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Si sentono ancora gli echi delle proteste contro Guillermo Habacuc Vargas, ed ecco che si scrive una nuova pagina sul turbolento rapporto tra arte e animalisti. A farne le spese è la mostra Don’t Believe in me di Adel Abdessemed all’Art Institute di San Francisco. La pietra dello scandalo sono brevi loop video in cui sei animali – un maiale, un cavallo, una capra, un bue, un capriolo e una pecora – stramazzano a terra dopo un colpo di martello alla testa. Gli animalisti si sono mobilitati con accuse all’artista di aver ucciso degli animali “a scopo artistico”, degenerate in minacce di violenza contro staff e famiglie dell’Art Institute. Dopo una sospensione cautelativa a meno di una settimana dall’inaugurazione, l’istituto si è dichiarato costretto a chiudere definitivamente la mostra, pur senza rinnegare l’opera dell’artista. Soltanto allora, nel comunicato, si è chiarita in modo inequivocabile l’origine documentaria dei video, che riprendono pratiche diffuse nei macelli della campagna messicana. (s. m.)
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Adel is a danger idiot.
They are so much violence and horrendous abuse toward animals in the world. The art show is not the place to show other sadism.
He is an idiot without no brain, but I have a suggestion:
next show just slam a piece of metal in your worthless skull, kill yourself, don’t pollute anymore the planet with your presence.
Thank you.
Animalisti = una delle categorie di persone dalla mentalità talmente ristretta da far ridere più che arrabbiare.
Adieu
Sembra che si compiono delitti anche in nome dell’arte. C’è una considerazione da fare: a fronte dell’occupazione del territorio dell’arte da parte della marea di abusivi che lo occupa nel segno della speculazione finanziaria internazionale riusciranno mai gli artisti “veri” a riappropriarsene? Me lo auguro.
Fulvia, what are you talkin about? The piece was obviously documenting something that happens independently from the artist’s will. What’s wrong in letting people know such horrors exist? Better that keeping their eyes shut.
La cosa più ignobile della mostra è la presenza di foto fatte da questo chiamiamolo artista, che ha portato a Parigi e liberato per strada animali selvatici, “per ritrarre la loro infelicità, disperazione, spaesamento” come dicono i curatori della mostra. Perché non va lui al Polo Nord e, nudo in mezzo ai ghiacci, fotografa la propria sofferenza, infelicità, spaesamento? La violenza sugli animali non è mai tollerabile, nemmeno in favore di quella che pochi snob cinici e insensibili definiscono “opera d’arte”.
Non stupisce che artisti provenienti da zone dove la civiltà è ancora oggetto di una battaglia per affermarsi, dimentichino che certe immagini – non soltanto immagini, il pensiero che queste cose accadano realmente – offendono la sensibilità di chi lotta per i più deboli, esseri viventi di qualsiasi genere, ovemai serva una distinzione tra umano e animale. Quello che stupisce è che istituzioni che dovrebbero ricoprire anche la funzione educativa, si sentano allettate dal rumore mediatico garantito a priori da certi interventi. L’arte è altro. L’arte non offende l’uomo e neppure l’animale. L’arte è altro anche anche dai macelli realizzati da Nitsch negli anni settanta e celebrati in certi ristretti ambiti oggi, ancora. E comunque nessuno si sognerebbe di squartare o prendere un uomo o una donna o un bambino a martellate per essere invitato a una mostra. Almeno spero.
Minacce animaliste. E a San Francisco chiude la mostra di Adel Abdessemed…E da Taranto, la “SENSIBILITà MEDITERRANEA” invita tutti gli uomini sensibili ad inviare una e-mail al coordinatore di arte.scienza2007@libero.it contenenete una proptesta poetica in versi poetici per un “libro d’artista-documento contro l’insensibilità…” da inviare – ad opera conclusa – presso la Camera dei Deputati per far studiare il problema per una possibile legge da farsi.
E’ DA BANDIRE NEL MONDO INTERO LA MOSTRA E L’AUTORE. NON E’ UNA “MOSTRA” E NON E’ “ARTISTA”!
SEGNALO (a chi non lo sa ancora) CHE A NAPOLI, INOLTRE, il sig. “M” di Napoli un “povero-ricco” mecenate a “senso unico”, ha aperto un museo dedicato all’austriaco “E.” “N.” che, non è un “artista puro”, il quale usa la violenza come credo, senza un minimo di sensibilità (e col massimo della crudeltà), è della stessa “testa impastata” di questi “furbastri” in cerca di notorietà senza qualità. Tutte le violenze non possono essere considerate “opere” del genio d’artista, in quanto l’artista e l’arte non hanno nulla a che fare con tali pratiche crudeli. I signori “testimoni” e “tut-tologi” (meglio definirli “tutorologi da baraccone da fiera di paese”), “critici complici” di “falsi mercanti”… e incompresi avventurieri da strapazzo E tutti costoro sfruttano l’arte prendendo e
Depredando: arte pura, artisti seri, onesti, originali, poetici, colti, studiosi, ricercatori puri, intel-ligenti e sensibilissimi sia nell’arte e nella vita con fede immensa nel credo estetico per dare vita all’arte, non alla violenza e no alla morte. Arte e sensibilità, non devono essere violentate e stuprate dai furbastri pirati e dagli insensibili assassini di creature indifese.
Non riesco a capacitarmi perchè la magistratura non interviene e resto a pensare a quella immagine delle tre scimmie: «Non parlo – Non sento – Non vedo». Le autorità devono intervenire e condannare tali azioni e proibirne la pratica, devono poter intervenire immediatamente con ogni mezzo per tutelare la sensibilità pura, morale e civile di tutti.
Aderisco e sottoscrivo e pronuncio il mio dissenso con forse protesta contro di chi svolge certe pratiche, che nulla hanno a che fare l’arte, e contro chi le permette – sia chiaro anche questo – e magari va consigliato di istituire un numero verde per tutelare la sensibilità pura, morale e civile di tutti.
Arte.Scienza2007@libero.it – di Taranto, il 12 febbraio 2009. Vittorio Del Piano