10 novembre 2018

Un cactus perenne per Siedlecki

 
“Thingness”, il programma annuale di mostre e residenze d’artista curato a Lucca da Alessandra Poggianti per Terzopiano, inaugura il suo secondo appuntamento con Namsal Siedlecki

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La ricerca di Namsal Siedlecki (Greenfield, U.S.A., 1986) si concentra sulla trasformazione fisica dei materiali e sul recupero di tecniche di lavorazione antiche, offrendo così un pretesto per mettere in discussione la natura stessa degli oggetti e costruire così una nuova storia. Il lavoro dell’artista mette in atto una lettura coinvolgente del passato, offrendo nel contempo una variazione narrativa basata su un’innovativa declinazione di presenze, conoscenze e memorie.
Restituendo la complessità di un materiale, di un oggetto, l’artista traduce uno stato temporale e mette in moto una rilettura storica, premettendo allo spettatore di affacciarsi così su una sorprendente trasformazione del reale.
Nel caso odierno, l’artista americano sceglie come base di lavoro un piccolo paese della campagna toscana, Seggiano: l’interlocutrice di Siedlecki è la natura. Da qui inizia una ricerca basata sulla continua sperimentazione tra uomo e ambiente circostante, tra cultura e natura, tra saperi e risorse.
A Lucca Namsal propone un progetto in cui sono protagoniste alcune specie vegetali, in particolare i cactus, pianta simbolo della capacità della natura di difendersi ed adattarsi. 
I cactus sono privati delle proprie spine, ne viene addomesticata la forma che successivamente è sottoposta al bagno galvanico e infine esposta nello spazio della mostra, utilizzato dall’artista come un organismo vivente. Le pareti sono spruzzate di verde rame, un fungicida usato in agricoltura: l’artista cita questa ritualità praticata nelle vigne per creare un wall painting che funzioni come traccia cromatica, memoria della volontà umana di dominare la natura, ma anche tentativo di creare un’unione tra saperi. Creare un “Cactus perenne”, titolo della mostra, rientra in quel continuo tentativo dell’uomo di modificare la natura secondo i propri bisogni. Le piante subiscono, così, un bagno galvanico, un processo solitamente usato per ricoprire un metallo meno prezioso con uno strato di metallo più nobile. Tramite questo processo si ottengono, ad esempio, la cromatura e la doratura. Pur essendoci la possibilità di rendere i cactus immortali, inglobandoli completamente nel metallo, l’artista sceglie di ricoprirne soltanto una porzione, come un tallone d’Achille che ci permette di assistere a due temporalità, quella organica e quella minerale. Nel tentativo di preservare una forma altrimenti destinata a modificarsi, la parte organica subirà quindi l’inevitabile processo di deterioramento, mentre la parte metallica rimarrà inalterata. I cactus diventano oggetti e come tali aprono un campo simbolico, moltiplicando i punti di contatto con il reale: si creano nuovi rapporti tra il sapere e il saper fare, facendosi portatori di nuove forme di conoscenza. 
INFO
Opening: ore 18
Namsal Siedlecki – Perenial Cactacea
dal 10 al 25 novembre 2018
TERZOPIANO ARTE CONTEMPORANEA
piazza Dei Servi 7, Lucca
www.terzopiano.org

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