Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sarà l’artista Silvia Giambrone a inaugurare Ferramenta, nuovo spazio torinese per le arti contemporanee situato nel quadrilatero romano. Una performance e una selezione di opere video costituiscono il progetto espositivo, tutto incentrato intorno ad alcuni temi chiave della ricerca dell’artista: il corpo, il linguaggio, lo spazio, la dimensione affettiva, la relazione tra fragilità e forza, tra identità e alterità.
Il 1 febbraio Silvia Giambrone metterà in scena un affascinante dialogo tra tessuto sonoro e dimensione corporea. Sarà infatti un’insolita esecuzione musicale, ad opera di tre musicisti – il trombettista Ramon Moro, il dj Generoso Gene Urciuoli e Reac Tj, esperto dello strumento Reactable – a ridefinire confini e codici di un corpo divenuto strumento, superficie di risonanza attraverso cui produrre partiture ossee ed epidermiche.
Tra le opere esposte presso Ferramenta c’è anche il video Translation, già vincitore del premio Epson 2009, prodotto dall’artista durante il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti ed esposto alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. La questione che sta alla base del lavoro, dedicato al rito della scrittura, riguarda la possibilità per ogni formulazione linguistica di contenere e rappresentare appieno la complessità del reale. Quale corrispondenza diretta esiste tra parola e cosa, tra legge e fatto?
In attesa dell’opening torinese, Exibart.tv propone sabato 29 gennaio un assaggio della mostra, pubblicando Translation in versione integrale. Una nuova opera video che entra a far parte del nostro archivio, rimanendo fruibile da qui in avanti tra i documenti della tv. (helga marsala)
Inaugurazione: martedì 1 febbraio 2011
Performance ore 19.30, 20.30 e 21.00
Dal 1 al 27 febbraio 2011
Via bellezia 8g – Torino
spazioferramenta@gmail.com
spazioferramenta.blogspot.com
[exibart]
Video semplicemente meraviglioso
mmm, dovrebbe essere una citazione di Boetti?
Visto alla Bevilacqua anni fa, colpì per la semplice e incisiva bellezza. Per la possibilità di dire molto con poco, per la scansione delle immagini, quasi musicale. Per la forte espressione del tema: il linguaggio e la scrittura, la verità della scrittura e l’inutile tentativo di sovvertire questa verità, ribadendola.
Come si fa a scrivere di questo lavoro senza citare Boetti?
ignoranza o voluta trascuratezza per non svilire “l’originalita’” (???) della Giambrone?
http://www.klatmagazine.com/fincken-mirti/2011/01/10/009-to-write-is-to-draw/
Boetti: “Scrivere con la sinistra è disegnare”
e poi c’è anche (anzi sopratutto) la marchetta della marsala (pure lei siciliana).
non hanno un briciolo di dignità..
Mica essere nati nella stessa regione deve diventare un impedimento. Mi sento libera di dare spazio a chi stimo, a prescindere dai natali o dai certificati di residenza.
Nel caso specifico, la Giambrone – romana d’adozione, per altro – la conosco da pochissimo. Non è un’amica.
E’ un’artista giovane, con un lavoro che sta crescendo. Ma ha una certa grazia, uno sguardo autentico e una sua intelligenza formale. Non discriminerò mai un siciliano bravo per dimostrare che non faccio marchette… Che sciocchezza. Sarebbe come dire che un giornalista romano non deve recensire artisti romani, o che un critico milanese non deve lavorare coi milanesi!
L’onestà intellettuale se ne frega delle questioni geografiche.
La parola marchetta, poi, mi sta stretta da sempre. Se fossi capace di fare marchette avrei più soldi e qualche buona poltrona.
PS. Boetti non è citato sia per l’ovvietà del riferimento, sia perché si tratta di una piccola speednews di taglio informativo, non di un testo critico o di una recensione.
helga, seguo quello che fai e non ho nessuna difficoltà a crederti sulla parola. ti dirò di più, condivido anche il tuo parere sulla giambrone.
quello che volevo sottolineare, anche se sono stato brutalmente accusatorio, è che una tale ambiguità di relazioni e posizioni in italia non può essere vissuta senza “macchie”, cioè senza il sospetto dell’inciucio, dell’aiutino all’amico, appunto perché in questo paese la prassi è questa. e tu lo sai, lo sa anche la giambrone, lo sappiamo tutti.
forse nel tuo caso è stata solo una questione di misure, nel senso che oltre alla recensione/presentazione dello spazio ti sei spinta fino alla pubblicazione del video su exibart tv.
senza nulla togliere al fatto che me lo sono guardato con piacere, era strettamente necessario ai fini della segnalazione dell’evento? per quali altri artisti è stato fatto?
la cosa su cui punto il dito non è tanto l’aver parlato di un’artista siciliana, quanto quello di averle riservato un trattamento di favore “in quanto” siciliana, ovvero di averle dato più spazio di quanto normalmente viene concesso ad altri artisti in articoli simili.
in gergo si chiama “spinta” (o “spintarella”) ed è una cosa su cui tutti chiudono un occhio perché si sa, è una cosetta “leggera” e fatta a fin di bene (tanto è vero che anche tu ti sei prestata). tutto ciò però nulla toglie alla sostanza del gesto, che rimane assai torbido sotto il profilo etico. la tua risposta, perfetta e condivisibile in tutto, non ha minimamente intaccato i miei dubbi perché, credimi, ad un osservatore esterno (sopratutto se informato), la cosa è abbastanza lampante.
Gentile Andrea,
io proprio continuo a non capire. Exibart.tv ha un archivio documenti che ospita conferenze, registrazioni di performance, video di artisti o registi. Fa parte della nostra attività. Quando pubblichiamo questi video facciamo delle speed di lancio: è un modo per far dialogare la tv con il giornale on line, creando una comunicazione dinamica tra i settori della nostra piattaforma editoriale. Ci piace lavorare bene, a noi di Exibart, come una vera squadra.
Quando un artista mi concede un suo video in versione integrale io ne sono felice e cerco di dargli il risalto che merita. Nel caso della Giambrone mi pareva per altro ancor più interessante confezionare questa speednews che conteneva tre notizie in una: l’inaugurazione di un nuovo spazio a Torino, il classico lancio del video tv e la particolare performance sonora. Tutte informazioni adatte per una speed, che ho invece racchiuso in una sola news, programmando la pubblicazione del video nei giusti tempi rispetto all’opening torinese. Anche in questo caso, ho semplicemente fatto bene il mio lavoro di giornalista.
Non vedo cosa c’entri tutto questo con le origini siciliane dell’artista! E poi… che razza di marchetta sarebbe?? Non riesco a capire cosa ci guadagnerei dalla pubblicazione del video di una che è nata ad Agrigento. Boh.
Devo dire che mi fa un po’ sorridere la debolezza della sua argomentazione. Lei utilizza termini violenti: parla di mancanza di dignità e di gesti torbidi sotto il profilo etico. Incredibile. E’ talmente fuori misura e immotivata la sua invettiva da portarmi a credere che dietro ci sia dell’altro: scontentezze personali, forse una certa disillusione nei confronti del sistema. Ma sa, caro Andrea, nonostante il sistema sia in buona parte orientato da atteggiamenti corrotti, esistono persone che questo lavoro lo fanno perché ci credono. Con passione e con onestà. E io sono fra quelle.
Se lei fa l’artista o conosce artisti interessanti che lavorano col video e che potrebbero sottopormi il loro materiale per il nostro archivio… beh, mi contatti. Ne sarei lietissima. Vorrei che questo archivio tv crescesse, che diventasse un grande fondo con materiali disponibili per tutti… opere, talk, interviste, documentari… Ben accetti terroni, padani, europei, africani, vecchi, giovani, maschi, femmine, atei, comunisti e democristiani. Unica condizione: inviare materiale di qualità.
Grazie assai. Un saluto da Palermo.
Signor Andrea
difficilmente leggo e rispondo ai commenti, ma devo ammettere che mi incuriosisce e mi lusinga che lei pensi che qualcuno possa avere interesse a fare una marchetta a me, non credevo infatti di essere nelle condizioni di potere indurre qualcuno a desiderare di compiacermi.
Trovo questa sua considerazione molto interessante ma ahimé non supportata dalla realtà dei fatti.
Quanto al lavoro di Helga, credo di poter dire qualcosa in merito dal momento che sono stata io a lavorarci in questo caso, credo che faccia un ottimo lavoro quando decide di dedicare spazio agli artisti giovani ma soprattutto agli spazi giovani.
Io ho trovato questa iniziativa di associare il video alla news molto opportuna, dal momento che è proprio difficile che qualcuno si interessi alla nascita di uno spazio nuovo. Helga si interessa di spazi indipendenti ormai da tempo, e se c’è una cosa che puo’ in qualche modo cambiare le cose nel sistema è proprio dare spazio alle voci più indipendenti, non ancora corrotte, o che nascono proprio (almeno nelle intenzioni) per essere voci più limpide rispetto a quelle già più provate. Spesso accade che le buone intenzioni si perdano in una realtà troppo ostile, ma le assicuro che nessuno si mette a lavorare in condizioni di lavoro così precario se non perché motivato da una spinta molto forte a fare qualcosa di “diverso”(i giudizi di merito lasciamoli perdere, sarebbero necessariamente troppo arbitrari).
Se Helga decide di mettere una news in cui parla dell’apertura di uno spazio nuovo, che chiaramente non ha ancora alcun potere se non quello dell’entusiasmo e dell’energia di persone che “credono” nell’arte, a chi esattamente sta facendo quella che lei chiama una marchetta?
Se dietro ci fosse una istituzione, un ricco finanziatore o qualcosa del genere comprenderei il sospetto, ma un sospetto che nasce senza alcun fondamento non è piuttosto una paranoia, o un atto di disillusione, o peggio di malafede?E la stessa malafede è una forma di corruzione, proiettiva.
Le posso assicurare che personalmente non ho molto da dare in cambio ad un possibile “marchettaro”(del resto a meno che non sia totalmente sprovveduto anche lei conoscerà la situazione degli artisti giovani in Italia, condizione a cui io purtroppo non mi sottraggo), e che anche che lo spazio nuovo, che è lo Spazio Ferramenta di To, non ha ancora alcuna autorità in Italia perché è appena nato, ha 1 settimana di vita(ed è proprio per questo che puo’ essere interessante lavorarci, perché si puo’ ancora tentare di fare delle cose che non si lascino inghiottire da logiche consunte), quindi a chi si rivolge il sospetto che lei ritiene essere legittimo in Italia solo per l’andazzo generale?
Non è piuttosto questo un modo di scoraggiare quelli che invece ci tengono ancora a lavorare nonostante la corruzione, la scarsa disponibilità di risorse, etc?
Se poi entriamo nel merito dei modi che lei sceglie di usare per mettere in campo un’accusa così grave(dare ad una giornalista della marchettara, al di là del fatto che il termine marchetta è molto di moda, rimane cosa molto grave), non è anch’essa troppo facile senza neppure scrivere il proprio cognome che implicherebbe almeno un esporsi più convinto e concreto?
grazie per l’interesse e a presto
Helga Marsala mi sembra molto superficiale nel dire che.
ovvieta’ per chi??? non e’ certo una mappa o una delle sue opere maggiormente conosciute, mi sembra Doveroso citarlo, sia per rispetto nei confronti dell’autore che dei lettori che non conoscono la sua varia produzione.
Se onestamente se si fosse detto: “il lavoro si ispira all’opera di Boetti” non mi sembra che la speed news si sarebbe allungata troppo.
Ne’ e’ necessario un testo critico per fare una veloce citazione dell’autore dell’opera che viene “riproposta”.
Questa cosa la trovo ben piu’ irritante della pseudo marchetta alla siciliana, poiche’ dimostra ancora una volta come si parla di arte senza conoscere o valorizzare gli artisti che l’anno ispirata, forse non e’ il suo caso, ma e’ pieno di critici molto ignoranti sulla storia dell’arte.
cosa furbescamente sfruttata da tanti ggiovani che sfogliano qualche catalogo e poi fanno gli originali in mezzo agli ignoranti.
Concordo in gran parte con Silvia Giambrone,tranne sul fatto che la Helga Marsala faccia un buon lavoro solo quando scrive di artisti giovani.Cara Silvia ci sono artisti non giovanissimi più freschi,intensi,potenti,entusiasti e non corrotti di tanti appena nati.
mi scuso per il testo incompleto e riposto.
Helga Marsala mi sembra molto superficiale nel dire che:
“Boetti non è citato sia per l’ovvietà del riferimento, sia perché si tratta di una piccola speednews di taglio informativo, non di un testo critico o di una recensione.
ovvieta’ per chi??? non e’ certo una mappa o una delle opere di Boetti maggiormente conosciute, mi sembra Doveroso citarlo, sia per rispetto nei confronti dell’autore che dei lettori che non conoscono la sua varia produzione.
Se onestamente se si fosse detto: “il lavoro si ispira all’opera di Boetti” non mi sembra che la speed news si sarebbe allungata troppo.
Ne’ e’ necessario un testo critico per fare una veloce citazione dell’autore dell’opera che viene “riproposta”.
Questa cosa la trovo ben piu’ irritante della pseudo marchetta alla siciliana, poiche’ dimostra ancora una volta come si parla di arte senza conoscere o valorizzare gli artisti che l’anno ispirata, forse non e’ il suo caso, ma e’ pieno di critici molto ignoranti sulla storia dell’arte.
cosa furbescamente sfruttata da tanti ggiovani che sfogliano qualche catalogo e poi fanno gli originali in mezzo agli ignoranti.
Gentili signori,
difficilmente scrivo commenti alle news di exibart, ma questa mi ha davvero incuriosita.
Mi sembrano davvero imbarazzanti certe affermazioni, per non parlare dei modi, con cui si parla.
Bisogna chiedersi se in questo caso specifico la conoscenza del lavoro delle generazioni precedenti può aiutare a continuare un percorso in contrapposizione o continuazione di un linguaggio o se, in alternativa, ne rimane incatenato a forme e soprattutto concetti già maturati in un altro contesto. Nel secondo caso ne risulta ovviamente una brutta copia risultato dall’ignoranza, nel primo un arricchimento di modalità espressive e soprattutto di pensiero. Basterebbe studiare almeno un po’ il lavoro di Silvia Giambrone per capire la sua natura intellettuale, a volte superiore persino a quella propriamente artistica, per capire che la citazione a Boetti è tanto ovvia quanto inutile farla esplicita, ma fare il professore delle medie segnalando una ovvietà non è forse la peggiore causa di ignoranza?
Non è anche forse vero che le marchette sono conseguenza di interessi che s’intrecciano? qualcuno mi può spiegare quale sarebbe l’interesse di una giovane giornalista che si occupa di spazi giovani e di una giovane artista che lavora negli spazi giovani se non promuovere una situazione che in questo paese risulta sempre più difficile?….e ancora se entrambi sono davvero brave nel proprio lavoro, se vengono criticate con argomentazioni a dir poco imbarazzanti, non è meglio forse restare in silenzio, studiare prima di parlare e poi argomentare criticamente invece di dire idiozie?
Qualcuno potrà anche dire che io in quanto spagnolo ho interessi nella Sicilia o che non ho diritto a parlare o a scrivere?..
Per carità…il fatto che l’Italia sia piena di marchettari, iniziando dal capo del governo, non vuol dire che sia un modello etico e attribuibile a chiunque abbia veramente voglia di fare per bene il proprio lavoro.
Facciamo almeno ogni tanto una valutazione e una lettura critica degli artisti invece di perdere tempo rispondendo a catene di commenti che si perdono nella loro autoreferenzialità.
un cordiale saluto
marchetta, che vuol dire? che helga marsala ha preso dei soldi per scrivere? che silvia giambrone ha pagato per far scrivere di lei? che vuol dire?
allora, precedendo su questo squallido ragionamento, ammettiamo che si sia verificata una delle due ipotesi, anzi, esageriamo, che si siano verificate entrambe: dove sta il tanto sbandierato squallore? nel fatto che si è parlato di un lavoro senza sostanza? nel fatto che un giornalista lavori e quindi potrebbe essere ricompensato del lavoro svolto? del fatto che ha parlato di un suo (ipotetico e maliziosamente sospettato per l’animo cattivo che molti hanno)amcio? e se pure fosse, qual è il problema? se crede nel lavoro dell’artsita, se crede nella portata artistica del lavoro, qual è il problema?inoltre, qual è il problema di aver omesso la citazione? è un reato, un’indicibile onta? è superficialità? tutto ciò non svuota la portata del lavoro di silvia giambrone. nessuno, infatti, e sottolineo nessuno di quelli che l’hanno tanto menata sulla marchetta, hanno portato avanti delle critiche costruttive sul lavoro. lavandaie, ci siamo ridotti a essere delle lavandaie (nel rispetto della persa e stimabile categoria)!
è una marchetta anche la speed-news su Adelita Husni Bey perchè non si è citato William Kentridge?
davvero pessima l’uscita della Helga Marsala che dice che “”Boetti non è citato sia per l’ovvietà del riferimento”.
Realisticamente stiamo parlando di una opera poco conoscita dal grande pubblico.
Forse l’opera ispiratrice, quella di Boetti, era sconosciuta anche alla Marsala.
Ad ogni modo mi fa ridere Angel nella sua difesa patetica che dice “basterebbe studiare almeno un po’ il lavoro di Silvia Giambrone” ma per piacere!
non si cita neanche Boetti e poi “studiamo” la Giambrone! ma per piacere e non sfruttate i grandi artisti senza neanche citarli! vi manca l’onestà intellettuale!
sono due questioni diverse:
marchetta lo riferivano alla stessa provenienza di artista curatore /
quella della citazione e’ una questione distinta e legata alla riproposizione di un lavoro degli anni ’70 di Boetti senza neanche un accenno all’artista copiato/
(per katja)
Signora o Signorina Angel
penso che la citazione a Boetti non fosse per nulla necessaria; se la stessa è stata tirata in ballo non aveva altro scopo che essere usata come arma impropria contro l’opera della Signorina Giambrone.
La “marchetta” lascia il tempo che trova perche’ è solo l’effetto non la causa della questione ma a quanto pare basta molto poco per muovere le acque dello stagno.
L’idolo del GRANDE ARTISTA fa fatica a morire perche’ è stato sempre Funzionale al sistema il cui scopo è gestire le eccedenze che naturalmente, non disturbino.
La saluto Angel .
La Signorina Giambrone ha copiato un’opera di un grande artista per riproporci una sua opera del tutto inutile.
Evidentemente “l’idolo del GRANDE ARTISTA fa fatica a morire” (Marras) poiche’ ci sono artisti che invece di fare opere ORIGINALI non trovano di meglio che COPIARE.
I giovani dovrebbero proporre cose nuove, non propinarci cose degli anni ’70 come se avessero scoperto l’acqua calda!!!
Gentile Lorenzo,
Innanzi tutto, Angel è un nome maschile…sorvolando su questo mi fa anche sorridere l’insistenza degli altri di richiamare all’idolo quando nemmeno conoscono il proprio lavoro, il mito è utile sempre e quando rimanga superficiale, altrimenti c’è il rischio della sua scomparsa. Amo Boetti così come amo tutta l’arte povera, ma questo non giustifica che ogni volta che un artista italiano faccia qualunque cosa dobbiamo sempre avere uno sguardo di malizia….lo strabismo nello sguardo lasciamolo alla transavanguardia, forse è anche ora di guardare avanti… citare non copiare è stato uno dei modi di riflettere sul presente di ogni generazione di artisti…per rispecchiare le modifiche che il reale, così come il sociale hanno subito nel percorso
Gentile Alfredo,
i suoi commenti non solo mancano di qualunque educazione, ma anche di una minima coerenza nell’interpretazione delle mie parole, per cui faccia il maestrino di scuola in un’altro contesto e impari prima di tutto cosa vuol dire onestà intellettuale.
“Boetti di spalle è ripreso nell’atto di scrivere questa frase con entrambe le mani in modo speculare.”
da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Alighiero_Boetti
Angel dice ‘Amo Boetti così come amo tutta l’arte povera, ma questo non giustifica che ogni volta che un artista italiano faccia qualunque cosa dobbiamo sempre avere uno sguardo di malizia”
cosa occorre uno sguardi di malizia per vedere una opera Copiata?
concordo sul ‘forse è anche ora di guardare avanti…’.
Riferisca anche alla Silvia Giambrone che queste cose appartengono ad una altra generazione di artisti.
E’ divertente notare come nessuno di quelli che parla di Boetti abbia notato che Boetti scrive la stessa frase con 2 mani contemporaneamente, io scrivo 2 frasi diverse in 2 lingue diverse con entrambe le mani. L’operazione è completamente diversa e chi non l’ha capito o non ha visto bene Boetti, o non ha visto bene il mio, o non ha capito Boetti, o non ha capito il mio. Chi ha entrambe le mani puo’ provare e capirlo da solo sul proprio corpo.
La ricerca artistica di Alighiero Boetti è rappresentata dalla fedele presenza del concetto di doppio e del rapporto tra gli opposti, come ad esempio l’immagine riflessa nello specchio dove l’artista cerca e trova la riproduzione della propria individualità.
Alla base del lavoro di Silvia Giambrone, dedicato al rito della scrittura, c’è la questione del rapporto, strutturale e controverso, tra linguaggio e realtà. Può una formulazione linguistica, vincolata a un codice espressivo e rappresentativo, contenere e restituire appieno la complessità del reale? Quale corrispondenza diretta esiste tra parola e cosa, tra legge e fatto?
Qualche maestrino di scuola mi spiega dove c’è la copia???? qualche maestrino di scuola mi spiega perchè lo studio e la conoscenza dei maestri del passato deve bloccare un percorso che visivamente cita ma che concettualmente non c’entra niente? quacuno mi spiega perchè giudichiamo i lavori in base solo alla proposizione estetica senza voler approfondire? qualcuno mi spiega perchè questo paese deve sempre rimanere nella superficialità delle cose e criticare astrusamente tutto ciò che gli appartiene, ma soprattutto tutto ciò che gli sfugge?
Tanti giovani artisti sono intercambiali, visto che copiano a man bassa.
Non c’è nulla di originale nell’opera della Giambrone, nulla che non possa essere attribuito anche ad altri artisti, Boetti compreso.
La Giambrone, la quale anche nelle performance non tocca nessun territorio inesplorato, è molto ovvia e fa pure la furbetta.