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Il prossimo 11 novembre chiuderà la mostra “Mariella Simoni. 1975-2018”, a cura di Barbara Vanderlinden. La personale, promossa da Istituzione Bologna Musei Area Arte Moderna e Contemporanea e accompagnata da un volume ricco di immagini delle opere pubblicato da Edizioni MAMbo, ha aperto i battenti lo scorso 29 settembre nella suggestiva cornice di Villa delle Rose in via Saragozza ed è stata un’opportunità per approfondire la conoscenza di un’artista dal percorso ultra-quarantennale, che ha fatto del dialogo con il mondo e dell’attitudine al nomadismo una delle sue cifre stilistiche ed esistenziali.
Nella retrospettiva, i lavori sono stati accuratamente selezionati dalla stessa Mariella Simoni (Desenzano del Garda, 1948) e dalla curatrice, facendo dialogare le installazioni con i dipinti di grandi e piccole dimensioni di diversi periodi per affinità elettive e non cronologiche, per evidenziare alcuni temi ricorrenti nel lavoro dell’artista: l’intelletto, la psicologia, la questione del sé, la soggettività in relazione alle forme espressive hanno fatto parte di mostre fondamentali dell’artista.
Ultimi giorni allora per poter ammirare la leggerezza delle carte e delle tavole traslucide, oppure Sedia, già esposto all’interno di “All’altezza del cuore”, alla Galleria Karen e Jean Bernier di Atene, nel 1980. Altri lavori sono stati invece ricostruiti, come Cinque stanze, installazione realizzata nel 1978 nel suo appartamento di via Crivelli a Milano, a pochi passi dalla Galleria Luigi De Ambrogi, per la quale Simoni ha fatto diventare opere il salotto e la libreria, facendoli avviluppare naturalmente da piante e fiori. (Vincenzo D’Argenio)