16 febbraio 2019

Addio Bernheim-Jeun. La galleria parigina di Courbet e Van Gogh chiude i battenti dopo 150 anni

 

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La galleria Bernheim-Jeun di Parigi ha annunciato la sua chiusura, dopo 150 anni di attività scanditi da esposizioni a dir poco storiche, da Gustave Courbet, quando il suo approccio crudo destava scandalo e ammirazione, a Vincent Van Gogh, molto prima di diventare un blockbuster, fino ai Futuristi. La notizia è stata diffusa in sordina, annunciata sul sito della galleria con un messaggio laconico in cui non si forniscono ulteriori spiegazioni. 
Dopo l’apertura nel 1863, in Rue Lafitte, la Galerie Bernheim-Jeune acquisì subito notorietà per il suo programma pionieristico. Il suo fondatore, Alexandre Bernheim-Jeune, strinse rapporti molto stretti con artisti come Eugene Delacroix e Camille Corot e fu anche uno dei primi promotori della Scuola di Barbizon. Nel 1874, la galleria organizzò una mostra fondamentale per lo sviluppo del movimento impressionista, mentre nel 1901 presentò la prima retrospettiva di Van Gogh, in collaborazione con il critico d’arte Julien Leclercq. Al volgere del secolo, Alexandre passò il testimone ai figli Joseph e Gaston e la galleria poté compiere un ulteriore passo in avanti. Nel 1906, a curare il programma espositivo fu chiamato il critico d’arte anarchico Félix Fénéon, che svolse questo incarico fino al 1926, invitando artisti come Georges Seurat, Édouard Vuillard, Henri Matisse, Raoul Dufy, Maurice de Vlaminck e Maurice Utrillo. Nel 1912 aprì la prima mostra futurista a Parigi e, dal 1914, la galleria avviò anche un programma editoriale e fu tra le prime istituzioni a pubblicare un libro su Paul Cézanne. Nel 1920, Pierre Bonnard ritrasse i due fratelli in un’opera oggi conservata al d’Orsay. 
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la maggior parte delle opere furono confiscate dalla Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg, unità nazista dedicata al recupero di tutto il materiale ritenuto politicamente e culturalmente importante nei paesi occupati dall’esercito tedesco. La famiglia trascorse gran parte del dopoguerra, investendo molte risorse, nel tentativo di recuperare la sua collezione. 
«Sono stato presidente e direttore generale della compagnia fino all’aprile 2018, quando il comitato consultivo ha deciso un cambio di gestione. Poi la nuova direzione ha preso la decisione di chiudere la galleria», ha dichiarato, al Journal des Arts, Guy-Patrice Dauberville, cugino di Michel Dauberville, discendente dei Bernheim. La società è ora nelle mani di Béatrice Dauberville e Stéphane Dauberville, che hanno scelto di cessare le operazioni di galleria, comunque non per ragioni legate al mercato, ha chiarito Guy-Patrice, che continuerà i suoi studi su Pierre Bonnard e Pierre-Auguste Renoir insieme alla figlia Floriane, trasferendo il suo archivio in un nuovo spazio in Boulevard Haussmann, pur non continuando a usare il nome di Bernheim-Jeune.

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