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Fino al 25.III.2001 Ottocento italiano. Da Lega a Wildt Busto Arsizio (Varese), Fondazione Bandera per l’Arte
milano
In mostra oltre 90 opere, tra dipinti e sculture, dei maggiori artisti italiani dell’800: Giuseppe Polizza da Volpedo, Antonio Fontanesi, Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Antonio Mancini, Giuseppe De Nittis…
di redazione
Era il 1955 quando l’industriale tessile gallaratese Guido Rossi, uno degli esponenti di spicco della crescita dell’economia lombarda, lasciò per testamento al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica “Leonardo Da Vinci” di Milano la propria collezione di opere d’arte, che spaziava dagli anni romantici dell’Ottocento fino al rinnovamento naturalista e verista dei primo Novecento. Questa straordinaria donazione è ora in mostra alla Fondazione Bandera per l’Arte di Busto Arsizio, insieme con i lasciti Mauro (1960), Capitini (1971) e Mazza (1976).
La rassegna, che gode del Patronato della Regione Lombardia e del Patrocinio della Provincia di Varese, è curata da Raffaele De Grada e Guido Ceriotti. I due studiosi hanno dislocato, sui tre piani dello spazio espositivo bustese, oltre 90 lavori, tra dipinti e sculture, degli artisti più rappresentativi delle principali scuole italiane del XIX secolo, suddividendoli, molto tradizionalmente, per sezioni geografiche.
Al pian terreno, ci accoglie l’arte napoletana. Un notevole e qualificato gruppo di opere rappresenta Antonio Mancini. Tra le sue tele, merita un’attenzione particolare “Bacco fanciullo” (1874), una stupenda composizione di matrice caravaggesca, dallo sfondo verdastro e marrone, che raffigura il volto di uno scugnizzo. Stesse tonalità si ravvisano nel ritratto del critico Saverio Kambo, una tavola del 1883, in cui è evidente l’attenzione alla resa fisionomica e caratteriale del soggetto raffigurato.
Nella medesima sala – accanto ai lavori di Pietro Scopetta, Vincenzo Caprile, Francesco Lojacono e Filippo Palazzi – trovano accoglienza anche un bellissimo pastello su cartone telato di Francesco Paolo Michetti, raffigurante la testa di un contadino (1895) e due piccole opere della fase preimpressionista di Giuseppe De Nittis, intitolate “Studio di bosco” (1864-1865) e “Studio di palude” (1865-1870).
Al piano superiore – dove sono esposti i dipinti di alcuni tra i principali esponenti delle scuole veneta, romana, piemontese e toscana – si può, invece, ammirare una delle testimonianze fondamentali della pittura ottocentesca: “I fidanzati” (1869) di Silvestro Lega. Si tratta di una tela di medie dimensioni – realizzata a Piagentina nel 1869 ed esposta con grande successo alla mostra parigina sui Macchiaioli del 1978 – in cui la visione dei due giovani, raffigurati nella profondità del prato e dell’orizzonte, suscita un velato senso di malinconia. Sembrano, d’altro canto, una sommessa elegia alla solitudine e alla pace “Presso Crèmieu” (1858) del “piemontese” Antonio Fontanesi e “Lettera al campo” del toscano Giovanni Fattori.
Proseguendo la visita, al terzo piano, nella sezione dedicata alla Scapigliatura ed al Divisionismo lombardi, si trova “La Processione” (1893-1895), una delle tele più celebri di Giuseppe Polizza da Volpedo con “Quarto Stato” e “Fiumana”. L’opera, presentata alla prima Biennale di Venezia del 1895, raffigura un rito cattolico per la morte di un adolescente, in cui appaiono evidenti un sapiente tonalismo, un’eccellente resa luministica ed un armonico equilibrio compositivo. La Scuola Lombarda è, poi, rappresentata anche da altri dipinti significativi, come “Bottega del calderaio” (1892) di Carlo Fornara e “Invito alla danza” (1901) di Mosè Bianchi, una composizione che raffigura, con la tecnica del tardo Ottocento, un’immagine del Settecento veneziano.
Completano il percorso espositivo delle opere plastiche di Vincenzo Gemito, Pietro Canonica ed Arrigo Minerbi. Non mancano, poi, due testimonianze di Adolfo Wildt, il maestro di Lucio Fontana e Fausto Melotti. Si tratta delle sculture marmoree “I pargoli cristiani” (1921) e “La Concezione” (1928), opere di forte impatto emotivo che rappresentano un esempio perfetto di ciò che Vittorio Sgarbi definisce come “naturalismo dell’anima”.
Si rammenta, infine, che, in occasione dell’esposizione, la casa editrice Anthelios ha pubblicato un esauriente catalogo generale delle collezioni d’arte ottocentesche del Museo della Scienza e della Tecnica “Leonardo Da Vinci”, a cura di Raffaele De Grada e Cristina Fiordimela.
L’Archivio fotografico sulla mostra
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I Laboratori didattici di Beba Restelli e Michela Dezzani
Il servizio visite guidate
www.museoscienza.org/news/eventi/bandera/ottocento.htm
www.fondazionebandera.it/freventi.htm
Annamaria Sigalotti
Fino all’18 marzo 2001. Ottocento italiano. Da Lega a Wildt. Busto Arsizio (Varese), Fondazione Bandera per l’Arte, Via Andrea Costa 29, tel. 0331/322311, fax 0331/398.464, sito: www.fondazionebandera.it mail: info@fondazionebandera.it. Orario: da martedì a venerdì, ore 10.00-12.30 e 15.30-19.00. Ingresso: intero £ 10.000, ridotto: £ 7.000
Laboratori didattici: I laboratori didattici, secondo il metodo Bruno Munari, sono ideati e condotti da Beba Restelli e Michela Dezzani. Durano due ore ciascuno (dalle 16.00 alle 18.00) ed hanno un costo di £ 12.000 per bambino, compreso il biglietto di ingresso alla mostra. I prossimi laboratori si terranno il 13 gennaio 2001, il 27 gennaio 2001, il 10 febbraio 2001 ed il 24 febbraio 2001
Visite guidate: E’ previsto un servizio di visite guidate, con personale specializzato, per i gruppi organizzati e per le scuole di ogni ordine e grado, durante tutto il periodo della mostra
Catalogo: a cura di Raffaele De Grada, con la collaborazione di Cristina Fiordimela. Anthelios Edizioni. £ 80.000 (E 41,31)
[exibart]
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