29 giugno 2001

Fino al 30.IX.2001 Astrattismo storico italiano: il caso Como Maccagno (Va), Museo Parisi Valle

 
In mostra una sessantina di lavori, in massima parte dipinti, dei principali esponenti dell’astrattismo comasco: Carla Badiali, Aldo Galli, Mario Radice, Manlio Rho, Aristide Bianchi, Cordelia Cattaneo, Alvaro Molteni, Carla Prina e Eligio Torno...

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E’ il 1926 quando Gino Pollini, Luigi Figini e Giuseppe Terragni fondano con altri studenti della Facoltà di Architettura il Gruppo 7, formazione di impronta razionalistica non priva di contatti con gli ambienti futuristi. Dalle ricerche condotte da questi giovani, ispirate al Bahaus e vicine agli studi di Cercle et Carré e di Abstraction-Création, nasce negli anni Trenta un vero e proprio orizzonte astratto nella ricerca artistica italiana che ha come fulcro la Galleria del Milione e la città di Como, dove sorgono le maggiori realizzazioni dell’architettura razionalistica italiana. C. Badiali, Composizione astratta, 1936-37 E’ infatti qui che vedono la luce il Novocomum (1927-1928), il Monumento ai Caduti (1931-1933) e la Casa del Fascio (1932-1936) di Giuseppe Terragni, oltre alla sede dei Canottieri Lario (1930-1931) di Gianni Mantero e alla Fontana di Camerlata (1936) di Cesare Cattaneo e Mario Radice.
A. Galli, Scultura, 1942 Proprio da questi impianti razionalistici gli artisti comaschi traggono sollecitazioni per un differente approccio alla pittura e alla scultura, in rottura con il dilagante neonaturalismo e con l’emergente monumentalismo e in direzione chiaramente europea. La città lariana diventa infatti luogo fondamentale per lo sviluppo dell’arte non figurativa di matrice geometrica, che annovera a Como tra i suoi principali protagonisti Carlo Badiali (1907-1992), Aldo Galli (1906-1981), Mario Radice (1898-1987) e Manlio Rho (1911-1957).
Al lavoro di questi artisti è dedicata la mostra che il Civico Museo Parisi Valle di Maccagno ospita per tutto il periodo estivo. La rassegna, ideata e curata da Luigi Cavadini, fotografa il clima artistico comasco del principio degli anni Quaranta, raccontando anche le esperienze di altri pittori e scultori che, con diversa intensità, si cimentarono nella stessa direzione: Aristide Bianchi, Carla Cattaneo, Alvaro Molteni, Carla Prina e Eligio Torno. Fulcro dell’intero percorso espositivo è la Biennale veneziana del 1942, anno in cui Marinetti, ospitando i comaschi astrattisti nel padiglione futurista su invito dell’architetto torinese Alberto Sartoris, li definì come “una centrale elettrica di imperiosa spiritualità”. Era per quei tempi una sorta di consacrazione ufficiale per quei tempi.
M. Rho, Composizione 95 R.D.S.A, 1940 La mostra, proposta dalla Commissione Culturale del Museo, si compone complessivamente di una sessantina di opere, in massima parte dipinti, anche se non mancano alcuni disegni particolarmente significativi e una buona esemplificazione dell’opera scultorea di Aldo Galli, uno dei pochi con Fausto Melotti a frequentare il mondo dell’astrazione geometrica in scultura. Selezionati da varie collezioni e dal nucleo delle opere della Pinacoteca Civica di Como, i lavori in mostra offrono una prima documentazione in tutta la sua estensione dell’opera di Badiali, Galli, Radice e Rho, dopo la rassegna L’Europa dei razionalisti del 1989.


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Annamaria Sigalotti



Fino al 30.IX.2001. Astrattismo storico italiano: il caso Como. Maccagno (Varese), Museo Civico Parisi Valle, Via Leopoldo Giampaolo 1, tel. 0332.561202, fax 0332.562507, info@museoparisivalle.it. Orario d’apertura: 10-12 / 15-19, chiuso lunedì. Ingresso: Lire 5000, ridotto Lire 3000. Catalogo a cura di Luigi Cavadini.


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1 commento

  1. Mostra interessante sull’astrattismo storico quella che il Civico Museo Parise Valle ospita per tutto il periodo estivo. Complimenti alla Commissione Culturale del Museo che ci ha fatto vedere opere degli artisti di quel periodo.

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