31 dicembre 2002

fino al 9.II.2003 La RiproRiduzione dell’opera d’arte Roma, Calcografia

 
All’inizio ne parlò Benjamin e notificò la perdita dell’aura. Vetrine alla Calcografia quest’anno propone un allestimento in cui artisti e fotografi si confrontano su una croce e delizia dell’arte contemporanea. A proposito di riproducibilità (e riduzione)...

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La mostra parte da un’idea molto interessante, quella inerente le problematiche della riproduzione fotografica e la sua riduzione in qualcosa d’altro, con la relativa perdita di quella caratteristica di unicità, che Walter Benjamin, definì aura
Partendo da questo concetto, il curatore Di Pietrantonio ha invitato una serie di artisti di grande fama, che hanno rielaborato il tema in maniera molto diversa.
Strettamente legata alla linguistica è l’opera tipicamente concettuale di Joseph Kosuth: un vecchio lavoro del 1965 che si sviluppa con le stesse modalità del famoso One, three chair, dove all’immagine originale si affianca l’immagine riprodotta e la definizione tratta da un dizionario di un determinato oggetto.
Sicuramente pertinenti col tema della mostra le fotografie dei tedeschi Thomas Demand(che è solito giocare sislej xhafa_ Skinheads Swimmingsul crinale tra realtà e finzione, soffermandosi sui particolari di vari oggetti o edifici costruiti appositamente per essere fotografati) e Andreas Gursky (che ama riprendere le architetture di quei luoghi/non-luoghi come i grandi alberghi americani in visione ravvicinata o piscine fotografate dall’alto, come in questo caso).
I lavori storici di Pistoletto e Richter (presente con due realizzazioni) operano una riproduzione creata dello spettatore che si pone di fronte allo specchio, riflettendosi in esso.
Più discutibile la scelta di artisti come l’onnipresente Vanessa Beecroft (che ci ripropone per l’ennesima volta la performance di Venezia) e Paola Pivi, che paola pivi - cinesidocumenta una sua nota performance con un’enorme foto intitolata Cinesi.
Giuseppe Gabellone ripresenta, come a Kassel, l’immagine di sculture senza senso da lui create, che – una volta fotografate – vengono regolarmente distrutte.
Katharina Fritsch , invece, s’interroga sull’idea di riproduzione non fotografica, ma eseguita attraverso il calco – in questo caso di una Madonna – indagando il rapporto originale/copia e aura/perdita di aura.
Tra gli altri artisti presenti: Gabriele Basilico, Armin Linke, Corrado Levi, Ettore Spalletti e Pietro Roccasalva.
Una mostra che presenta una varia selezione di opere, questa, ma che – pur affrontando una delle problematiche alla base dell’opera d’arte – sembra rinunciare al dialogo con gli artisti, sostituendovi totalmente l’impronta del curatore.

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luca lo pinto
mostra vista l’11.XII.2002


Vetrine alla Calcografia 2002 – La Riproriduzione dell’arte, a cura di Giacinto di Pietrantonio; Istituto Nazionale per la Grafica – Via della Stamperia 6 (centro storico, fontana di Trevi), 06699801, tutti i gg 10-19, ingresso intero 5 euro, ridotto 3 euro, catalogo Silvana Editoriale

[exibart]

1 commento

  1. sempre i soliti nomi…non ne possiamo più di vedere sempre le stesse opere, ma gli artisti stessi non si sentono usati come delle salviettine umidificate?

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