Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
05
febbraio 2008
fino al 9.II.2008 Nikola Uzunovski Trieste, Studio Tommaseo
friuli v. g.
Regalare il sole all'inverno senza luce dei lapponi. Questo l'ambizioso progetto del vincitore del premio Giovane Emergente Europeo Trieste Contemporanea. E la galleria si trasforma in un laboratorio. Dove progettare l'irrealizzabile...
C’è un legame strettissimo tra arte e utopia, essendo la capacità dell’arte di generare orizzonti distanti e mondi possibili pressoché infinita. Via via lungo la storia, l’arte si è nutrita e ha allo stesso tempo creato il mondo ideale dei religiosi, dei filosofi e degli esteti, ma anche quello alternativo dell’uguaglianza sociale, dell’utopia politica, fino a quello -terribile e angosciante- dei totalitarismi impegnati a elaborare la propria mitologia.
È invece un’utopia realizzabile, senza però essere ancora a portata di mano, quella che propone Nikola Uzunovski (Belgrado, 1979) con il progetto My Sunshine, che gli è valso il premio di Giovane Emergente assegnato da Trieste Contemporanea. Il suo lavoro, a cavallo tra public art e arte relazionale, è un vero e proprio work in progress mirato a cambiare le abitudini e gli stili di vita della popolazioni della Lapponia, dove, a causa della rotazione dell’asse terrestre e per l’estrema vicinanza al circolo polare, d’inverno non arrivano i raggi del sole e la luce naturale è solo un rumore di fondo. L’artista ha pensato di creare un sistema di illuminazione con specchi collocati su palloni in grado di riflettere la luce dall’alto verso il suolo, portandola tra le case e le strade, favorendo da un lato maggiori relazioni sociali e dall’altro un cambiamento degli stati umorali e psicologici.
Il progetto può per certi aspetti ricondursi all’idea d’intervento ambientale, alla capacità cioè di agire per creare dei mutamenti sulla percezione del paesaggio, ma in senso stretto è basato essenzialmente sulla capacità di creare sculture con la luce, argomento già caro alle avanguardie americane degli anni ‘60. La finalità di ordine relazionale invece è assolutamente nuova, e in questa c’è tutto il carico dell’utopia, capace di rendere reale l’impossibile, confrontandosi con tutti gli strumenti scientifici del caso. Non si pensi infatti al progetto di Uzunovski come una semplice fantasia infantile, tutt’altro: l’artista ha coinvolto scienziati e ricercatori di università prestigiose come Cambridge o la Sissa di Trieste, che sono stati presenti alla vernice e che si sono impegnati a elaborare equazioni in grado di descrivere l’orbita dei palloni, la tipologia e l’inclinazione degli specchi e via dicendo, affrontando pure ipotesi sulla meteorologia, i materiali, i venti, l’irraggiamento.
La galleria si è così trasformata in un laboratorio con lavagne ricoperte di disegni e numeri, libri, testi, computer, calcolatrici e tutti gli strumenti del caso: un luogo cioè in cui si elaborano dati, si verificano ipotesi, si fa scienza. E danno coraggio le parole di una studiosa d’eccezione come Margherita Hack che, a parte i costi rilevanti, reputa attuabile, con le attuali tecnologie spaziali, l’utopia artistica di un sole d’inverno.
È invece un’utopia realizzabile, senza però essere ancora a portata di mano, quella che propone Nikola Uzunovski (Belgrado, 1979) con il progetto My Sunshine, che gli è valso il premio di Giovane Emergente assegnato da Trieste Contemporanea. Il suo lavoro, a cavallo tra public art e arte relazionale, è un vero e proprio work in progress mirato a cambiare le abitudini e gli stili di vita della popolazioni della Lapponia, dove, a causa della rotazione dell’asse terrestre e per l’estrema vicinanza al circolo polare, d’inverno non arrivano i raggi del sole e la luce naturale è solo un rumore di fondo. L’artista ha pensato di creare un sistema di illuminazione con specchi collocati su palloni in grado di riflettere la luce dall’alto verso il suolo, portandola tra le case e le strade, favorendo da un lato maggiori relazioni sociali e dall’altro un cambiamento degli stati umorali e psicologici.
Il progetto può per certi aspetti ricondursi all’idea d’intervento ambientale, alla capacità cioè di agire per creare dei mutamenti sulla percezione del paesaggio, ma in senso stretto è basato essenzialmente sulla capacità di creare sculture con la luce, argomento già caro alle avanguardie americane degli anni ‘60. La finalità di ordine relazionale invece è assolutamente nuova, e in questa c’è tutto il carico dell’utopia, capace di rendere reale l’impossibile, confrontandosi con tutti gli strumenti scientifici del caso. Non si pensi infatti al progetto di Uzunovski come una semplice fantasia infantile, tutt’altro: l’artista ha coinvolto scienziati e ricercatori di università prestigiose come Cambridge o la Sissa di Trieste, che sono stati presenti alla vernice e che si sono impegnati a elaborare equazioni in grado di descrivere l’orbita dei palloni, la tipologia e l’inclinazione degli specchi e via dicendo, affrontando pure ipotesi sulla meteorologia, i materiali, i venti, l’irraggiamento.
La galleria si è così trasformata in un laboratorio con lavagne ricoperte di disegni e numeri, libri, testi, computer, calcolatrici e tutti gli strumenti del caso: un luogo cioè in cui si elaborano dati, si verificano ipotesi, si fa scienza. E danno coraggio le parole di una studiosa d’eccezione come Margherita Hack che, a parte i costi rilevanti, reputa attuabile, con le attuali tecnologie spaziali, l’utopia artistica di un sole d’inverno.
articoli correlati
La giusta via di Uzunoski a Buttrio
daniele capra
mostra visitata il 23 gennaio 2008
dal primo dicembre 2007 al 9 febbraio 2008
Nikola Uzunovski – My Sunshine
a cura di Massimo Premuda
Studio Tommaseo
Via del Monte, 2/1 – 34121 Trieste
Orario: da lunedì a sabato ore 17-20
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 040639187, fax +39 040367601; tscont@tin.it; www.triestecontemporanea.it
[exibart]