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numero 182 ottobre 2002 Art e Dossier
edicola
in copertina Come uno scherzo musicale, in cui le forme cuspidate suggeriscono acuti improvvisi. ‘Schwarze Spitzen’ di Kandinskij è in mostra a Lugano con altri settanta capolavori. Per indagare un inedito collezionismo ticinese...
Difficile spiegare il collezionismo: cela un misto di intuito, irragionevole predisposizione, feticismo, curiosità… una collezione d’opere d’arte può essere un esemble imprevedibile o meno, specchio del collezionista ed immagine in controparte del suo tempo: alla mostra Passioni d’arte – allestita presso il Museo d’arte moderna di Lugano – è dedicato un lungo articolo, che partendo da Impressionisti e dintorni, mette a fuoco i principali nuclei di opere presenti nell’allestimento. Riflettori puntanti – quindi – sulle raccolte private ticinesi: ad ogni prestatore il museo ha riservato una o più sale in modo da creare un percorso tra le opere ed uno attraverso il gusto del collezionista. Attenzione ai capolavori: un Ritratto di donna datato 1942 di Picasso che potrebbe essere un ritratto di Dora Maar, il Molo di Lionel Feiniger in cui scansione geometrica ed atmosfera elegiaca convivono perfettamente, oppure il poco noto Cinque centimetri sopra la terra di Wilfredo Lam…
Dell’ennesimo enigma caravaggesco parla Rodolfo Papa: oggetto d’indagine è l’anomalo San Giovannino conservato alla Galleria Borghese di Roma, di cui è proposta una nuova lettura iconologica. Potrebbe essere Frisso, personaggio della mitologia greca legato alle storie di Giasone e degli Argonauti, coincidono attributi iconografici (primo fra tutti l’ariete che –a questo punto – andrebbe a legarsi alla leggenda del vello d’oro…), l’atmosfera d’Arcadia e alcuni documenti, fino adesso riferiti al più noto san Giovannino dei Musei Capitolini. Per Frisso anche un probabile committente – Ciriaco Mattei – ed un riferimento veterotestamentario, espressione di un milieu colto non nuovo nei quadri di Caravaggio. Il pastore – ma di stirpe regale – che nel mito rischia di essere sacrificato alluderebbe, per analogia, ad Isacco e, per estensione, preannuncerebbe la Passione di Cristo.
Tra gli altri articoli: i Borgia a Roma, tra arte, politica e veleni di familgia, il Grand Tour in compagnia di Sir Horace Walpole e la mostraJean Fautrier e l’Informale in Europa raccontata da Renato Barilli (che dell’allestimento è il curatore).
A John Singer Sargent, americano a Parigi, ritrattista a la page, che dell’Italia prediligeva Venezia ed una modella di Anacapri, Rosina, adesso in mostra a Ferrara (un allestimento concentrato sull’opera italiana del pittore statunitense) sono dedicati un articolo e il dossier di questo mese.
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