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Il binomio arte e diritto è di casa ormai da anni presso Nctm Studio Legale Associato a Milano. Ne parliamo con Gabi Scardi.
Sono 8 anni che Nctm coniuga il diritto con l’arte. In che modo avviene? Un bilancio di questi primi anni?
«Con il progetto nctm e l’arte, Nctm Studio Legale desidera partecipare in modo costruttivo alle dinamiche culturali del Paese. Tra le modalità prescelte, c’è quella di costruire una collezione e di affiancare artisti in diverse maniere. Gli artisti che attirano la nostra attenzione sono accomunati da una forte sensibilità nei confronti del presente, tendono ad assumere un ruolo critico rispetto al mondo attuale e a problematizzare ogni posizione. Il loro lavoro funge da stimolo rispetto alla riflessione sul contemporaneo».
Perché Nctm ha scelto l’arte?
«Lo Studio attribuisce importanza al pensiero e alla progettualità. L’iniziativa legata all’arte contemporanea nasce dall’idea che esista una relazione tra capacità innovative e partecipazione culturale, e che essere immersi nei processi di produzione culturale, contribuisca a generare pensiero, contenuti, senso della sperimentazione; doti importanti anche nel campo professionale. Non si tratta però di una scelta strumentale. Alla base di tutto ci sono passione e fiducia nella cultura come punto di vista privilegiato sull’attualità».
Quali risultati tangibili avete conseguito?
«Risultati numerosi e sfaccettati. Lo Studio ha sostenuto numerosi progetti di artisti italiani e non; sia con le borse di studio nctm e l’arte: Artists-in-Residence, sia con il sostegno alla produzione sulla base di progetti convincenti. Solo per citarne alcuni: Adrian Paci, The Column; Adelita Husni-Bey, Agency, Maria Papadimitriou, Why Look At Animals; Uriel Orlow, Wishing Trees. La prima delle soddisfazioni è di sentirsi propulsori di idee e di azioni dagli esiti seri, rigorosi, rilevanti. Tra l’altro molti degli artisti che abbiamo affiancato hanno ottenuto grandi riconoscimenti. Tra le situazioni di carattere pubblico più rilevanti annovero il recupero del Teatro Continuo di Alberto Burri (2015). Con quest’operazione Nctm ha inteso lasciare un proprio contributo alla città e al Paese».
Qual è il coinvolgimento e il feedback da parte di chi lavora in Nctm? E da parte dei clienti?
«Tra i fruitori del progetto nctm e l’arte i primi interessati sono i professionisti e i dipendenti dello Studio, che beneficiano di un clima di contaminazione culturale. Attraverso il rapporto quotidiano con le opere d’arte e un avvicinamento al sistema artistico, nctm e l’arte favorisce un senso di familiarità rispetto all’arte e una possibilità di arricchimento personale e professionale. Particolarmente attivi sono i giovani professionisti dello Studio che, coordinati dal Comitato Arte Next Generation, sono stati più volte coinvolti in esperienze all’esterno e all’interno dello studio. Nei prossimi mesi, sarà rivolta a loro una serie di workshop con artisti di rilevanza internazionale, il primo dei quali affidato a Uriel Orlow».
Cosa prevede il vostro programma 2019?
«Il programma 2019 di nctm e l’arte è incentrato sul tema dei diritti, della giustizia, della legge, così com’è visto attraverso il prisma dell’arte. Il programma prevede numerose iniziative, prima delle quali una serie di incontri, aperti al pubblico, con artisti di rilievo internazionale, il cui lavoro si concentra sui fondamenti del rispetto, del diritto, della giustizia. I primi sono Marinella Senatore (21/02), Adrian Paci (06/03), Krzysztof Wodiczko (22/03). Seguono i già citati laboratori destinati ai professionisti dello Studio. Parte del programma è anche una performance appositamente ideata da Marinella Senatore, dal titolo Protest Forms: Memory and Celebration. Public opinion descends upon the demonstrators, prevista per il 06 aprile. E poi ci sono l’affiancamento di Loro (Them), progetto pubblico di un artista da sempre attento ai temi dello squilibrio sociale, Krzysztof Wodiczko, organizzato dall’associazione non-profit newyorkese More Art. E un contributo alla realizzazione delle opere di Driant Zeneli, con cui rappresenterà l’Albania alla prossima Biennale di Venezia. Il lavoro, pur mantenendo una connotazione visionaria, affronta anche il tema dell’immiserimento sociale e della conseguente contrazione delle prospettive dell’individuo». (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Peter Hugo, Abdulai Yahaya, Agbogbloshie Market, Accra, Ghana