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fino al 19.X.2003 Rifiorir d’antichi suoni – Tre secoli di pianoforti Trento, Castello del Buonconsiglio
trento bolzano
La nascita e l’evoluzione del pianoforte attraverso cinquantatrè magnifici esemplari del Sette e Ottocento, documenti, stampe e dipinti d’epoca. In una mostra dove è possibile vedere…e ascoltare. Anche il quattro tasti usato da Wagner per il suo Parsifal…
L’esposizione – la più grande e completa mai realizzata finora – testimonia la storia del pianoforte a partire dalla sua invenzione, attraverso un imponente numero di esemplari provenienti da collezioni pubbliche e private di tutt’Europa, affiancati da una lauta serie di documenti, dai ritratti di musicisti alle stampe con scene di genere, dai dipinti d’epoca a lettere ed oggettistica (d’antiquariato, s’intende) del settore.
Il percorso scelto è quello storico e, quindi, un po’ di storia. Il pianoforte nacque a Firenze attorno al 1700 dalle mani esperte di Bartolomeo Cristofori (1655-1732), il quale, usando martelletti battenti al posto delle tradizionali piume di corvo del clavicembalo, creò l’arpicembalo – vero e proprio prototipo del moderno pianoforte. A fine secolo una versione ridotta assai apprezzata a Parigi fu il pianoforte da tavolo, gustato in una dimensione intima, privata, salottiera. Mercken fu uno dei primi costruttori della capitale francese, mentre Erard riscosse i più lauti apprezzamenti delle autorità e dei pianisti, tra i quali Liszt. Diretto concorrente di Erard fu la ditta Pleyel, stimata da Chopin, il quale, quasi testimonial di un moderno spot, ebbe a dire: “Quando non sono ben disposto, suono su un pianoforte di Erard e trovo facilmente un suono già fatto. Ma quando mi sento in forma e abbastanza forte da trovare il mio proprio suono, mi occorre un pianoforte Pleyel”. Altri centri furono Vienna – le cui ditte Stein e Walter (amate da Mozart, Haydn e Beethoven) erano soprattutto apprezzate per l’eleganza e la leggerezza del tocco – e Londra, dove i costruttori di pianoforti a coda Backers, Broadwood e Studart diedero vita a prodotti dal suono passionale, intenso e maestoso, assai simile ai coevi risultati francesi. Nella seconda metà dell’Ottocento la ricerca si direzionò verso una sempre maggiore potenza del suono. Nuove ditte guadagnarono importanza, come la Steingräber (apprezzata da Liszt e Wagner), e soprattutto l’americana Steinway.
Tra i 53 pianoforti esposti, rarità tra le rarità sono tutti i modelli Pleyel conosciuti da Chopin, un esemplare usato da Liszt, dei pianini da viaggio settecenteschi, un pianoforte da bambino, nonché un curioso esemplare a quattro tasti usato da Wagner per il suo Parsifal.
Due le imperdibili occasioni per ascoltare il suono di questi strumenti: i Concerti del martedì e la Guida all’ascolto, nella quale esperti di musica antica eseguono brevi brani su più pianoforti, facendone apprezzare l’estrema varietà di risultato. Perché, come dice Temenuscha Vesselinova, direttore del Museo del pianoforte antico di Ala e curatrice della mostra, ciò che queste sale testimoniano è la varietà un tempo esistente. Oggi vige la standardizzazione, e il pianoforte più ambito è unicamente lo Steinway; un tempo esisteva invece una vasta gamma ad alto livello, e un musicista poteva scegliere a seconda delle proprie personale esigenze, a seconda di quella particolarità di suono di cui era in cerca.
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mostra visitata il 27 agosto 2003
Rifiorir d’antichi suoni. Tre secoli di pianoforti
Castello del Buonconsiglio
via B. Clesio 5 Trento
Tel. 0461.233770 / Fax 0461.239497
Mar_dom 10.00-18.00
Ingresso euro 5 intero, euro 2,5 ridotto
“Guida all’ascolto: la musica sulle tastiere antiche”: mer_dom alle ore 11.30, 15,30 e 16.30, ingresso euro 1
“I concerti del martedì”: ogni martedì fino al 14 ottobre, ore 18, gradita prenotazione, ingresso gratuito
Catalogo in mostra euro 40, con acclusi i due CD euro 55
www.buonconsiglio.it
info@buonconsiglio.it
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