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Si è aperta oggi la 36esima edizione della fiera d’arte contemporanea ARCO Madrid. Con perfettissima puntualità e lunghe code – anche se oggi e domani l’accesso è riservato ai professionisti del settore – questa grande mostra mercato si è convertita, dalla sua prima edizione nel 1982 ad oggi, in un evento di vasta presenza mediatica conquistando l’attenzione non soltanto degli addetti ai lavori ma anche del pubblico non specializzato. In un clima di festa ed entusiasmo ci si aspetta una affluenza di più di 100mila visitatori. I galleristi sono già alla scoperta degli artisti denominati “sexy”, secondo parole dello stesso Carlos Urroz – direttore della fiera – per riferirsi ai talenti emergenti o mid-carreer poco conosciuti fino adesso ma con un grande potenziale di visibilità.
In questo scenario la presenza dell’Italia si fa sentire tanto in fiera quanto in città. Nella sezione principale, chiamata “Programa general”, due gallerie bolognesi sembrano proseguire il discorso intrapreso già ad Arte Fiera. È il caso di Enrico Astuni e P420, quest’ultima presentando, tra altri, lavori di Irma Blank (Celle, 1934) – recentemente convocata per la prossima Biennale di Venezia– e di Rodrigo Hernández (Messico, 1983) –finalista del X Premio Illy Sustainart il cui vincitore si conoscerà domani–. Inoltre troviamo Continua (San Gimignano), Giorgio Persano (Torino), Prometeo Gallery (Milano) e Studio Trisorio (Napoli), presente all’appuntamento madrileño da oltre 20 anni. Alcune di queste gallerie sembrano seguire il filo rosso tracciato da ARCO che vuole consolidarsi come l’evento fieristico ideale per la presentazione dello scenario latinoamericano in Europa. È il caso di Continua, con un solo show di Jorge Macchi (Buenos Aires, 1969) e una retrospettiva tra gli eventi collaterali al centro d’arte CA2M di Madrid.
In città le proposte italiane spaziano dai capolavori del primo Novecento di Carrà, de Chirico e Sironi, riuniti nella mostra “Un’eterna bellezza” alla Fundación Mapfre, ai lavori di Alighiero Boetti all’interno della collezione privata Coppel –proveniente del Messico– nella Sala de Arte Santander. Inoltre, prendendo in prestito il titolo di un meraviglioso libro di Margarite Duras “Material Life”, Davide Ferri realizza la sua proposta curatoriale attraverso una riflessione sulla figurazione attuale e include include lavori di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976) e Luca Bertolo (Milano, 1968) al centro d’arte The Goma fino al 12 marzo. (Ana Laura Esposito)
In home page: R. Hernández, Untitled (Spaceman 1), 2016, matita colorata su carta:colour pencil on paper, cm.250×150 (ph.C.Favero)
Sopra: Immagine dell’allestimento della fiera