-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giulio Paolini nasce a Genova nel ’40 e dal 1952 vive tra Torino e Parigi. La sua prima personale è nel 1964 alla Galleria La Salita di Roma. Spesso associato al movimento dell’Arte Povera, con cui espone più volte negli anni ’60, svolge tuttavia una ricerca artistica dai toni più propriamente concettuali; al centro del suo interesse è l’analisi del fare artistico, di cui esplora le basi materiali della pittura, la funzione dello spazio espositivo, l’attività dell’artista e il ruolo dello spettatore.
Early Dynastic è un’opera realizzata in cinque varianti dal 1971 al 1993. Il concetto di fondo consiste nella disposizione simmetrica di un determinato numero di colonne messe in relazione da un rapporto di analogia. Con Early Dynastic ci si riferisce storicamente alle prime dinastie egizie e in senso più ampio si allude al primo genere di una lunga successione genealogica. Considerandola in quest’ultima accezione, la colonna di Paolini si pone come elemento base, come unità di misura di un insieme più articolato, costituito da vari elementi: le unità che compongono la colonna, il numero delle colonne, il tracciato di metallo che percorre il suolo, lo spazio. Tutto questo presuppone un imprescindibile dialogo tra Arte e Architettura, e nel caso specifico tra Giulio Paolini, artista, e Piero Sartogo, architetto. L’elaborazione artistica si pone come misura aurea dello spazio architettonico in un gioco di scomposizioni e rimandi. La colonna è costituita da elementi sovrapposti, ciascuno sezione aurea di quello inferiore, ogni colonna trae senso dal confronto con un’altra colonna, l’insieme deve essere sempre equilibrato: se le dimensioni delle colonne diminuiscono se ne aumenta il numero. Lo spazio le ospita armoniosamente e le linee metalliche tracciate dall’architetto sul pavimento invitano alla deambulazione, un percorso casuale attraverso l’opera.
Le colonne di Paolini non ambiscono a creare una struttura chiusa, abitano uno spazio infinitamente aperto e come le Colonne d’Ercole segnano il limite dell’esperienza estetica tra l’Arte e la Vita.
Articoli correlati
Paolini a Verona
Zero to Infinity: Arte Povera 1962 – 1972
Paolini al GAM di Torino
Link correlati
La biografia di Giulio Paolini
Giulio Paolini al Castello di Rivoli
daniela bruni
mostra visitata il 5.XII.2001
Giulio Paolini Early Dynastic
Roma, Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande
Via degli Ausoni 7/A tel. fax. 064463480
Orario: 17-20. Sabato chiuso.
Catalogo a cura di Achille Bonito Oliva, Skira Editore, Milano 2001 £. 30.000
[exibart]
articolo magistrale peccato per le immagini