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Si chiama “Attraverso la mia finestra” il progetto del fotografo coreano Ahae. Tre anni passati ad osservare il cambiamento delle stagioni, la natura, la fauna, il cielo e la Terra, attraverso la finestra del proprio studio.
Nato in Giappone nel 1941, tornò in patria, nella Corea del Sud, alla fine della seconda guerra mondiale. Attivista per la tutela dell’ambiente dal 1970, potrebbe essere descritto come un artista, un naturalista, un filantropo, un poeta. E un attento studioso dell’ambiente, sia a livello paesaggistico che nelle sue connessioni con la vita umana. È legato con organizzazioni internazionali che promuovono l’agricoltura biologica e progetti di conservazione della natura, e le sue opere fotografiche sono esattamente una progressione logica dalla sua attenzione sull’ambiente naturale e sulle sue modalità di percezione.
Ora il progetto “Through my window” sbarca, dopo la Grand Central di New York, Mosca, e Fondazione Alinari di Firenze, solo per citare alcune location mondiali, ai Magazzini del Sale di Venezia, da domani per circa un mese prima di volare a Parigi. Un milione e mezzo di fotografie prodotte in quasi tre anni, un’impresa titanica senza sosta, mai sperimentata prima, che non ha non ha utilizzato nessuna illuminazione artificiale e nessuna manipolazione durante il montaggio. Viene in mente la vicenda di Auggie, personaggio del film “Smoke” di Paul Auster, che fotografa da anni, una volta al giorno, lo stesso posto: l’angolo tra la Terza Strada e la Settima Avenue, a Brooklyn, alle otto in punto del mattino. Quattromila giorni uno dopo l’altro fotografati con ogni sorta di situazione meteo. Ma Ahae ha voluto battere il guinness e abbondare!