22 gennaio 2002

Fino al 16.II.2002 Carne e cielo – Francesco De Grandi Milano, Studio d’Arte Cannaviello

 
Nuova produzione dell’artista palermitano Francesco De Grandi, in una personale milanese in cui si conferma un pioniere della nuova figurazione italiana. Di più: di un realismo fantastico che ha profonde radici nella tradizione...

di

La personale raccoglie olii di grandi dimensioni, di recente produzione. L’opera di De Grandi, procede da quasi dieci anni fedele a se stessa, ma con una notevole ricerca entro i suoi confini. L’immaginario a cui l’artista s’ispira evidentemente, è debitore di un genere comune al cinema, al fumetto, alla letteratura, che nasce negli anni settanta, grazie al genio di pochi: Philip K. Dick, William Gibson, il Giger che ispirò Ridley Scott, Alan Martin di Tank Girl, e, in Italia, Tanino Liberatore, ideatore del fumetto Ranxerox. Lo chiamano in vari modi. Uno di questi è “CyberPunk”.De Grandi 2001 S.M. olio 150x150
Ma si arriva con questi lavori ad una consapevole sprezzatura, supportata da una tecnica che con il segno del fumetto ha poco a che fare. Quella di De Grandi è pittura. Fa pensare a Constable, o a Millet, concedendosi strizzatine d’occhio persino a Vermeer.
Questo aspetto dal piano dell’espressione si riflette sul contenuto. Così, se l’autore è contagiato dal genere e ad esso resta fedele, lo usa quasi con intento metaforico; un po’ come i simbolisti, che dipingevano scene esotiche a guisa di parabole, o i neoclassici che recuperavano l’immaginario mitologico, come soggetto privilegiato. Nel caso di De Grandi non si tratta però, di necessità accademica, ma del piacere dell’esercizio pittorico, della “deriva mentale”.
Di fronte alle sue tele, si assume un atteggiamento contemplativo, rapiti dai colori e dalla luce dei cieli, e in un secondo momento ci si accorge delle forme che ritagliano, dei paesaggi postindustriali, della degradazione umana. L’uomo è confinato “in uno stato residuale”, puro accessorio del paesaggio, attributo dell’ambiente, come nella poetica realista. Il messaggio, meno morale che descrittivo, non sembra essere pessimista; un avvertimento forse. È proprio Milano ad essere dominio dei corvi, la Torre Velasca, e i Souvenirs, sostituiranno le cartoline ridenti nelle rastrelliere? De Grandi 2001 Torre Velasca 150x150 Comunque in questi lavori le tinte fosche dei precedenti, vengono meno; dato il rapporto polare tra terra e cielo, il ruolo di quest’ultimo è essenziale: come a dire che la bellezza esiste e resiste a tutto, alla rovina nuclare, allo sfruttamento incondizionato delle risorse, alla ferocia consumistica, che sono confinate nell’ombra. E nonostante la carne deperisca, il cielo è sempre quello.

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Niccolò Manzolini
mostra visitata il 13/01/2002


“Carne e cielo”
Dal 9 gennaio al 16 febbraio.
Studio d’Arte Cannaviello, via Stoppani 15, Milano
Ingresso libero.
Orari: dalle 10.30 alle 19.30. Chiuso lunedì e domenica.
Tel. 02/20240428, fax:02/20404645, e–mail: cannaviello@interfree.it
Catalogo a cura di Alberto Fiz


[exibart]

25 Commenti

  1. cannaviello ha modellato a suo volere anche de grandi!!
    opere troppo commerciabili manca anzi scompare la volonta’ dell’artista!
    siamo nell’era della rovina dell’arte operata dai galleristi!
    arte non comunicativa ma di facile acquisto!
    cannaviello basta!!

  2. Acuta osservazione di c.a.s.a. che meriterebbe un più ampio dibattito. Detto che non tutte le gallerie sono uguali, accade spesso di notare come al mutar della galleria e, dunque, probabilmente al mutar di tipologia di collezionismo, alcuni artisti finiscano per modificare la loro ispirazione, intraprendano nuove strade nella ricerca. E ciò accade nel bene e nel male. Questo da un lato dimostra il peso determinante sul percorso degli artisti dei galleristi, in mancanza di critici militanti forti e in grado di sostenere e seguire a lungo l’opera di un artista, dall’altro l’insicurezza di molti artisti nei confronti della loro stessa opera nella fase in cui si approcciano concretamente al mondo del mercato e del collezionismo. Vorrei citare anche un esempio attualissimo da accostare a quello di c.a.s.a. (con il quale in passato credo di aver anche avuto da ridire ma che stavolta appoggio in pieno) ed è Paolo Leonardo, artista di qualità altissima ma che negli ultimi tempi sembra aver sacrificato gli intenti azionisti, performativi e istintivamente condotti al confronto critico e dialettico con lo spazio urbano e i meccanismi della comunicazione nella società contemporanea, per operare su registri (anche cromatici ma non solo) più manierati e fascinosi, puntati ad esaltare le qualità estetiche delle opere che hanno acquisito una autoreferenzialità fin troppo muta rispetto agli intenti originari. Proprio recentemente sono rimasto molto colpito nel leggere, nelle pagine di No Logo di Naomi Klein, Bibbia dei movimenti No Global, citato come esempio di azione critica nei confronti del sistema di comunicazione delle multinazionali, di interventi sui manifesti pubblicitari di un artista messicano affini, come spirito, a quelli del Paolo Leonardo originario, quello che documentava col video o con le foto le fasi del suo lavoro. E ciò mi ha fatto riflettere sui soliti meccanismi di mercato che finiscono per penalizzare i nostri artisti sul piano internazionale quando appare evidente che la qualità della ricerca della nostra scena artistica non ha nulla da invidiare ad altri colleghi d’oltre frontiera e di come, spesso, finisca invece per anticiparla. La conclusione di tutto ciò è, sinteticamente, la scarsa capacità di tutto il nostro sistema dell’arte, dal collezionismo ai galleristi, dalle riviste alla critica fino all’editoria specializzata e alle politiche culturali istituzionali di sostenere la ricerca prima di tutto.

  3. Interessantissimo questo dialogo tra Alf e Casa (l’ho scritto così per comodità).
    Ma allora, secondo voi, da cosa dipende questa debolezza del sistema dell’arte italiano? In calce ad un altro articolo c’era un’altra osservazione di Alf, anzi veniva riportato un intero suo articolo, sul ruolo che l’artista dovrebbe tenere in rapporto al sistema della moda, sottrarsi o appoggiarsi ad essa. Anche qui mi sembra ci sia un collegamento.
    Una volta erano i critici ( tempo fa alla presentazione del catalogo Morlotti, un Caramel confuso faceva il mea culpa di rito sulla debolezza e la mancanza di coraggio nel sostenere questo o quell’artista italiano sulla scena internazionale), ora mi sembra siano i grossi collezionisti a ‘dettar legge’, forse più interessati al mercato che non al progetto artistico. In base alle scelte mercantili del collezionista si muovono galleristi, i quali muovono critici e curatori (non tutti beninteso, ma quelli che non sottostanno alle regole, hanno vita dura, e recentemente mi sembra ne abbiamo avuto una triste prova), i quali condizionano la vita e l’ opera degli artisti. Quella sorta di rivalità che caratterizzava il lavoro del gallerista si è trasferita ora nella figura del collezionista, secondo me. Come mai per esempio ora sono i galleristi che vanno alle aste, quando invece era il contrario, cioè gli operatori delle aste timidamente speravano di scucire qualcosa al gallerista?
    Ho fatto come al solito un gran minestrone, però questa cosa è interessantissima, spero non aver troppo annoiato Jessika, che saluto anche da qui.

  4. A proposito è interessante a mio avviso tutta la sezione destinata al destino della critica qui in Italia sull’ultimo numero del Giornale dell’Arte (quello di febbraio).
    Si riporta anche un’opinione di Paola Nicita.

  5. a tabgrazie alf e grazie anna etc. etc. bacio tutti e a tableaumoir chiedo se realmente conosce l’operato di paola nicita dato che la cita felicemente!!
    paola nicita gioca con poca serieta’ ed impegno con artisti “molti li ho conosciuti e sono davvero delle nuove porte di comunicazione” palermitani che invece meriterebbero molte piu attenzione!!!
    tornando all’arte posso dire che ci troviamo e gia lo sapete nel periodo piu nero e vuoto della storia!!!
    artisti validi e confusi gettati nel dimenticatoio e soppressi perche poco commerciali ed esaltazione di feccia culturale che tiene i ritmi da diligente operaio !!!
    non ho soluzioni al problema ! attendo suggerimenti!!!
    grazie

  6. Gentile pezzo di idiota di c.a.s.a., la cifra delle minchiate che escono dalla tua bocca sono sottolineate dal fatto che da un anno continui a scrivere cazzate senza avere il minimo fegato per firmarti. Ti comunico ufficialmente che hai rotto i coglioni invitandoti cordialmente ad andare a fare in culo.

  7. Che bello leggere ogni tanto parole così eleganti, che svelano un animo delicato ed equilibrato, lontano da ogni “frustrazione” e da “puntualizzazioni inopportune”.
    Dovremmo imparare tutti ad esprimerci con tale pacatezza, anche se dubito che io, ma anche altri credo, vi si possa riuscire.
    Complimenti al nostro Direttore, il quale intendiamoci ha ragione ad avere certe tasche piene.
    Princeps inter pares, infatti nessuno ha mai saputo fare di meglio.
    La Classe non è acqua.
    Ciao, Biz.

  8. Accidenti Direttore!
    A Casa: no, non conosco l’operato di Paola Nicita, ho solo riferito che sul Giornale del’Arte è riportato un suo pensiero riguardo la funzione del critico (o del curatore) da lei auspicata. L’ho riportato perché è un redattore di Ex e mi sembrava giusto sottolinearlo. Se ho fatto pubblicità è involontaria e spero di non creare guai.
    E’ interessante quella sezione del giornale perché appunto presenta quel che sta accadendo oggi nel mondo della critica italiana: quella distinzione che una volta c’era tra la critica e il lavoro di curatore di uno spazio o di una mostra ora non c’è più. Un altro testo interessante, anche se molto polemico e feroce, è “Il trucco dell’avanguardia” ed. Neri Pozza di Flaminio Gualdoni.
    Ora, io sono un’approssimativa e chiacchierona, ma spero che chi avrà letto le cose di cui accenno si sia fatto un’idea precisa di quel che vorrei dire.

  9. Per mia sfortuna, qui a sparare idiozie non è solo il vostro caro e odiato Casa. Io sfido chiunque abbia visto realmente la mostra da Cannaviello a dirmi che si appenderebbe in casa un’opera di De Grandi.

    Ma prima di sparare stupidaggini, andatevi a vedere le mostre! Uscite di casa! Non teorizzate senza conoscere!

    Ma li appendereste nella camera dei bambini un quadro con delle ciminiere di industrie o con degli oleodotti? Il figurativo (se proprio vogliamo parlare di figurativo) non sempre è facilmente commerciabile, temo.

    Quindi, alzate le chiappe dalla sedia. Muovete i piedini. Prendete il trenino, il bus, la bicicletta e la metropolitana. Poi, magari, parlate!

    Niente da ridire, invece, contro l’autore del pezzo, a cui deve essere piaciuto molto il catalogo con il testo di Fiz.

  10. massimiliano tonelli e preoccupato per cio che dico!!ma che tenero!!
    peccato la sua classe e sprecata!!
    e’ preparato, intuitivo, un buon figlio della bassa cultura!!
    l’importante e’ dare fiato al buco che hai sotto il naso e se lo firmi magari storicizzi il tuo coraggio !!! bravo ma c.a.s.a. e una firma o devo chiamarmi massimiliano tonelli per esistere!!! baci e mi raccomando la volgarita’ serve sempre a qualcosa ma non ad impressionare!!!

  11. cara milly io non sto internato solo nella tua viscida milano ma viaggio per l’italia etc.
    l’arte e’la mia piu grande anlisi!!
    chi mi ha capito come anna e alf mi risponde con serieta’ e intelligenza !!
    chi non capisce si confode come te e va in tilt!!
    chi e ‘ volgarmente bacato fa rumore come una busta piena di piriti!
    l’arte non e ‘ un modo per diventare ultra’ e offendersi ma per discutere hai la tua opinione rispetta la mia ma accertati della mia presenza all’inaugurazione di cannaviello !!
    a de grandi tanto di cappello io attacco cannaviello!!
    mi fa piacere comunque che per te e’ arte tutta quelle che non si appende nelle stanze de bambini!!
    ma molte volte ha piu valore un poster delle spice girl che arte gratuitamente d’urto!!
    baci e salam a tutti!!!

  12. scusa a table aunoir se si e sentito attaccato|a ma il mio attacco era solo verso dei critici che non …boh mi hai capito!
    mi hai dato uno spunto per una mia riflessione e ti ringrazio baci!!!

  13. La nostra cara Milly era più simpatica quando tentava inutilmente di essere offensiva, ottenendo il risultato di suscitare un sorriso, una carezza sul capo, di quelle che si danno ai fanciulli che nella loro ingenuità comunicano un’ignoranza ed una inconsapevolezza davvero tenera. Vogliamo chiamarla incoscienza? no, sarebbe un bell’alibi.
    Di tutt’altro tono è invece il discorso di Milly quando tenta una critica all’Arte che risulta essere così pregna di morale e di pedagogia didascalica da far inorridire persino il Savonarola, passando per gli assassini di Giordano Bruno fino ai “Grandi barbari bianchi” di Verlaine (… io sono l’Impero alla fine della decadenza, che guarda passare i grandi barbari bianchi componendo acrostici indolenti…).
    Una così eminente mente che si domanda se mai faremmo vedere un’opera di Sironi o di Boccioni ad un bambino, preoccupandosi soprattutto del fatto che non si tratta di opere commerciabili… beh… la nostra cara Milly dimostra di essere stata una perfetta fanciulla dall’innocente ignoranza (e incoscienza), che crescendo ha perso la fanciullezza conservando e rafforzando la sua ignoranza (e incoscienza) sull’Arte, che spesso è speculare con la vita.
    Nutro riserve sul fatto che riesca a capire quanto sto scrivendo.
    (“Comprendere” mi sembrava una parola troppo forte).
    Inoltre devo notare un insistente invito ad uscire di casa e a prendere trenini vari, magari per frequentare gli stessi locali che frequenta lei dove, sono sicuro, tutto è controllato, tutto è definito.
    Compreso ciò che va visto e ciò che non va visto.
    La nostra cara Milly ha dimostrato di essere l’antropomorfizzazione della chiusura mentale, che si esprime pedissequamente utilizzando, senza riuscirvi, lo stile proprio delle persone che lei invidia.
    Quando deciderà, elegantemente, di rinunciare a esprimere giudizi sulla vita “mondana” degli altri, curandosi di dare più dignità alla propria, l’umanità potrà averne massimo giovamento; anche se mi rendo conto che è un progetto fin troppo ambizioso.
    Lei che dice “non teorizzate senza conoscere” mi sembra il maiale che dà del porco all’asino.
    Le farei annusare il sughero isolante della stanza umida di Proust o gli escrementi carcerari del Tasso, una buona tazza d’assenzio mentre Poe le legge una poesia.
    I miei figli osservano senza scandalizzarsi le ciminiere di Sironi o le autostrade rinascimentali di Leonardo, certo, dipende da come glieli spiego.
    Mi auguro davvero che tu, Milly, non abbia figli.
    Ciao, Biz.

  14. E cara la mia Milly molly, (soprattutto la seconda che ho detto),
    ti ricordo che tutto quanto vedi qui su Exibart è frutto di esperienze fisiche “empiriche”.
    Di gente che ha alzato il culo dalla sedia ed ha visitato e studiato l’evento di cui hai letto e tutti leggono.
    Quindi finiscila di far la regina dei globe trotters.
    Qui c’è gente che anche quando tu dormi, scrive, lavora, conosce, conversa, studia, pensa, e ci regala tutto quello che vedi.
    Cerca di essere degna della razza umana ed abbi un pò più di rispetto.
    Ciao, Biz.

  15. La questione dell’arte da parete è stata tirata in ballo da altri, non da me. I cari signor Biz e signor Janaz dovrebbero imparare a leggere. Ripartite dalla A, la B e la C. Su dai! Poi, dopo esservi riletti tutti i commenti, commentate. E’ ovvio che io vi sto più antipatica degli altri perchè non sapete chi sono. Probabilmente Alf, Casa, la tavola nera sono gli amichetti con cui andate a vedere le mostre che non sapete capire o vedere.

  16. Poi, caro Signor Biz, io mi auguro proprio che nessuno, oltre a lei, paragoni De Grandi a Sironi. Oltretutto non capisco proprio per quale motivo continui a rivolgersi a me. Ci conosciamo? Credo proprio di me. Sarà che frequento “posti troppo istituzionalizzati”? Si, ha ragione. Non ho molto tempo di girovagare per i bar delle città, bevendo te con gli amici.E lei? Non mi risponda, credo di aver capito il genere. Corrisponde al clichè dell’espertone – non esperto. E per cortesia non mi risponda ancora. E’ troppo facile offenderla.

  17. Milly, non piace neppure a me (non per un fatto di moralismo), però ti faccio vedere una cosa, spero che dall’indirizzo che ho messo nell’home page ci si arrivi. E’ un’opera di Hirst, fotografata in un museo. Sinceramente preferisco le ciminiere, però ognuno ha i suoi gusti.
    Per c.a.s.a. non ti devi scusare. Perché non fondare una specie di “Coagula” italiano? Se mi dai il tuo indirizzo e-mail ti dovrei chiedere un’informazione circa una galleria di Sciacca

  18. Milly, il piacere inconvulso di disubbidire mi è innato, e quindi ti rispondo anche se da brava signorina coloniale mi hai invitato a non farlo.
    Solo per dire che i tuoi messaggi non sono altro che una copia, raffazzonata, di cose già scritte da me in questo commentario.
    Non hai nemmeno la qualità di essere originale, copi tutto, persino le cose che scrivi, che sono praticamente un plagio, una frase qua, una frase là.
    Poi le metti insieme ottenendo un risultato deprecabile.
    Naturalmente le mie geniali parole, usate da te, assumono, come dire, un’insulsaggine priva di ogni valore artistico e letterario.
    Mi sembra anche evidente come tu poi riesca a personalizzare il tutto con banalità idiote quali “leggete bene il commentario” o “siete tutti amichetti”.
    Inoltre non mi sei affatto antipatica, e questo dimostra che sei tu a non leggere il commentario, tranne per i pezzi che poi copi.
    Mi sei indifferente, proprio come tutto il resto della popolazione imbecille di questa terra, che tu titanicamente rappresenti.
    Io non frequento bar, ma quando visito mostre o quant’altro non lo faccio con l’atteggiamento censorio e didascalico, selezionatorio, di ciò che va fatto vedere ai bambini e ciò che invece no.
    Metà della cultura dell’umanità dipende da ciò che non andrebbe visto o letto.
    Ciò che fai tu lo faceva già un certo Goebbels, oppure il nostrano Minculpop.
    Ovviamente non m’illudo che tu sappia di cosa sto parlando, e ti assicuro che la questione non solletica minimamente il mio interesse.
    Ciao, Biz.

  19. …………..in ogni caso,gentile signora Milly,mi è rimasto un dubbio: cosa si deve mettere allle pareti delle stanze dei bambini? La prego mi renda edotto e non mi lasci in queste ambasce esistenziali!!!!!

  20. Ecco, brava Milly,
    Vedo che cominci a dire qualcosa di sensato, anche se solo a metà.
    Infatti trovo ci sia un’imperfezione nella seconda metà della tua ultima frase.
    Per la prima parte sono assolutamente d’accordo.
    Ciao, Biz.

  21. Che delusione…Una volta su due che leggo qualche commento sulle mostre trovo uno scambio interminabile di insulti, offese, sputi e calci. Ora ci si è messo anche il direttore.
    Mi sembra normale che ognuno ha la propria opinione su tutto, i propri gusti, ecc. e anche giusto difenderli, ma non c’è un limite ?
    Dopotutto non siamo allo stadio e mi sembra di capire che molti di voi sono persone istruite e con una certa intelligenza.
    E’ proprio necessario accendersi d’ira per qualsiasi cosa ?

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