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L’anno scorso abbiamo assistito alla formazione di una nuova Pangea che, nel frattempo, non ha affatto smesso di ampliarsi e, adesso, ha esattamente raddoppiato la propria estensione. E così vedremo come sarà muoversi sulla superficie instabile di un Supercontinent², per la 38ma edizione di Drodesera, il Festival di arti performative diretto da Barbara Boninsegna, co-curato da Filippo Andreatta, che si terrà dal 20 al 28 luglio negli spazi di Centrale Fies, una centrale elettrica in parte ancora in funzione, tra le montagne di Dro, a nord della piana dell’Altogarda. Forse meglio non fare troppo affidamento sulle tradizionali indicazioni topografiche, visto che il Festival invita a cambiare posto alle cose, produrre biodiversità e complessità di segno, puntando gli sguardi verso altre terre. Perché nel Supercontinent puoi montare una tenda per la notte nel deserto e uscendo al mattino ritrovarti su una montagna, avvisano i curatori.
Insomma, Centrale Fies sembra il posto giusto per mettere in discussione certezze e coordinate ed è proprio qui che Anne-Lise Le Gac, Christian Botale Molebo, Judith Raum, Rodrigo Batista de Oliveira, Nyakallo Maleke, Ely Daou, Reza Mirabi, Ursula Mayer, Michele Rizzo, Beto Shwafaty, Cinthia De Levie e Phumulani Ntuli, potranno scoprire nuove e, magari, inattese sfumature della propria ricerca artistica. Sono loro i vincitori di Live Works, la piattaforma di Drodesera dedicata interamente alla performance art, selezionati da Barbara Boninsegna, Daniel Blanga Gubbay e Simone Frangi, su più di 400 application arrivate da tutto il mondo.
Avremo modo di vederli in azione il 20, 21 e 22 luglio, ad apertura della programmazione di Supercontinent², con performance inedite e sviluppate specificamente per questa occasione. Ma visto che Live Works è anche una piattaforma di confronto e di dibattito, verrà supportato tutto il processo di realizzazione, sia negli aspetti tecnici che nei risvolti teorici, con un programma di residenza e free school, attività collaterali e di curatela, come studio visit, critical session e reading group. A incontrare gli artisti selezionati, per espandere il network utile alla diffusione e alla promozione dei lavori, un board internazionale, composto da operatrici e operatori culturali attivi nell’ambito della ricerca sulla performance: Alessio Antoniolli (Direttore di Gasworks, Londra), Alexander Roberts (curatore e producer), Anne Breure (Direttrice della Veem House for Performance di Amsterdam), Gundega Laivina (Direttrice di Homo Novus Festival di Riga), Juan Canela (curatore e scrittore), Vittoria Matarrese (curatrice di Performance Art al Palais de Tokyo, Parigi).
A completare questo atlante tutto da attraversare, un nutrito parterre di artisti, che si alterneranno dalla mattina inoltrata fino alla mattinata successiva, visto che, alla fine degli spettacoli, si terrà anche un dj set nel Parco: Marco D’Agostin, Lotte Van Den Berg, Jordi Colomer, Cosmesi, Dewey Dell, Philipp Gehmacher, Halory Goerger + Antoine Defoort/Amicale De Production, Thea Hjelmeland, Jacopo Jenna, Gerald Kurdian, Kristina Norman, Oht + Orchestra Haydn Orchester, Tiago Rodrigues/Teatro Nacional D. Maria II, Urok Shirhan, Alma Soderberg + Hendrik Willekens, John The Houseband, Sotterraneo, Sarah Vanhee/Campo, Dries Verhoeven, Emanuele Coccia, Ugo Morelli, Filippo Minelli, Luca Ruali + Nicola Di Croce, Maria Hassaby, Lina Lapelyte, Mario Mieli, Giovanni Morbin, Slavs&Tatars.