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fino al 31.X.2003 Zhou Tiehai Milano, Marella Arte Contemporanea
milano
Il placebo è una finzione che funziona, un’idea che fa guarire, una burla ad effetto. L’arte è per Tiehai ridotta a questo ormai. Palliativo contro le sofferenze quotidiane per creare una sorta di illusorio e momentaneo autoriconoscimento...
Lo si era già visto nella collettiva Out of the red lo scorso febbraio allo Spazio Consolo di Milano. Adesso Zhou Tiehai (Shanghai 1966) è alla prima personale in Italia. Una mostra di un artista cinese che unisce la pittura europea alla pop art americana in un modo di operare che il commissario dell’ultima Biennale di Venezia, Hou Hanru, ha definito “meta-critico” in quanto critica la critica d’arte occidentale. “Voi avete solo la medicina tradizionale e le arti magiche, non l’arte” dice un forestiero a un gruppo di cinesi in una scena di Will, il cortometraggio di Zhou Tiehai.
Contro questo oscuramento occidentale si batte l’artista cinese che presenta alcuni lavori selezionati dalla serie Placebo, nove grandi tele che rileggono la storia della pittura. Occidentale. Alcuni capolavori di epoca vittoriana e rinascimentale vengono trasfigurati dal personaggio buffo e irriverente creato dall’artista: Joe Camel , icona distintiva, basso continuo, monotonia che innesca significati. I personaggi originali si annientano per divenire parte, frammento, di un unico grande e prospettico ritratto: quello del cammello delle omonime sigarette. Questa è la pop art vista dall’artista cinese: una sorta di buffa cancellazione della storia dell’arte, una globalizzazione inferta dall’industria del tabacco. Un pop senza toni agiografici in ricaduta, come erano quelli sottilmente ironici della pop americana. Perché mai un artista cinese dovrebbe ibridare la storia della pittura europea con una marca di sigarette americana per ottenere delle opere che hanno il carattere atteggiamento di cartone animato?
Zhou Tiehai è un cinese di Shangai, megalopoli dallo sviluppo ipertrofico, intrisa di occidente. Il suo aerografo a colori acrilici, strumento da graffitista, offre tele di facile lettura, riconoscibilità e godimento visivo, che funzionano come una sorta di domanda sardonica, ripetuta e ridondante. Quel volto sorridente, compiaciuto, semi nascosto da grandi occhiali neri, è forse uno specchio deformato in cui lo spettatore si può ritrovare. Il placebo altro non è che una finzione che funziona, un’idea che fa guarire, una burla che ha effetto. L’arte è per Tiehai ridotta a questo ormai: palliativo contro le sofferenze quotidiane per creare una sorta di illusorio e momentaneo felice auto riconoscimento.
Oppure lo sguardo sornione e nascosto di Joe Camel è quello dell’intera Cina, un paese che aspira a montare in capo al grosso corpo dell’occidente per deriderlo e condurlo. Tiehai è un dandy che usa la strategia di guerra dell’artista occidentale. Sguazza nel jet-set artistico di un paese in grande fermento e si afferma in Europa e America, con inviti al Centre Pompidou ed all Whitney Museum. Solo per citarne alcuni.
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http://www.shanghart.com/artists/zhoutiehai/default.htm
nicola angerame
mostra visitata il 23 settembre 2003
Zhou Tiehai
dal 18 settembre al 31 ottobre 2003
Marella Arte Contemporanea
Via Lepontina, 8 – 20159 Milano
Tel 02 69311460 – fax +39 02 60730280
info@marellart.com – www.marellart.com
Orari di apertura: dal martedì al sabato 12.00-20.00
[exibart]
il cinese mi sembra un pò tra il banalotto ed il presuntuoso. Come al solito Marella presenta il possibilmente presentabile, ma quando una galleria con le disponibilità economiche di Marella ci proporrà qualcosa di poù accativante che non i soliti compitini. oppure tale galleria non ha proprio nulla da esprimere con i pittori con cui lavora. e non replicatemi con la storia dlla ricerca su identita, corpo etccetra……….