17 luglio 2009

Su il sipario, ecco nuovi programmi, struttura e immagine della Civica di Trento

 

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68424Le novità più immediate sono quelle che saltano all’occhio fin da subito, il nuovo logo – ideato da Danilo Fenner – ed il nuovo nome, che per esteso è Fondazione Galleria Civica – Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento. Scopre tutte le sue carte la nuova realtà che nasce dalla ex Galleria Civica di Trento, e lo fa con una conferenza in corso proprio mentre ci leggete. Con la presentazione ufficiale dei Soci, del Cda, del Comitato Scientifico e dello Staff, la nuova “brand identity”, la grande mostra inaugurale che coinvolge tutta la città, i forti propositi di attenzione ai giovani artisti trentini. Una Fondazione che rappresenta nel panorama artistico italiano uno dei rari esempi di feconda partnership fra un ente pubblico (il Comune di Trento) e un gruppo significativo di privati (imprenditori, rappresentanti di associazioni, professionisti locali).
Il Consiglio di Amministrazione delle Fondazione è presieduto da Danilo Eccher (vicepresidente Mauro Pappaglione, terzo consigliere Mario Garavelli), mentre il Comitato Scientifico – come già anticipato da Exibart – è formato da Hans Ulrich Obrist, Gerald Matt, e Roberto Pinto. Nel nuovo staff, con il Direttore Andrea Viliani, il Curatore Elena Lydia Scipioni, e Francesca Pedroni, responsabile dalla Segreteria Organizzativa.
La grande mostra inaugurale che si terrà da ottobre a gennaio prossimi sarà una grande celebrazione e un’occasione di riflessione istituzionale di ampio respiro: una cinquantina di artisti in mostra, una dislocazione logistica che andrà a toccare una decina di sedi sparse nella città di Trento, coinvolgendo le più prestigiose istituzioni culturali del territorio, e una serie di eventi, con l’obiettivo di coniugare, nel tema generale proposto, la storia della Galleria Civica di Trento (di cui ricorre quest’anno il ventennale che la mostra intende celebrare) con uno sguardo – retrospettivo, ma anche rivolto al presente e al futuro – sull’arte italiana, dall’ultimo scorcio del Novecento ai suoi sviluppi attuali.
Qualche nome? Da Alighiero e Boetti a Francesco Clemente, Gino De Dominicis, Francesco Lo Savio, Mario Merz, Luigi Ontani, Vettor Pisani, Ettore Sottsass, Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Liliana Moro, ma anche artisti più giovani come Lara Favaretto, Christian Frosi, Paola Pivi, Anna Scalfi, Francesco Vezzoli. Previste anche mostre personali dedicate a quattro giovani artisti italiani emergenti – Giorgio Andreotta Calò, Meris Angioletti, Rosa Barba, Rossella Biscotti – proposte come statement della durata di un solo mese che si susseguiranno a rotazione, da ottobre 2009 a gennaio 2010, presso il piano seminterrato della Fondazione.
La Fondazione avrà – come è scritto chiaramente anche nel suo statuto – un’attenzione particolare alla realtà dell’arte contemporanea locale, in particolare dei giovani trentini. Per questo, nell’ambito della grande mostra inaugurale ma destinati a proseguire al di là di essa, verranno proposti al piano terra – d’ora in poi ad essi completamente riservato – tre progetti che con modalità differenti mireranno a offrire un supporto attivo e integrato appunto ai giovani artisti e creativi trentini.

link correlati
www.fondazionegalleriacivica.tn.it

[exibart]

5 Commenti

  1. Ecco il “miglior” sistema italiano che rilascia l’ennesima pappetta. Solita mostra omnicomprensiva (lo fanno tutti: al mambo dove lavorarva viliani ,al vicino museion, ecc). E poi i giovani “emergenti”. Bisognerebbe dire raccomandati. Il giovani Viliani formatosi nella peggiore cultura italiana ci restituisce i frutti della sua frustrazione e del suo astio. Perpetua il giochino delle raccomandazioni senza alcuna reale indagine della realtà. Ritorna fuori l’oligarca italiano pinto (ovunque), il solito obrist che, basta pagare, per fargli dare un po’ di sapore internazionale ai giochini del quartierino italiano.

  2. Nella ” nuova formula “della civica di Trento (ex cavallucci, e ora diretta da andrea viliani) si sta perpetuando la solita pappetta del “miglior” sistema dell’arte italiana. Solita mostra inaugurale e omnicomprensiva (lo fanno tutti: al mambo dove lavorava viliani ,al vicino museion, ecc). E poi i giovani “emergenti”. Bisognerebbe dire raccomandati. Il giovane Viliani, formatosi nella peggiore cultura italiana, ci restituisce i frutti della sua frustrazione e del suo astio. Perpetua il giochino delle raccomandazioni senza alcuna reale indagine della realtà. Come preludio a questì programmi museali non esiste un’indagine sincera e aperta del territorio. Probabilmente, in italia come all’estero , i giovani artisti sono troppi e troppo simili, e quindi si finisce per scegliere di legittimare quei giovani legati alle istituzioni più incidenti. Nel comitato della civica ritorna fuori l’oligarca italiano pinto (ovunque), e il solito obrist che, basta pagare, per fargli dare un po’ di sapore internazionale ai giochini del quartierino italiano.

  3. Ciò che scrive Luca Rossi (purtroppo non lo conosco nonostante il cognome comune-in comune )è totalmente condivisibile nonostante sia persino sanguinolento.
    E’ vero, la critica sta ferma, sei tu che devi andare a cercarla, e, se ti va bene, può persino riceverti. Lo scandalo è nella struttura della cultura Italiana.
    Rosanna Rossi

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