13 giugno 2002

Fino al 10.VIII.2002 Tadeusz Kantor Firenze, Palazzo Pitti

 
Accorrete numerosi! Accorrete numerosi! A vent'anni di distanza ritorna, non più clandestino, il doloroso e claustrofobico circo della memoria. E ancora una volta, lo spettatore sta proprio lì, al centro dell'arena…

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Era il 1980 quando Tadeusz Kantor mise in scena al Teatro del Rondò di Bacco la prima assoluta di Wiepole Wiepole, opera concepita nell’atelier fiorentino ricavato nella chiesa sconsacrata di S. Maria. Oggi, sotto una luce fioca, accompagnati dal gracchiare di un nostalgico valzer, si interrompe il respiro nell’attesa che da dietro le quinte uno scricchiolio annunci l’arrivo dell’artista-demiurgo e del suo grottesco seguito. Resta però l’assenza. Kantor è morto. Ma per una strana alchimia quei manichini, quelle marionette scheletriche, quegli Tadeuzs Kantor, Ombrello e personaggi, 1973, olio, collage su tela, 119x110, Museo Regionale di Bydgoszczoggetti bisunti, quelle macchine perverse oggi di nuovo nello spazio teatrale di Palazzo Pitti, inscenano ancora una volta le stesse pericolose acrobazie della memoria. E per un processo di sottrazione, chi non poté celebrare le messe in scena di quel teatro rivoluzionario, assiste oggi, attonito, al rito della perdita e all’esorcismo della morte. C’est du cirque (questo è un circo) è l’espressione francese che suona all’origine dell’anagramma Cricot (il teatro dell’anteguerra di Jarema) rievocato poi dal nome della compagnia teatrale d’avanguardia Cricot2 fondata a Cracovia da Kantor nei primi anni Cinquanta: pittori, musicisti e attori diretti da uno ‘scenografo’ fin troppo disgustato dalle abitudini edulcorate e fittizie che si nascondevano dietro i damaschi dei sipari ufficiali. Dismessi i drappi di una tappezzeria da bomboniera, la scena diventa inquietante, invasa com’è dalla crudezza e la crudeltà del quotidiano. Sulle tavole scricchiolanti e polverose ha inizio la danza macabra e ipnotica dei fantasmi del passato, della fatale ripetitività del ricordo. Dopo la riedizione di vari lavori teatrali, Kantor estende il proprio intervento autoriale, e decide di portare sul palcoscenico le ombre e le ossessioni del proprio mondo interiore, le ferite e i ricordi indelebili di una coscienza tristemente segnata dagli avvenimenti bellici del XX secolo. Allestimenti sotto la regia delle rivoluzioni concettuali inaugurate dalle Avanguardie: dal Surrealismo alle decontestualizzazioni di Duchamp, sono le variazioni sul tema di un’unico interminabile spettacolo che prende forma anche nella produzione pittorica dell’artista. Così personaggi, situazioni e ossessioni entrano ed escono senza soluzione di continuità dalla scena e dalle tele. I figuranti, come in una pagina pirandelliana, si sdoppiano nei loro alter ego fantocci; gli oggetti-significanti rubano la parte agli attori in carne e ossa che, a loro volta, diventano il ready-made di se stessi; lo spettatore serve la liturgia di un happeninguniversale. Il circolo vizioso, e Tadeuuzs Kantor, Emballage, 1965, olio, collage su tela, 102x117, Museo nazionale di Cracoviavirtuoso, della contaminazione tra teatro e arte visiva entra in corto circuito. Nella sala lorenese, allestimento di Margherita Palli, appesi su pannelli di lamiera corrosa dalla ruggine e intervallati da sbiaditi festoni di carta, i dipinti, i disegni e alcuni materiali teatrali che ripercorrono le fasi creative dal 1964 al 1982. Mentre scrutiamo enigmatici emballages e tornano a galla le inquietudini di Bacon e di Chagall, la sensazione di essere spiati da dietro le spalle si fa insistente: è la scolaresca di manichini, al di fuori del tempo, de La classe morta . Materiale per lo più inedito in Italia, che con sorpresa attesta dignità autonoma alla ricerca pittorica di Kantor, convincendoci del fatto che in questa città è tornato, dal nostro passato, un grande artista.

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Buscarino fotografa Kantor

Maurizio Rossi


23 maggio – 10 agosto 2002
Palazzo Pitti: Galleria d’arte moderna/Teatro del Rondò di Bacco
Piazza Pitti – Firenze
Tel 055 290383
Orario: da martedì a sabato 8.15-13.50
Aperta la prima, la terza e la quinta domenica del mese e il lunedì successivo alla seconda e alla quarta domenica del mese.
Ingresso cumulativo per le due esposizioni: 5 Euro; 6,55 (con prenotazione)
Catalogo:
Tadeusz Kantor. dipinti, disegni, teatro (a cura di Jòzef Chrobak e Carlo Sisi), Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2002 (19 Euro)
Pubblicazioni uscite in occasione della Mostra:
Jòzef Chrobak, Il viaggio di Tadeusz Kantor, Titivillus Edizioni, Pisa 2002 (15 Euro).
Luigi Arpini, L’illusione vissuta, Titivillus Edizioni, Pisa 2002 (15 Euro).
Valerio Valoriani, Kantor a Firenze, Titivillus Edizioni, Pisa 2002 (15 Euro).

Eventi collaterali:
Fino al 30 giugno
Kantor nelle fotografie di Maurizio Buscarino,
Teatro della Pergola (Sala oro)
Via della Pergola, Firenze.
Orario 16-19
Domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero

3 luglio 2002
Tadeusz Kantor. Colloquio internazionale
Teatro della Pergola, Saloncino – Firenze
Infoline: 055 2264341-2264335


[exibart]

2 Commenti

  1. e’ proprio vero. perc chi non ha avuto la fortuna di assistere a qualche rappresentazione del cricot 2, la mostra, o meglio, le mostre riescono a far resuscitare
    lo spirito di Kantor. Ottimo questo articolo introduttivo.

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