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12
gennaio 2009
fino al 18.I.2009 Fruz 03 Monfalcone (go), Gc.Ac
friuli v. g.
Sei artisti under trenta per una panoramica sulle tendenze attuali dell’arte contemporanea in Friuli Venezia Giulia. Ultima collaborazione della Comunale con Villa Manin, prima che questa chiuda i battenti. Fortunatamente i giovani promettenti non mancano...
È giunta ormai al quarto appuntamento la rassegna Fruz, dedicata ai giovani artisti del Friuli Venezia Giulia, e come nelle ultime edizioni la mostra nasce dalla cooperazione della Galleria di Monfalcone con il Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin, oramai destinato a miglior vita. I segnalati nel concorso ManinFesto non ancora trentenni, infatti, sono stati invitati nel centro goriziano a esporre il frutto della loro ricerca, in una collettiva che pone in evidenza lavori freschissimi e interessanti.
Il visitatore è accolto dall’installazione di Eva Geatti, che con Posto di lavoro s’impadronisce in altezza delle pareti del grande atrio, coprendolo di colorate figurine tratteggiate in maniera infantile e istintiva, che descrivono una serie di personaggi attorniati dagli strumenti più comuni del loro mestiere. Interessante poi la possibilità di vedere l’opera, resa aerea grazie alla presenza di alcuni ventilatori, anche dal soppalco del piano superiore.
Di tutt’altro genere la composizione di oggetti incerti e di recupero, di nicchie nascoste, di delicate mostruosità disegnate sulle pareti e di materiali improvvisati di eterogenea origine realizzata da Andrea Kvas, il quale lascia interdetto e disorientato lo spettatore, che entra in un ambiente denso e misterioso. A consolarlo sono le parole dell’artista: “La comprensione convenzionale non ha alcuna valenza. Il punto focale è l’impatto visivo e l’estetica dell’opera stessa”.
Un impatto visivo ed estetico che ritroviamo anche nella raffinata installazione di Lucia Soramel, Te’amim, che combina la sua personale passione per la musica con il linguaggio figurativo, tradotto in una grande tela distesa sul pavimento su cui sono disposti segni grafici laccati che rimandano alla musica sacra ebraica.
A short-lived Fault in the System è invece il titolo del lavoro di Michele Spanghero, che muove dall’elaborazione del concetto di silenzio rumoroso e, facendo interagire schermi televisivi e apparecchiature digitali, costruisce un’installazione in cui sono volontariamente prodotti i cosiddetti glitch, ovvero brevi disturbi del sistema, che abbagliano l’osservatore come un flash.
Sceglie di lavorare sul corpo Francesca Martinelli, che racconta – attraverso video, foto e installazione – il tema della madre terra, intesa come “generatrice di vita” ma anche “contenitore di morte”, da cui fioriscono le Tre Grazie di Ridula Difformitas.
Interessante l’intervento di Diego Tonus, che chiude la mostra: il suo Esercito di colla, una squadra di minuscoli oggetti gommosi di forma indefinita, trova un senso nello spazio d’azione del pavimento della galleria. Impossibile non chinarsi a guardare da vicino.
Il visitatore è accolto dall’installazione di Eva Geatti, che con Posto di lavoro s’impadronisce in altezza delle pareti del grande atrio, coprendolo di colorate figurine tratteggiate in maniera infantile e istintiva, che descrivono una serie di personaggi attorniati dagli strumenti più comuni del loro mestiere. Interessante poi la possibilità di vedere l’opera, resa aerea grazie alla presenza di alcuni ventilatori, anche dal soppalco del piano superiore.
Di tutt’altro genere la composizione di oggetti incerti e di recupero, di nicchie nascoste, di delicate mostruosità disegnate sulle pareti e di materiali improvvisati di eterogenea origine realizzata da Andrea Kvas, il quale lascia interdetto e disorientato lo spettatore, che entra in un ambiente denso e misterioso. A consolarlo sono le parole dell’artista: “La comprensione convenzionale non ha alcuna valenza. Il punto focale è l’impatto visivo e l’estetica dell’opera stessa”.
Un impatto visivo ed estetico che ritroviamo anche nella raffinata installazione di Lucia Soramel, Te’amim, che combina la sua personale passione per la musica con il linguaggio figurativo, tradotto in una grande tela distesa sul pavimento su cui sono disposti segni grafici laccati che rimandano alla musica sacra ebraica.
A short-lived Fault in the System è invece il titolo del lavoro di Michele Spanghero, che muove dall’elaborazione del concetto di silenzio rumoroso e, facendo interagire schermi televisivi e apparecchiature digitali, costruisce un’installazione in cui sono volontariamente prodotti i cosiddetti glitch, ovvero brevi disturbi del sistema, che abbagliano l’osservatore come un flash.
Sceglie di lavorare sul corpo Francesca Martinelli, che racconta – attraverso video, foto e installazione – il tema della madre terra, intesa come “generatrice di vita” ma anche “contenitore di morte”, da cui fioriscono le Tre Grazie di Ridula Difformitas.
Interessante l’intervento di Diego Tonus, che chiude la mostra: il suo Esercito di colla, una squadra di minuscoli oggetti gommosi di forma indefinita, trova un senso nello spazio d’azione del pavimento della galleria. Impossibile non chinarsi a guardare da vicino.
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a cura di Andrea Bruciati
GC.AC – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Piazza Cavour, 44 – 34074 Monfalcone (GO)
Orario: da martedì a venerdì ore 16-19; sabato e festivi ore 10-13 e 16-19
Ingresso libero
Catalogo con testi di Andrea Bruciati, Eva Comuzzi, Marta Maioni, Laura Spolaore
Info: tel. +39 0481494369; fax +39 0481494352; galleria@comune.monfalcone.go.it; www.comune.monfalcone.go.it/galleria
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