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Le presentazioni, stamane, sono state in un “piccolo angolo di Sicilia” a Milano, come ha ricordato Hedwig Fijen – direttrice di Manifesta: la nuova galleria di Francesco Pantaleone, a Porta Romana.
Un breve momento di isolanità, tra arancini e calici di vino Tasca, per raccontare la dodicesima edizione di Manifesta, con Ippolito Pestellini Laparelli (partner dello studio OMA di Rem Koolhaas) coordinato della kermesse europea biennale, e itinerante.
Iniziamo dalla data: opening al pubblico il 15 giugno 2018 (fino al 4 novembre) per una manifestazione che – specifica Fijeng – non sarà più soltanto legata all’arte contemporanea ma completamente interdisciplinare.
Il prossimo maggio, invece, saranno presentati i progetti dei 4 Creative Mediator, che oltre a Pestellini includono anche la svizzera Mirjam Varadinis, curatrice del Kunsthaus di Zurigo, l’architetto, artista e studioso spagnolo Andrés Jaque, fondatore dell’Office of Political Innovation e Bregtje van der Haak, regista e giornalista olandese.
Tra le “mission” di Manifesta, infatti, vi è quella di “sbloccare” le città dove la Biennale opera, e nel caso di Palermo si lavorerà a strettissimo contattato non solo con la città, nel suo senso urbanistico, ma anche con i cittadini.
Non un’esposizione, insomma, non una rassegna di “curatori”, rimarca Pestellini, ma un vero e proprio lavoro su una città che è una “geografia”, nei quali si prenderanno in esame i temi dei nostri giorni attraverso la partecipazione: xenofobia, confini, paure dell’altro ma anche condivisioni, cambiamento climatico, immigrazioni, con un vasto team di persone e personaggi invitati a collaborare, dagli studenti universitari ai professionisti dell’arte e non solo. Per iniettare nuove energie in una città che ha ancora tantissime potenzialità inespresse. Stay tuned!
Sopra da sinistra: Pantaleone, Fijeng e Pestellini