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Fino al 24.XI.2001 Unrevealed Arguments – 1995/2001, Alberto Trucco Genova, Rebecca Container
genova
Maschere introvabili, volti inesistenti, scatole di vetro sabbiato che celano scene violente, occhiali che velano il mondo svelando nuove possibilità percettive, cos'altro si nasconde dietro al lavoro di Alberto Trucco?...
di redazione
“Unrevealed Arguments – 1995/2001”, la mostra personale di Alberto Trucco proposta da Rebecca Container Gallery in Piazza Grillo Cattaneo 2r, è davvero una mostra spiazzante.
Se il primo impatto è quello di un allestimento di design minimale, dalle luci morbide e soffuse, una seconda occhiata costringe a rivedere, letteralmente, le proprie impressioni.
Il lavoro di Alberto Trucco pretende molto da chi vi si avvicina: come in una sorta di gimcana percettiva, l’osservatore deve superare barriere e preconcetti, combattere per guadagnarne la visione.
Universi sommersi, nascosti da vetri opachi o veli, catturano lo sguardo e lo costringono ad andare al di là per accedere ai loro segreti, a tentare di penetrare i rari spiragli e forzare la vista oltre le barriere.
Emblematica l’installazione “Ring – madre archeologica”, una teca che protegge dagli sguardi le estreme violenze di un interno borghese riprodotto in miniatura. Ed anche la scena di un omicidio diventa graziosa, quand’è velata e inscritta tra le pareti grigiobianche semitrasparenti.
Affabulatorio e sottilmente inquietante, il lavoro di Trucco ha un’origine affascinante, che riporta ad una storia familiare da sempre vicina all’acqua e alla profondità: infatti, come nota Massimo Palazzi, “il nucleo tematico cui attinge l’opera di Alberto è comunque il mare con tutte le rêverie che scaturiscono dalle acque profonde. La sua esperienza di tuffatore professionista a contatto con il mondo olimpionico ed il ricordo del padre sommergibilista potrebbero bastare a capire gran parte del suo lavoro, influenzato anche formalmente dalla pratica del mondo sommerso.”
Quest’approccio è evidente nella serie di occhiali schermati “Visione celata – volontà rivelata”: lo spettatore può indossarne un paio, ed essere così violentemente proiettato in un mondo liquido di nebbia e latte cieco e spietato dove, privato di ogni coordinata spaziale, è costretto ad indagare nelle proprie potenzialità percettive, scoprendo magari nuovi canali.
Quest’idea maieutica della cecità, che fa pensare a Tiresia o all’atto catartico di Edipo, è uno degli aspetti più affascinanti del lavoro di Alberto Trucco. L’artista è infatti capace di coinvolgere chi si avvicina al suo lavoro in modo davvero intimo e profondo, facendone una figura attiva dell’azione creatrice nell’offrire, come scrive ancora Palazzi, “al fruitore il compito di tuffarsi in se stesso per superare il sottile disagio di una visione che non può distinguere e di una tattilità negata e condividere con l’artista un senso di vitale incompletezza.”
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Valentina Caserta
GENOVA,
Rebecca Container Gallery
Piazza Grillo Cattaneo, 2r
Per informazioni, tel. 010 2543584 – info@rebeccacontainer.com
Orari: dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00 e su appuntamento.
Ingresso libero
[exibart]