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Si tratta di uno dei programmi “collaterali” più blasonati al mondo. Un po’ perché si svolge a Frieze New York, che in quanto a qualità dell’offerta non si casca di certo male, un po’ perché a dirigerlo è Cecilia Alemani, direttrice dell’High Line, e quest’anno anche un po’ perché Cattelan riunirà idealmente la “Family Businnes” – manco solo Massimiliano Gioni – con un suo progetto speciale dedicato alla galleria Daniel Newburg, attiva dal 1984 al ’94 nella Grande Mela, che sarà guida della nuova edizione, dedicata alle “magiche” possibilità dell’arte di creare con performance, sculture e azioni clandestine, e modificare l’ambiente in modi inaspettati e divertenti.
Ma certo, parliamo di Frieze Projects!
Conoscendo il modus operandi Cattelan il dubbio è amletico: se ne vedranno delle belle o se ci sarà da gridare alla “stanchezza” del pensionato più celebre dell’arte?
Se non ci sperate più di tanto potrete sempre puntare sugli interventi di Alex Da Corte, Anthea Hamilton, David Horvitz, Eduardo Navarro ed Heather Phillipson, che tra palloni giganti, specchi che cattureranno il cielo o la reinterpretazione del progetto del 1972 Kar-A-Sutra (Hamilton) di Mario Bellini, siamo sicuri esalteranno un po’ l’atmosfera di Randall’s Island, solitamente presa d’assalto non solo dagli addetti ai lavori, anzi.