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fino al 6.IV.2003 La raccolta di studi di Francesco Londonio Milano, Pinacoteca di Brera
milano
Per il ciclo “Brera mai vista”, razionalità, la grazia e la moralità dei bozzetti di Francesco Londonio in mostra a Milano: scoperte e restauri di un corpus molto rilevante…
Sembra una moderna scomposizione visiva tenuta insieme dalla griglia di un’ordinata cornice, il paesaggio di Francesco Londonio, e invece è la collazione di studi su carta che il pittore accumulava nel suo atelier, bozzetti che, partiti dalla realtà, si componevano in modelli trasferibili a diversi soggetti. Il modo di procedere è tipico di quel ‘700 illuminista che chiedeva alla pittura la presentazione di oggetti fisici, morali o intellettuali, i quali, presentati o in realtà o per imitazione col mezzo degli organi della vista… sono atti ad eccitare nella nostr’anima gradevoli sensazioni
Sono quindi visibili alcuni dei 61 dipinti a olio donati a Brera nel 1836 per disposizione testamentaria del figlio, Carlo Londonio che invano le sorelle sospettarono insano di mente per trattenere opere sulle quali il collezionismo dell’ 800 aveva puntato già da tempo.
Piacevole allora e piacevole anche oggi: la pittura scabra, dimessa, color di polvere e di stracci, come definiva il Longhi la pittura lombarda, incontrava il favore di quell’Arcadia cattolica che, con il cardinal Angelo Maria Durini, raccolse gli ex Trasformati, con Parini e Balestrieri in testa: costoro dovevano trovare probabilmente in Londonio un’immagine più rassicurante della campagna e del lavoro rispetto all’analoga ricerca che andava compiendo negli stessi anni il Ceruti con i suoi “pitocchi”.
Messo sullo sfondo il quadro sociologico di una pittura che il Milizia riteneva utile anche per l’economia e la storia naturale, per il visitatore risulta forse più intrigante il gioco combinatorio che sta dietro a questo modo di sezionare parti di paesaggio che, come elenca Simonetta Coppa, si possono ritrovare in numerose opere di collezioni pubbliche e private. Il Pastore che beve da una ciotola, ad esempio, è stato utilizzato per la più grande composizione nel quadro conservato al Castello Sforzesco, Pastore che beve, pastora con cesto di uova, asino, pecore e capre.
Il catalogo, densissimo nella bibliografia e nella ricostruzione documentaria, dedica largo spazio anche ai restauri avviati nel 1997 e tuttora in corso e che hanno avuto il merito di liberare la pittura dall’ingiallimento delle vernici e dall’offuscamento dei depositi.
Tanta cura poi nell’allestimento richiederebbe analoga attenzione per restituire alla già sacrificata sala degli affreschi trecenteschi di Mocchirolo, lo spazio vitale ora occupato dagli ingombranti pannelli di una mostra ormai conclusa
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Dal 3/10/2002 al 6/04/2003
Pinacoteca di Brera, sala XXXIV, Via Brera 28 – 20121 Milano
Orari: da martedì a domenica dalle 8.30 alle19.15
Informazioni e prenotazioni: tel. 02.89421146
Ingresso: € 6.20 (compreso Pinacoteca), € 3.10 ridotto
Catalogo e testi a cura di Simonetta Coppa e Cristina Geddo, Electa, pp.48, € 6,20
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