14 agosto 2003

fino al 24.VIII.2003 Tina Modotti – Una fragil vida Torino, Palazzo Bricherasio

 
Ardimento e ideali politici. Passione e cronaca della vita di strada. Al confine tra l’onorabilità della privazione e l’orgoglio della rinascita. Il Messico degli anni Venti raccontato da un’indimenticabile fotografa italiana. Fragile e impavida al contempo…

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Dopo la Rivoluzione, negli anni Venti il Messico fu investito da un grande fervore sociale e culturale. Il Governo di Alvaro Obregott mirò ad un vero e proprio rinnovamento, ma soprattutto alla conquista di una salda identità nazionale. Svariati artisti muralisti militanti – si pensi a Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, Josè Clemente Orozco e Xavier Guerriero – divennero un efficace tramite tra lo stato e le masse.
Fu in questo acceso clima di cambiamento che Tina Modotti (Udine, 1896 – Tina Modotti Mani 1928 Città del Messico, 1942) approdò in Messico. Dapprima attrice teatrale e cinematografica negli U.S.A., l’autrice fu iniziata alla fotografia dal celebre Edward Weston, suo compagno di vita per diversi anni. Spinta da saldi ideali politici e frequentemente in contatto con i maggiori artisti ed intellettuali del periodo, Tina fu una donna ardimentosa ed energica, che mai si lasciò condizionare dai limiti ascrivibili all’epoca alla realtà femminile.
Accusata nel 1930 di aver collaborato ad un complotto per l’uccisione del presidente Pascal Ortiz Rubio, dopo 13 giorni di carcere fu espulsa dal Messico. Vi fece ritorno soltanto nel 1939, per morirvi a 46 anni, dopo aver lavorato assiduamente a Mosca per il Soccorso Rosso Internazionale e viaggiato clandestinamente in tutta Europa perTina Modotti Donna di Tehuantepec 1929 assistere i perseguitati politici.
Per Tina Modotti la fotografia era documento, cronaca, testimonianza, proprio come rivela un suo scritto pubblicato nel 1929 sul Mexican Folkways: “Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. […] La fotografia […] rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obbiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento”.
A cura della Fondazione Italiana per la Fotografia, la sezione allestita nelle sale storiche di Palazzo Bricherasio è costituita da una settantina di stampe, tirature moderne da negativi originali.
La mostra è aperta dagli intensi ritratti e nudi raffiguranti la Modotti e realizzati da Weston sulla terrazza della loro abitazione in Avenida Veracruz. Dell’autrice sonoTina Modotti - Rose 1924 invece presenti fotografie risalenti al primo periodo produttivo, largamente influenzato dall’opera del suo compagno (Rose, 1924; Bicchier, 1925), alcuni pezzi della serie dedicata alle mani, simbolo di operosità e lotta popolare (Mani di burattinaio e Mani appoggiate sul badile, entrambi del 1929), svariate immagini raffiguranti la realtà quotidiana, la gente comune e i lavoratori (Bambino davanti ad un cactus, Funerali di muratori, Bambina che porta un secchio).
Da ricordare, inoltre, gli scatti eseguiti nell’istmo di Tehuantepec (Donna di Tehuantepec) e l’opera Julio Antonio Mella sul letto di morte, del 1929, effigiante il noto rivoluzionario cubano che fu assassinato per strada proprio accanto alla Modotti.

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Milano, Photology: Tina Modotti. The Mexican Light, vintage prints
L’altra mostra di Palazzo Bricherasio: Oaxaca – Tierra de arte

sonia gallesio
mostra visitata il 6 luglio 2003


Tina Modotti – Una fragil vida
dal 27 giugno al 24 agosto 2003
Torino, Palazzo Bricherasio, via Lagrange 20 (ingresso via Teofilo Rossi) tel. +039 011 57.11.811
Sale storiche, sezione a cura della Fondazione Italiana per la Fotografia (tel. +039 011 54.41.32)
orario di visita: da martedì a domenica 16.00/23.00; lunedì chiuso
ingresso: intero € 6,50; gruppi e convenzioni € 5,50; ridotto € 4,50
infoline: 011 57.11.888
www.palazzobricherasio.it


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