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fino al 22.IV.2001 Alex Katz e Edward Ruscha – Keeping their distance Roma, American Academy
roma
Dipingono la realtà e “mantengono le distanze”.
L’evidenza del soggetto resta sulla superficie della tela ed è come una domanda senza risposta, una sensazione diluita nelle stesure piatte, nell’impianto grafico essenziale, nitido.
L’evidenza del soggetto resta sulla superficie della tela ed è come una domanda senza risposta, una sensazione diluita nelle stesure piatte, nell’impianto grafico essenziale, nitido.
Una selezione di opere recenti di Alex Katz ed Edward Ruscha è visibile presso l’American Academy in Rome; l’allestimento è concepito come se si trattasse di due mostre personali e contemporaneamente offre la possibilità di uno sguardo incrociato, tra New York e la West Coast.
“March Snow” (2000) è stato realizzato da Alex Katz dopo una nevicata, osservando gli alberi del Washington Square Park, al Greenwich Village: sulla grande tela (è lunga circa quattro metri) non è rimasto nulla che possa rendere riconoscibile il luogo, semplicemente una cortina di tronchi, grigi e marroni, un reticolato di rami spogli e l’atmosfera umida, incolore del manto nevoso che inizia a sciogliersi. La pittura di Alex Katz sembra non concedere spazio al “caso particolare”: evita il “quando” e il “dove”; così un ruscello diventa un’unica distesa scura, percorsa dall’arabesco sottile di un ramo caduto in acqua. (Black Brook #7 , 1989) Le campiture fluide sembrano saldarsi, creare una superficie perfettamente continua, l’ambiguità è nella totale assenza di suono. Tre ritratti documentano un tema frequente nell’opera dell’artista: ilsoggetto, stretto in un’inquadratura molto ravvicinata, rimane paradossalmente distante, chiuso dietro uno sguardo indecifrabile. È estraneo: “fino a diventare pura informazione ”, ha detto Katz.
Alcune opere di Edward Ruscha riproducono vedute di montagna, di picchi innevati, con una resa fotografica insensibile, a metà strada tra l’immagine da cartolina ed il cartellone pubblicitario; spesso l’artista è stato inserito tra gli esponenti della Pop Art, proprio per l’utilizzo di un linguaggio affine a quello della comunicazione di massa, ma la chiarezza dell’impianto grafico è contraddetta dalle grandi scritte che percorrono il paesaggio: potrebbero essere slogan e rimangono in mente, come un ostinato ritornello, come un’incrinatura inquietante, sullo schermo nitido della tela.
Ruscha chiama una serie di opere con il termine metro plots (trame metropolitane): tele interamente grigie , attraversate da linee più chiare, un tracciato stradale, pervaso dal pulviscolo nero.
Nomi di città, deformati dalla prospettiva, indicano la distanza percorsa, o ancora da percorrere.
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mostra vista il 14 febbraio 2001
American Academy in Rome, Via Angelo Masina, 5 – 00153 Roma
Tel. 0658461. Da martedì a venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 19
Sabato e domenica dalle 11 alle 18. Lunedì chiuso
Catalogo bilingue a cura dell’American Academy in Rome.
[exibart]
Acquistato il catalogo. Bello bello! Costava pochissimo, 15mila. Da non perdere.