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Una scatola blu che contiene una piantina della città, un segnalibro con un elenco di emozioni, qualche matita colorata e alcuni fogli di carta da disegno su cui indicare i luoghi significativi della propria vita. Più di trecento abitanti di Matera, dai 10 agli 80 anni, hanno ricevuto questa scatola e sono stati invitati a disegnare la propria mappa emozionale narrando i luoghi della città dove sono accaduti avvenimenti emotivamente importanti della propria esistenza. Matera, capitale della cultura 2019, diventa la prima città visitabile grazie a una Mappa Emozionale: inizia da qui il lungo viaggio percorso dalle emozioni raccolte e custodite dall’Atlante delle emozioni delle città. Il 23 e 24 marzo è stata inaugurata La Secretissima Camera de Lo Core, una installazione multisensoriale site specific, articolata in più ambienti, dove le memorie degli abitanti, lette e rielaborate dallo scrittore Alessandro Baricco e dai giovani scrittori della Scuola Holden di Torino, prendono vita per raccontare l’anima dei luoghi. La Camera, primo capitolo del progetto “Atlante delle emozioni delle città” co-prodotto da Teatro dei Sassi, sarà visitabile fino al 31 luglio negli spazi della Biblioteca, casa della cultura patrimonio della città. Strettamente connesse alle mappe disegnate dai cittadini sono le 37 opere realizzate dall’artista Stefano Faravelli, e da un gruppo di oltre 40 artisti, per metà lucani, da lui diretti, mentre l’allestimento della Camera è firmato dal costruttore di marchingegni teatrali e artigiano della luce Paolo Baroni, con la direzione artistica dell’opera a cura di Massimo Lanzetta di Teatro dei Sassi.
Da questo lavoro di trasformazione letteraria e artistica e dalla comunità che ha raccolto memorie, segreti e racconti è nata una grande “Mappa Madre”, un itinerario emotivo della città realizzato da Stefano Faravelli su carta di riso che narra 15 tappe di un percorso inedito tra diversi luoghi della città di Matera e che contiene il prezioso cartiglio scritto da Alessandro Baricco. La Mappa Madre, a partire dal 2020, sarà riprodotta in formato tascabile e consegnata a ciascun visitatore desideroso di percorrere un itinerario di luoghi emozionali della città. Il viaggiatore, tornato a casa, sceglierà il giusto tempo per elaborare l’intera esperienza di viaggio e condividerla, attraverso il sito dell’Atlante, con tutti gli altri viaggiatori emozionali, perché: “D’una città -diceva Italo Calvino – non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda. Perché una città vive dei ricordi e delle emozioni intrecciate alle sue strade dagli abitanti, e certe volte una risposta può arrivare senza che nessuna domanda sia stata formulata”. Tra gli eventi in programma per Matera 2019 c’è anche M.E.M.O.RI., acronimo di Museo Euro-Mediterrraneo dell’Oggetto RI-fiutato, un museo itinerante e interattivo che nasce da una rielaborazione in chiave artistica di oggetti artigianali “scartati” dalle dinamiche contemporanee. Per realizzarlo si è lavorato sulla forte potenza generatrice delle contaminazioni, attraverso un processo di scambio, dialogo e confronto tra 5 realtà portuali del Mediterraneo, Genova, Marsiglia, Malaga, Tetouan, e Tunisi e 5 comunità lucane. L’indagine è iniziata con la condivisione della Memori Box tra le 10 comunità coinvolte, uno strumento didattico che ha permesso di attivare nelle città di riferimento degli urban game e di produrre ricerche, studi, interviste in forma di gioco sugli oggetti artigianali.
Con un gruppo di artisti, curatori ed antropologi sono stati attivati degli appuntamenti chiamati “Memori lab” per aprire discussioni collettive sul senso della nostra indagine e sul valore degli oggetti rappresentativi del patrimonio culturale e civico euro-mediterraneo. M.E.M.O.RI. è quindi l’esito di innesti, sincretismi, interventi antropologici e creativi finalizzati a recuperarne valenze emotive e relazionali, a provocare riflessioni relative non solo al rapporto tra arte e artigianato, tra arte e memoria, tra arte e dialogo culturale, ma anche ad aprire orizzonti di senso ulteriori su elementi quali il concetto di rifiuto e quello di scarto. Da una parte un luogo che ri-fiuta nuove potenzialità relazionali e narrative degli oggetti, ovvero il risultato di un processo che ri-elabora oggetti relegati in ambiti secondari dei processi di socializzazione, dall’altra un luogo che lavora sul concetto di scarto da intendere non solo come abbandono o eliminazione, ma anche come differenza, come variazione da uno stato a un altro, come apertura di spazi ulteriori di senso in cui far viaggiare la nostra intelligenza e la nostra apertura al mondo.