12 marzo 2003

fino al 6.IV.2003 Anna Sargenti – Bianco è anima Napoli, Castel dell’Ovo

 
Nelle prigioni di Castel dell’Ovo come nel nostro io, siamo alla ricerca dell’anima delle cose. Un dramma epico raccontato attraverso l'epopea del Minotauro e di Teseo. E in sottofondo la musica di Nick Cave...

di

Annamaria Sargenti (Roma, 1948) vive a Napoli dal 1974. Per anni lavora in silenzio. Nel 1995 è autrice di uno dei più significativi interventi d’arte contemporanea nel tessuto urbano: un’installazione di grande sensibilità in un reparto dell’Ospedale Psichiatrico Frullone. Recupera materiali di scarto, ed appende alle pareti i ritratti dei malati. E’ presente nelle Bandiere di maggio,del 2000, tra i 42 artisti che idearono gli stendardi per le colonne della chiesa di San Francesco di Paola, su Piazza del Plebiscito, dando vita ad una colorata architettura. Altra traccia del suo linguaggio secco e minimale è presente nelle istallazioni delle stazioni metropolitane di p.zza Quattro Giornate e di Salvator Rosa.anna sargenti
La sua arte ha bisogno di essere contestualizzata, vive la città. Ecco perché Bianco è anima è un allestimento pensato per questo particolare angolo del castello. La Sargenti non lo vedrebbe altrove. E’ legato al tema delle prigioni che usa come labirinto, per una profonda e sentita lettura del Minotauro di Friedrich Dürrenmatt (1921-1990) grande drammaturgo e prosatore del Novecento. La storia è quella de “Il mito del Minotauro ”, rinchiuso nel labirinto e ucciso da Teseo che trova la strada d’uscita grazie al filo di lana. La novità è la presenza del punto di vista del Minotauro che fin da quando è rinchiuso, si relaziona solo con se stesso, anzi con i riflessi degli specchi del labirinto. Scalcia, sbatte contro gli specchi, “il parto abominevole della natura”, sanguina impazzito: l’illusione lo costringe al dolore di una solitudine ingannevole. Le cose cambiano, accettando l’illusione. Mentre danza, arriva Teseo, che danza conanna sargenti lui, sembra un compagno ma ha una spada, la estrae, e colpisce. E’ breve La gioia del Minotauro vedendo i nuovi compagni, l’amore per la fanciulla: svanisce tutto con il colpo di spada! L’intento della Sargenti è quello di ricreare il pathos di questo dramma. E forse ci riesce quando il bianco risalta dal buio delle prigioni come l’anima nel corpo. Un sottofondo musicale di Nick Cave ci accompagna nel cuore del labirinto, dove su enormi cuscini di filo di ferro, sono appoggiati i resti di questa storia: un libro, un vestito nuziale e altri frammenti di vita. Bianco sul bianco: questo il colore dell’anima delle cose. Enormi pareti di plexiglas sulle quali sono applicati immagini, e citazioni, quasi una sorta di rudimentale decoupage, simboleggiano i rimandi degli specchi. A noi specchiarci e scegliere di essere Teseo o il Minotauro.

carolina guadagni
mostra vista il 20 febbraio 2003


Anna Sargenti – Bianco è anima
Castel dell’Ovo – Prigioni
Patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Campania
Le luci sono a cura di Cesare Accetta. Il catalogo è edito in italiano e francese, su progetto grafico di Giovanni Menniti per Quik Interactive Network Srl Napoli
Contributi di Achille Bonito Oliva, Eduardo Cicelyn, Francesco Galdieri, Filiberto Menna, Sergio Piro, Angelo Trimarco e Vincenzo Trione.
La mostra resterà aperta al pubblico fino a domenica 6 aprile
orari: lunedì – sabato dalle ore 9:00 alle 17:00 domenica dalle ore 9:00 alle 14:00 Per informazioni 339/3447388 e 338/9050510; quik@itb.it


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1 commento

  1. Diciamolo pure, Annamaria Sargenti è una raccomandata del cazzo e riesce a lavorare solo qui a Napoli, solo in cose pubbliche grazie ai suoi amici che le finanziano questo e poi quello.
    Poi, tu cittadino, passi vicino ad uno dei suoi lavori che in parte hai prodotto anche tu pagando la tassa sui rifiuti, il biglietto dell’autobus, l’ICI, e ti incazzi. Perchè pensi che le opere di questa artista non valgono un cazzo, che non l’hai mai vista esposta in una galleria privata, non hai mai visto le sue opere in un catalogo diverso da quelli prodotti dai suoi amici. E solo perchè piace, è amica o serve a un paio di fighetti amici di Bassolino, te la devi produrre e tacere.

    Ogni volta che passo di fronte alla sua enorme ed enormemente inutile tela che la Metropolitana di Napoli ha pensato bene di esporre in stazione, la vedo un pò più annerita e spero che venga presto il giorno in cui venga completamente ricoperta dalla polvere.

    Complimenti a Eduardo Cicelyn e all’amministrazione della cultura a Napoli, ottima mossa anche questa!!

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