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Con “Untitled Blue”, Sonia Riccio ci pone di fronte all’idea della paura. La sua mostra – visitabile fino al 4 ottobre nella Sala delle Mura Greche della BRAU-Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – ha inaugurato il progetto Linguaggi Partenopei, un programma di mostre ideato da Gino Solito e Dino Morra, con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
In un momento in cui la paura è la nostra compagna quotidiana, Riccio la inquadra nei termini di una inevitabile intromissione e, in un’immagine indiretta ma indimenticabile, presenta una serie di tele nere come la notte, segnate da un gesto istintivo, automatico, di colore su colore. Un’ombra tracciata dal pennello racchiude i timori dell’uomo che cerca di sfuggire dalle paure che impregnano anche le coperte nelle quali cerca rifugio. Positivismo e patologia dell’azione pittorica, per le tele bianco monocromo esposte in stanze dipinte dello stesso colore. Riccio dipinge di bianco con una riga verticale, obliqua, singola o doppia, impregnando di una nuova urgenza e concretezza il messaggio sotteso.
La sovrapposizione del colore è un’operazione rituale, tribale, primitiva, che mira a sottrarre o aggiungere materia all’opera pittorica. Tutto ciò appare come un desiderio negativo, perverso, oscuro ma una grande tela in International Klein Blue, con una espansione sensoriale di speranza, trova forma e colore incastonata nel tufo delle mura greche. Tra il nero e il bianco, tra il buio e la luce, c’ è il blu, rivolta assolta, disobbedienza totale e sabotaggio sistematico al non colore. (Danilo Russo)