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fino al 29.VI.2003 Cover theory – l’arte contemporanea come re-interpretazione Piacenza, Officina della luce
bologna
Una mostra con la spina dorsale! In musica, alla parola “Cover” non corrisponde la prassi di rifare brani famosi. Specie in tempi recenti, l’uso delle cover si espande. In cinema, moda, design, letteratura…
Su questa tesi suggestiva, Marco Senaldi, non il più trendy ma tra i più illuminati critici italiani, ha elaborato una teoria e ci fatto una mostra.
L’ispirazione può provenire da opere d’arte del passato, ma anche da immagini popolari, prodotti di mercato, oggetti d’uso quotidiano: Cover Theory dimostra come la cover sia elemento ricorrente nell’arte contemporanea.
Il remake è una scommessa per l’artista e nasconde spesso profonde implicazioni concettuali: sempre tuttavia, esso innesca un meccanismo di dialogo tra artista e spettatore, nel quale l’originale diventa il terzo interlocutore, che suscita o amplifica problematiche, crea sorpresa o straniamento, eccita la memoria o rinvia alla sfera affettiva.
La rivelazione dell’originale può essere immediata o progressiva, incombere senza manifestarsi.
Così, nello splendido contesto delle Officine della Luce, architettura industriale inaugurata nel 1929 su progetto di Portaluppi, muovendo dalle celebri cover di Paolini dedicate a Lorenzo Lotto, gli Eredi Brancusi volgarizzano Duchamp e cancellano Rutger Hauer da Blade Runner, Bertozzi e Casoni trasformano la Merda d’artista di Manzoni in un centrotavola trash, la tela di De Pascale, che ingigantisce il borotalco Robert’s, è la sola Madonna con Bambino possibile nell’età moderna. Mentre e.g.o. rievoca il fantasma sonoro di Mary Hansen degli Stereolab, Morimura mette i panni di Frida Kahlo, Ontani quelli dei personaggi di David e Guercino, Scotto di Luzio reinterpreta canzoni e album di Tenco e Rehberger fa ricostruire da artigiani thailandesi automobili di lusso. In tutto 45 artisti, tra cui vecchi e nuovi big: Marisaldi, Boetti, Cecchini, Carozzi, Cattelan, Longo, Pancrazzi, Demand, Mezzaqui e Calignano.
La mostra non prescinde dal catalogo, che è cover esso stesso, ricalcando la grafica della collana Materiali, pubblicata da Feltrinelli tra il 1964 e il 1982. Avvincenti e di ampio respiro, i saggi sono, tra gli altri, di Senaldi, Zizek, Carmagnola, Coupland e Tiziano Scarpa, protagonista con Raul Montanari di un applauditissimo reading durante il vernissage.
Convincente ed originale, il progetto ha dei punti deboli. Come nell’ultimo suo libro (Enjoy, Meltemi Editore, Roma), Senaldi mette troppa carne al fuoco, finendo per diluire le geniali premesse del suo lavoro. Un ventaglio cronologico meno ampio ed una selezione più rigorosa, avrebbe forse prodotto un risultato migliore. Nuoce alla mostra anche l’allestimento, studiato per esaltare le opere innervate nelle strutture industriali e stravolto dalla… ASL, a poche ore dall’inaugurazione, con l’imposizione di un recinto di pannelli bianchi di sicurezza.
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coversproject.com
alfredo sigolo
mostra visitata il 10 maggio 2003
Cover Theory: l’arte contemporanea come re-interpretazione
Dall’11.V.2003 al 29.VI.2003
Piacenza, Officine della Luce, ex Centrale Emilia, via Nino Bixio 2
(dietro la stazione, lungo il fiume Po)
a cura di Marco Senaldi
orario di visita: 16.00-20.00 (in altri orari su appuntamento); chiuso il lunedì
Ingresso: libero
Info: Provincia di Piacenza tel. 0523 795319, fax 0523795343, web www.provincia.pc.it/turismo; tel. mostra 0523570046; segreteria organizzativa Piacenza Turismo tel. 0523305254, fax 0523309298, e-mail infotou@piacenzaturismi.net
Ufficio Stampa: Federica Cimatti 02 67077082, cell. 333 4346146, cimattif@tin.it
Catalogo: Ed. Scheiwiller, 25 euro
[exibart]