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Buona parte del pubblico che segue le grandi mostre sull’arte moderna probabilmente non conosce il pittore Puvis De Chavannes (1824 – 1898) e mai potrebbe immaginarlo come una figura di riferimento per artisti ben più noti come Seurat, Gauguin, Cézanne, Hodler, Munch Matisse, Picasso e molti altri.
Eppure questa mostra di Palazzo Grassi scardina ciò che per molti è assodato: il magico mondo di Puvis De Chavannes introduce al Moderno. Non si parla quindi della tradizionale e scontata lettura formale della storia dell’arte che, partendo dalla Scuola di Barbizon, arriva attraverso gli Impressionisti ed i Post-impressionisti alle Avanguardie del Novecento: qui il metodo ermeneutico è diverso. Dalla personalità, dallo stile e dall’iconografia di un artista si ricostruiscono contatti, assonanze, suggestioni con una serie di personalità e tendenze che si succedono secondo un percorso cronologico.
Il risultato è una rigorosa ricostruzione storica ed una diffusa atmosfera incantata che abbraccia le oltre 200 opere esposte. Un impegno scientifico che si accompagna a quello organizzativo di gestire insieme oli, acquerelli, sculture, disegni, tempere, pastelli, terrecotte, bronzi e gessi, provenienti da 85 Paesi.
Visitare la mostra significa assistere ad un incessante succedersi di donne, bambini, bagnanti, ninfe, nel contesto di un muto dialogo con boschi mitici, bucolici e sacri. Il tutto sembra una sorta di resistenza della figura umana che, nell’anelito alla bellezza, dialoga con le innovazioni formali dei vari movimenti come il Simbolismo ed il Cubismo, che inevitabilmente hanno cambiato, trasformato lo stile pittorico.
La bellezza di opere di Puvis come Les jeunes filles au bord de la mer (1875 – 1880) o Les Baigneuses (1890), L’Eté (1891) che incantano per il mondo pacificato ed armonico che evocano, la si ritrova nell’atmosfera assorta delle figure di Paul Gauguin in Nave Nave mahana (1896), nella semplificazione formale di Paul Cézane con Bagneuses devant de la tente (1883 – 1885), nel misticismo di Giovanni Segantini con L’amore alla fonte della vita (1896), nel rigore compositivo postcubista di Pablo Picasso e le sue Baigneurs à la Garoupe (1957) e poi, come tragica antitesi, in Edvard Munch rappresentato da Dance on the shore (1904).
L’idea della mostra, ovvero il percorso intorno alla concezione classica, atemporale ma anche malinconica di Puvis, ci fa apprezzare un piccolo e splendido Henri Matisse Nu assis (1909), ci introduce al fenomeno dell’irrigidimento figurativo dei neoimpressionisti Georges Seurat e Paul Signac, ai volumi purissimi di Massimo Campigli e Carlo Carrà ed al simbolismo tedesco di Hans von Marées e Max Klinger. Altre porte si aprono verso la pittura scandinava, belga e russa.
Non poteva mancare il parallelo con la scultura, introdotta nel salone d’ingresso del Palazzo dell’Età del Bronzo (1876) di August Rodin. Si alternano ai quadri figure umane allungate, chiuse in se stesse, liricamente dimentiche della condizione terrena. Vanno ricordate le opere di protagonisti come Aristide Maillol, Georges Minne, Albert Bartholomè. Il tutto come un omaggio alla figura umana decadente prima dell’astrazione, con il quale Serge Lemoine, direttore del Museo D’Orsay di Parigi e curatore della mostra, sicuramente aprirà una serie di discussioni e riflessioni sull‘esegesi dell‘arte del XX secolo.
Un cenno infine all’allestimento, curato come consuetudine da Gae Aulenti, che comunica leggerezza ed appare rispettoso delle opere.
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***Le cautele legali di Palazzo Grassi verso siti internet che, come il nostro, forniscono contenuti a terzi (per quanto ci riguarda Iol, Excite, Lycos…) ci hanno impedito di pubblicare foto. Non potevamo tuttavia lasciare i nostri lettori senza foto, abbiamo così approntato un archivio di link che vi permetterà di attingere ad un vastissimo corredo iconografico sul pittore. Buon viaggio!***
Dalla National Gallery d Londra
Immagini su SunSite
dal sito dell’Hermitage di San Pietroburgo
su MetMuseum.org
le sanguigne di Puvis
Dalla National Gallery di Washington D.C.
Dal National Museum of Western Art di Tokio
Stefano Coletto
Da Puvis de Chavannes a Matisse e Picasso. Verso l’arte moderna
Palazzo Grassi, Venezia.
La mostra resta aperta dal 10 febbraio al 16 giugno 2002 tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 19. L’accesso al palazzo è consentito fino alle ore 18, ora in cui si chiude la biglietteria.
Costo del biglietto intero – € 8.50 ridotto – € 6.50
Per raggiungere Palazzo Grassi:
con il vaporetto: LINEA 1 – Fermata Sant’Angelo da P.le Roma: 22 minuti ; dalla Ferrovia: 19 minuti
LINEA 82 – Fermata San Samuele ; dal Tronchetto: 35 minuti ; da P.le Roma: 23 minuti ; dalla Ferrovia: 19 minuti
A piedi: da Piazzale Roma o dalla Ferrovia: 20-30 minuti.
Informazioni: Palazzo Grassi, San Samuele 3231, tel. 199.139.139.
Servizi in mostra
Al piano terra di Palazzo Grassi, negli orari di apertura, banco vendita RCS di cataloghi, poster e altre pubblicazioni edite per l’occasione, e banco vendita gestito dalla società BLU IMP S.r.L. di souvenir e oggetti ideati sul tema della mostra; al piano ammezzato servizio continuato di caffetteria per i visitatori (gestione Harry’s Bar di Venezia).
Sulla rete Internet a disposizione degli utenti un ipertesto contenente informazioni e immagini relative alla mostra, a Palazzo Grassi, al suo restauro e alle esposizioni che ha ospitato dal 1986.
Il collegamento è possibile all’indirizzo Internet:
www.palazzograssi.it
Audioguide – Possibilità di noleggiare le apparecchiature per la visita guidata alla mostra.
Guide scritte – Poste in vendita in quattro lingue.
[exibart]
Che bello!
senza immagini..il vuoto, l’ansia di vedere leggendo e di non vedere guardando..il testo orfano della sua creatura..la comunicazione rotta ed infranta…eccolo il corto circuito della civiltà delle immagini
W l’idea, W il concetto frigido e la recensione senza la sua causa!
Egr.sig. Stefano a dire la verità forse il povero Puvis continuerà ad essere sconosciuto per la massa, se anche lei che lo vuole ricordare, tronca arbitrariamente il suo cognome di una esse:il nome esatto del nostro è Puvis de Chavannes(controlli pure…).Come peraltro giustamente dice può sembrar strano che questo “misconosciuto”artista abbia potuto influenzare in maniera così importante tutta l’arte moderna.In effetti lo sarebbe di meno se si sapesse che in pratica ,per i suoi contemporanei, era il più grande artista vivente.Lo stesso Auguste Rodin che gli aveva dedicato un busto visse come “la più grande delusione della sua vita” il fatto che a Puvis non fosse piaciuto.Inopinatamente,dopo la sua morte,se ne perde il ricordo.Speriamo che la mostra in questione ci aiuti a ricostruire le tematiche e la storia di questo grande artista.Saluti.
Corretto! Grazie Andan
Sarebbe stato bello vedere anche qualche immagine…
Per “rete”: “ascolta” ma…allora perchè leggi la recensione?! Non hai altro da fare?!
Certo che per una foto, Palazzo Grassi poteva chiudere un occhio!
Questo “andan”, un personaggio attento e “lungimirante” alla ricerca di trovare qualcuno da “schiacciare” per godere: complimenti! “Chi ha orecchie da intendere intenda”.
Gent.lr sig.ra Carlotta ha ragione!!!! Totalmente.La mia piccola polemica con lei è già finita. Continuarla ulteriormente sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
Un’ultima cosa soltanto:quando scrive in posta elettronica è buon uso ed educazione lasciare un indirizzo per la risposta.Saluti.
PS:mi chiede come scrivo? In Italiano. Non altrettanto si puo dire per lei.
Mi correggo e chiedo scusa:l’indirizzo c’era!!
Non mi abbasso di certo a tali insinuazioni superficiali! Auguri!