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Fino all’8.II.2002 Marzia Migliora – The Flicker Torino, Galleria Luigi Franco
torino
Il titolo significa in inglese “guizzo, tremito, tremolio” e i lavori presentati in mostra (due proiezioni video e una serie di fotografie) sono tutti legati alla nozione di elettricità...
The Flicker è la seconda personale di Marzia Migliora alla Galleria Luigi Franco Arte Contemporanea di Torino. Il titolo significa in inglese “guizzo, tremito, tremolio” e i lavori presentati in mostra (due proiezioni video e una serie di fotografie) sono tutti legati alla nozione di elettricità, metafora e proiezione delle sensazioni generate nella persona dallo stato di grazia dell’innamoramento. Con qualche riferimento ai Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, l’artista rappresenta tutti i momenti fondamentali di questa particolare situazione emotiva: dal desiderio, all’amore, al sentimento di attrazione e tensione verso l’altro avvertito come stato fisico prima ancora che sessuale.
L’innamoramento è uno Stato elettrico e questo è il titolo del primo video: una donna vestita di rosso, guarda fisso davanti a sé mentre i suoi capelli sono percorsi da una sorta di lunga scossa elettrica e si alzano fino a formare una corona dorata intorno al viso. Lo Stato elettrico è estasi (nel senso etimologico greco dell’ek-stasis = uscire da sé), una condizione miracolosa di stasi apparente, un movimento interiore in cui appagamento e tormento si confondono. Lo stato dell’innamoramento genera un campo di forze, l’innamorato si sfigura e si snatura, produce attorno a sé una sorta di cerchio magico e, senza accorgersene, risplende.
In Campo magnetico una mela rossa è appesa a un filo e l’artista la segue con la bocca, cercando di prenderla. Ne è anche toccata, richiamata per alcuni brevi momenti di contatto. Le immagini sono intense e sensuali, con spesso il primo piano sulla bocca. Il desiderio è istinto, non importa che il suo oggetto sia preso e posseduto o meno: il gioco della seduzione, e il suo gusto, sono tutti nel fatto che l’unione può avvenire che per un breve tempo. Poi c’è di nuovo separazione, si torna due, il mistero ricomincia dal suo principio, rinasce proprio per il suo essere sempre movimento nostro verso l’oggetto amato e dell’amato, quasi per un’innocente malignità, verso di noi. La figura della mela evoca immagini classiche di seduzione, come se desiderare significasse essere letteralmente stregati dall’oggetto amato, come avviene nella Bibbia o per il personaggio di una favola. Può finire in un morso o in un abbraccio: gesti infantili, insieme voluttuosi e violenti.
Nei lavori di Marzia Migliora c’è sempre una grande attenzione per gli stati esistenziali, i vissuti psicologici e le situazioni emotive, che sono rese attraverso immagini forti, fisiche, coinvolgenti.
Qui la pulsione sessuale è soprattutto dinamica, tensione verso l’altro. E’ dialogo interiore, che trascende le strutture linguistiche, dialettica duale primordiale e primitiva, madre di tutte le altre dinamiche o logiche binarie, di tutte le tensioni emotive e psicologiche: è morte filosofica dell’identità e sua costante fonte di continua generazione.
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mostra visitata il 13 dicembre 2001
Marzia Migliora. The Flicker.
Torino, Galleria Luigi Franco Arte Contemporanea
via S.Agostino, 23/q
tel. 0115211336 – fax 0115211066 – galleria@lfac.it
dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30
mostra dal 12 dicembre 2001 all’8 gennaio 2002
(chiuso dal 23 dicembre 2001 al 7 gennaio 2002)
catalogo: sì (disponibile dopo l’inaugurazione della mostra)
[exibart]
Avevo solo visto il video del cimitero delle navi (biennale) della Migliora. Questo del flicker non ne sapevo abbastanza. L’immagine dell’artista che gioca con la sfera rossa, tuttavia, non mi risulta del tutto nuova. Ho avuto modo di vedere un film dei surrealisti, dove una donna, simile al personaggio della foto, giocava allo stesso modo con una sfera rossa, uguale in dimensioni. Tutto avveniva in un sogno-film (cortometraggio a colori). La palla in inglese è ‘ball’, ma significa anche il ballo. Si creava cosi con il doppio significato della parola, un desiderio profondo di ingoiare quella palla o ball, stante a significare il desiderio di andare al ballo delle debuttanti,da parte dell’artista.
ma quale sfera e sfera. e’ una mela quella li’. l’immagine e’ comune perche’ credo sia stato gia’ tutto fatto da marina abramovic
Dieci, non so chi tu sia, per me sei solo un numero che parla…ma sento che hai spezzato il sogno in una dolce fanciulla che voleva andare al ballo.