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Fino al 27.V. 2001 Dal Premio alla Pinacoteca. Atto terzo Lissone , Civica Galleria d’Arte Contemporanea
milano
La Civica Galleria d’Arte Contemporanea di Lissone conclude il suo percorso espositivo, presentando le opere di Gianantonio Abate, Luca Caccioni, Arcangelo, Bruno Ceccobelli, Edoardo Bassoli, Claudio Palmieri, Davide Benati, Piero Pizzi Cannella, Italo Bressan e Giorgio Vicentini...
di redazione
Le sale della Civica Galleria d’Arte Contemporanea ospitano il terzo e ultimo appuntamento della rassegna curata da Flaminio Guardoni. Tre momenti espositivi con i quali si è voluto idealmente ripercorrere le vicende artistiche italiane degli ultimi decenni del secolo. Una selezione di artisti che, a partire dagli anni ’50, hanno contribuito a portare avanti il discorso pittorico all’interno di un panorama artistico internazionale sempre più ampio.
Nella prima tappa di questo percorso era stato preso in considerazione un gruppo di pittori e scultori che, a partire dalla seconda metà degli anni ’50, si era impegnato in un nuovo confronto con il reale ponendo, nelle opere, una maggiore attenzione all’esperienza sensibile. Nel secondo momento espositivo, avevamo invece visto alcuni artisti che, a partire dalla seconda metà degli anni ’60 e per tutti gli anni ’70, si erano avvicinati alle investigazioni concettuali: il dipingere era allora inteso come elemento primario che non teneva conto del riferimento al dato reale.
A rappresentare questa ultima tappa, si sono invece scelti artisti che si allontanano dal rigorismo ideologico che ha caratterizzato le ricerche artistiche concettuali, per ricercare una pura espressione. Si tratta di una nuova generazione che, a partire dalla seconda metà degli anni ’70, riscopre una nuova sensibilità e che, pur facendo tesoro delle investigazioni analitiche dei decenni ad essi coevi, non rinuncia ad esaltare, nelle proprie opere, gli aspetti poetici e le facoltà fantastiche. Una particolare sensibilità che ritroviamo, appunto, nei lavori presenti in mostra.
Le opere di artisti quali Piero Pizzi Cannella, Luca Caccioni e Davide Benati si distinguono per un accentuato lirismo e per una notevole delicatezza. Sulle tele dal fondo bruno di Luca Caccioni compaiono, come in un sogno, spettri di figure bianche, trasparenti ed evanescenti che silenziosamente dialogano con misteriosi segni simili ad una scrittura lontana, ormai dimenticata. Così come sulle tele in parte grezze realizzate da Pizzi Cannella affiorano, da una materia pittorica corposa, forme inconsistenti, immagini appena delineati che creano uno spazio sospeso.
Di notevole lirismo sono le opere di Davide Benati che, fin dagli anni ’80, elabora una raffinata pittura che guarda alle suggestioni dell’arte orientale. Con l’acquarello, l’artista realizza composizioni lievi, magiche trasparenze dalle quali nascono delicate superfici e leggere suggestioni.
Il colore è invece il protagonista delle opere di Italo Bressan e Giorgio Vicentini. Quest’ultimo realizza penetranti superfici cromatiche sulle quali le diverse direzione di pennellata creano ipotetici volumi di colore ed una straordinaria profondità spaziale. Se le tele di Vicentini trasmettono un senso armonico, di contro, di fronte alle opere di Bressan, lo spettatore si trova davanti ad un colore sfacciatamente acceso che esplode sulla superficie del quadro: una tensione espressiva creata da campiture cromatiche in un difficile equilibrio. Riferimenti figurativi sono invece presenti nelle opere di artisti quali Gianantonio Abate e Bruno Ceccobelli. Abate unisce sulla tela immagini di forte impatto realista, un concatenarsi di immagini dal sapore fotografico e tratte dal mondo dei cartoons che si uniscono, fondendosi l’una con l’altra, per dar vita a mondi fantastici. Anche Ceccobelli, nelle sue opere, torna a delineare la figura umana, ma se nelle tele di Abate sembra quasi mancare il segno lasciato dalla mano dell’artista per lasciar posto ad una tecnica simile a quella digitale, questo diventa invece forte nelle opere di Ceccobelli. I personaggi che animano le sue tele nascono da un fitto groviglio di segni, un segno forte e deciso che attraverso il colore e l’utilizzo di diversi materiali crea vibranti superfici. Concludono il percorso espositivo le sculture in cera di Arcangelo e quelle in ferro e ceramica di Claudio Palmieri, sculture nelle quali lastre di ferro creano una sorta di quinta scenografica davanti alle quale prende forma la ceramica dai meravigliosi colori.
Elena Arosio
Fino al 27 maggio 2001. Lissone, Civica Galleria d’arte Contemporanea, Viale Padania 6, tel. 039. 2145174. Orari: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00, Lunedì chiuso. Ingresso Libero. Catalogo: a cura di Flaminio Guardoni. Silvana Editoriale. £ 35.000
[exibart]
ovvero “il ritono degli zombi”
Mi ha colpito questa descrizione di figure bianche che somigliano ad una scrittura lontana e dimenticata. Peccato che questa mostra sia lontana dalla mia città.
Spesso le mostre che interessano sono distanti dalla nostra città…