18 febbraio 2016

Pyotr Pavlensky colpisce ancora

 
Stavolta l'artista più politico, "dissidente" e dinamitardo (in senso metaforico, per ora) della Russia, fa scricchiolare il più importante riconoscimento del Paese sovietico. Un episodio che rimarca la potenza delle sue azioni

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Il più alto riconoscimento per le arti dello Stato russo, patrocinato dal Governo, si chiama Innovatsiya (Innovation) Prize, ha annullato la sezione dedicata alle Arti Visive. 
La colpa? Di Pyotr Pavlensky, l’artista attualmente detenuto in una clinica psichiatrica per colpa dell’azione Threat: Lubyanka’s Burning Door: nel novembre dello scorso anno, con una tanica di benzina, Pavlensky, appiccò il fuoco all’ingresso del quartier generale del Servizio di Sicurezza Federale (FSB-il successore del KGB), con la motivazione di aver voluto colpire il simbolo di un potere violento che tiene in scacco milioni di persone. 
La stessa azione, però, è stata scelta dal critico d’arte Anna Tolstova, nel board del Premio, è stata inserita proprio tra i finalisti del concorso, ricevendo una marea di voti dalla giuria, tant’è che avrebbe dovuto vincere. Peccato, però, che ci si è messo di mezzo il Centro Nazionale per le Arti Contemporanee Statale, con il direttore Mikhail Mindlin che ha spiegato che la nomina di Pavlensky è stata respinta in quanto trattava un’azione che consisteva nella violazione della legge e che ha causato danni materiali, aggiungendo che lo nazione non può sostenere simili “opere”. 
Peccato che il comitato di selezione non abbia abbassato gli occhi, e si siano levate così tante critiche che otto tra critici e curatori impegnati nel contest si sono ritirati e, quelli tornati, hanno preteso che il Premio andasse avanti escludendo – se queste avessero dovuto essere le condizioni – la sezione dedicata alle Arti Visive. E così è stato fatto. Chi ha vinto? Di certo non la Russia, anzi, ma come ha riportato su facebook la compagna dell’artista, Oksana Shalygina, “Ha trionfato Pavlensky, che ha fatto scricchiolare la macchina statale. L’unico modo è andare avanti, per farla collassare”
A smuovere le coscienze, in effetti, l’artista aveva già pensato e anche se in passato il Premio aveva visto vincitrici personaggi politici come il gruppo dei Voina, stavolta una strana aria è tirata. Let’s go, again. E forza Pyotr. (MB)

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