e la Pala di San Barnaba, a conferma di un’ispirazione leggera ed ariosa. Intorno al 1490 si apre per botticelli una nuova fase di ispirazione: in quell’anno Lorenzo de’Medici, grande mecenate della signoria fiorentina, gli affidò l’incarico di illustrare la Divina Commedia di Dante, con tavole che oggi sono conservate in alto numero presso la Biblioteca Vaticana ed il gabinetto delle Stampe di Berlino. Botticelli in quel periodo era già profondamente influenzato dalla predicazione del Savonarola e le sue opere si tingono di un non comune misticismo: le visioni mitologiche pagane lasciano allora il campo a figure prevalentemente sacre (Compianto sul Cristo morto) e morali, che esprimono grande e violenta drammaticità (La Calunnia), e che arrivano a ripiegare su forme volutamente arcaicizzanti (La Natività).

A cura diROL







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