Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ultimamente la sua notorietà è stata più legata all’impegno umanitario e a difesa dei diritti umani in Cina, che alle sue creazioni artistiche ed architettoniche. Frequenti anche gli scontri con la polizia del suo paese d’origine, anche violenti, come quando finì in ospedale con una grave emorragia, dopo essere stato picchiato in seguito alle proteste per l’insabbiamento di un’inchiesta sulla morte di oltre 5mila bambini nel terremoto del Sichuan.
Parliamo di Ai Weiwei, che ora avrà l’onore di allestire da ottobre una propria installazione nella Turbine Hall della Tate Modern, a Londra, nell’ambito delle Unilever Series. Ovvero la commissione di public art più popolare dei Regno Unito, che ha visto alla prova negli anni passati artisti come Louise Bourgeois, Juan Muñoz, Anish Kapoor, Olafur Eliasson (il leggendario The Weather Project), Bruce Nauman, Rachel Whiteread, Carsten Höller, Doris Salcedo, Dominique Gonzalez-Foerster, Miroslaw Balka.
[exibart]