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festival_resoconto TriBeCa Film Festival Milano, sedi varie
milano
Un festival unico. Una selezione di film che unisce mega produzioni ed avanguardia. Un assaggio di programmazione che sbarca a Milano. E un divo capriccioso, autore di un gran rifiuto memorabile. Vi raccontiamo come è andata la trasferta italiana del TriBeCa Film festival…
Più che un festival cinematografico, il TriBeCa Film festival è un sorta di unicum. Nato nel 2002 da un’idea di Robert De Niro, Jane Rosenthal e Craig Hatkoff, doveva risollevare le sorti di una Lower Manhattan profondamente segnata dall’11 settembre. È diventato un appuntamento di culto. E non solo per gli accaniti cinephiles.
Il Festival -che prende il nome dallo storico quartiere di Manhattan Triangle Below Canal Street, luogo di residenza di numerosi artisti e creativi– ha riscosso subito un enorme successo raggiungendo le 150.000 presenze, divenute 325.000 l’anno seguente e 400.000 nel corso dell’ultima edizione, nel 2004.
Una scommessa che si è rivelata vincente, dando vita ad una programmazione veramente imponente: circa 150 i film proiettati lo scorso maggio, selezionati da 42 diversi paesi del mondo; senza contare gli incontri ed i pubblici dibattiti con i registi a fine proiezione, le conferenze e le numerose iniziative collaterali che rendono il TriBeCa un crogiolo di creatività e culture. La terza edizione del TriBeCa Film Festival si è svolta nel maggio 2004 presso varie sedi di Lower Manhattan, ed il programma ha anche incluso film restaurati e riscoperti, cortometraggi sia di studenti che di registi e un gran numero di opere sperimentali e d’avanguardia. La Fondazione Prada (filiazione dell’omonimo brand italiano) ha collaborato a numerosi eventi presentando Elliot Carter Docu-Concert e film tra cui La Spettatrice di Paolo Franchi.
Così il TriBeCa si è avvicinato a noi: l’instancabile Miuccia è riuscita nel suo intento, ed anche Milano, dal 12 al 15 otobre- ha potuto godersi in anteprima – mondiale, europea, o a volte solo italiana – pellicole che non sempre vedranno la luce, o meglio l’oscurità, delle sale italiane. La selezione ha infine decretato l’arrivo di sei film, tre documentari e tre fiction, proiettati in diversi orari nei tre cinema milanesi Anteo, Manzoni ed Excelsior. L’impronta newyorchese è ravvisabile, più che nella scelta dei film (ben tre sono di produzione americana), nell’impostazione data all’evento: numerosi gli incontri e dibattiti con registi ed interpreti (Niki Crawford, Liu Fendou, Ruth Leitman, Liz Mermin, Osnat Trabelski e Wong Kar-Wai).
Sicuramente l’appuntamento atteso con maggior impazienza è stato la conversazione con il regista Wong Kar-Wai, autore del film 2046, proiettato (solo in serata première su inviti) in anteprima europea: una versione incompiuta dello stesso film è stata presentata a Cannes la scorsa primavera e il TriBeCa Film Festival spera di presentare questa versione definitiva a New York nel 2005. Altra proiezione esclusiva – ed ovviamente ad inviti – è stata l’anteprima di Stage Beauty alla presenza di Robert De Niro e Jane Rosenthal, co-produttori del film.
Eppure qualcosa ha turbato tutta questa scintillante operazione. De Niro arriva in ritardo spaventoso, dice appena due parole e come se non bastasse in un colpo solo rifiuta Ambrogino d’Oro (gentilmente offerto dalla Giunta milanese) e cittadinanza italiana (che avrebbe dovuto ricevere a Roma). Ma si sa, le star dell’arte sono nulla in confronto a quelle di Hollywood. Ma anche di quello politico. E corre voce pure che Milano e Roma fossero state gentilmente e ripetutamente avvisate del sicuro rifiuto di Bob…
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Fondazione Prada
Via Fogazzaro, 36 20135 Milano
tel. 02 550 28 498 fax 02 546 70 258
www.fondazioneprada.org
programma:
The Beauty Academy of Kabul, di Liz Mermin (USA, 2004)
Lipstick & Dynamite, Piss & Vinegar: the First Ladies of Wrestling di Ruth Leitman (USA, 2004) Arna’s Children di Juliano Mer Khamis e Danniel Danniel (Israele/Palestina/Olanda, 2003)
Killer Diller, di Tricia Brock (USA, 2004)
A Touch of Spice, di Tassos Boulmetis (Grecia, 2003)
The Green Hat di Liu Fendou (Cina, 2003)
Stage Beauty, di Richard Eyre (Gran Bretagna, 2004)
2046, di Wong Kar-Wai (Hong Kong/Italia/Francia/Cina, 2004)
[exibart]