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fino al 5.II.2004 I crimini dell’amore. Da Crepax all’Ultrapop Bologna, Galleria L’Ariete
bologna
Il peccato dell’amore è il sesso. Il peccato della vita è l’arte. Quando le due cose vengono unite entrambi i crimini sono assolti. A Bologna è iniziato l’anno dell’arte erotica e del nudo. La galleria L’Ariete apre le danze. In mostra una enciclopedia del crimine amoroso senza censura. Masturbazione, orge, narcisismo, omosessualità, sadomaso e…
di Carolina Lio
Con l’inizio del 2004 è partito, per la città di Bologna, l’anno del nudo e dell’arte erotica. La galleria che apre le danze è L’Ariete con trenta opere esplicite e conturbanti di ventinove diversi artisti. Le tre sale racchiudono una piccola enciclopedia del crimine amoroso senza nessuna censura: masturbazione, orge, narcisismo, omosessualità, sadomaso e altro.
La mostra raccoglie il ribelle Guido Crepax, il neopop Walter Bortolossi, l’eccentrico Luigi Ontani, i colori fiamminghi di Edi Brancolini, e tra tanti altri anche Nicola Samorì, vincitore di due premi Morandi. Tutti artisti che sfidano il conformismo, come il padre spirituale dell’intera esposizione, il “divin marchese” De Sade, che subì diverse condanne penali a causa della sua condotta immorale. I crimini dell’amore è infatti il titolo di una raccolta di novelle dello scrittore, apparsa nel 1799 in quattro volumi, e quattro sono anche le sezioni di questa mostra rispettivamente dedicate al mondo del fumetto (Strisce), alla passionalità senza controllo (Derive), ai modi dell’arte alternativi alla pittura (Pixel & Gelatine) e, infine, all’amore visto come malattia (Virulenze). Alternativamente il sesso viene vissuto come gioco e come catena da cui è impossibile liberarsi. Nella prima sezione ricordiamo, ad esempio, un irriverente Guido Crepax (Milano, 1933-2003) dalla cui matita è uscito il personaggio di Valentina (1965), impostosi per la sua conturbantissima sensualità. Nella sezione successiva, invece, si trova il tormentato Buell (Parigi, 1963) che dopo una lunga parentesi psichiatrica dipinge “fashion victims”, vittime della società dai tratti deformati e dall’espressione sofferente e nevrotica.
Quasi nessuna delle opere vive il sesso con un senso di colpevolezza e il “crimine” di cui si parla è non l’atto in sé, quanto l’impotenza di sfuggire al nostro desiderio. A volte ne siamo così risucchiati da cadere nella perversione. Dolcemente perverso è il narcisismo di Luigi Mastrangelo (Santa Croce di Magliano, 1968) che come sempre si ritrae in narrazioni favolesche, naif ed edonistiche, mostrando il suo corpo nudo immerso nella natura che ne ammira il viso truccato e i lunghi capelli sciolti. Decisamente più peccaminoso è il dipinto di Walter Bortolossi (Basilea, 1961): un anello di corpi umani e animali che si uniscono tra di loro senza nessun altro scopo che il piacere.
Il merito della Galleria L’Ariete è quello di aver associato artisti molto diversi in un crescendo di tensione spontaneo e di aver trattato un tema così facilmente equivocabile senza mai scadere nella volgarità. Una mostra non provocatoria, ma schietta, una qualità che molto spesso manca.
La maratona erotica che percorrerà Bologna è solo all’inizio. Presto tutte le gallerie della città seguiranno l’esempio de L’Ariete e anche la Gam, la Galleria d’Arte Moderna del Comune, farà altrettanto.
articoli correlati
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La contemporaneità di Walter Bortolossi
link correlati
www.ilmondodicrepax.it
carolina lio
mostra visitata il 10 gennaio 2003
I crimini dell’amore. Da Crepax all’Ultrapop.
Bologna, L’Ariete Arte Contemporanea, via Marsili 7 (traversa di via d’Azeglio)
orario di visita: giorni feriali 16.00-20.00 – mattine feriali e giorni festivi su appuntamento
ingresso: libero
per informazioni: tel. 3483129087
a cura di Patrizia Raimondi, Roberto Roda, Ferruccio Giromini
fino al 5 febbraio 2004
[exibart]