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A CampoBase, a Torino, prende avvio oggi, 26 aprile, “Brand Architecture”, una residenza di tre giorni che coinvolge artisti e pubblico: Die Furlani-Gobbi Sammlung, duo artistico formato da Jonathan Gobbi e Marco Furlani, entrambi classe 1983, è stato invitato a realizzare l’identità visiva di CampoBase, e per «cogliere e enfatizzare il lato più umano e sociale che si cela dietro all’immagine-logo», nelle tre giornate, è stato previsto un costante confronto con il pubblico.
Abbiamo posto alcune domande su questo progetto al Team di Campobase.
Come è nata questa residenza di tre giorni? Qual è il suo obiettivo?
«L’idea della residenza è nata nel momento in cui ci siamo trovati ad affrontare la questione della nostra identità visiva. Immediatamente ci siamo resi conto di voler rendere partecipato e significativo anche questo momento e processo e di allargarlo a un dibattito più esteso che va oltre la nostra identità specifica. Il nostro logo, la nostra immagine coordinata, sono diventati dunque un pretesto, un’occasione, per riflettere sulla capacità del simbolo, inteso come unità grafica-estetica, di condensare molteplici visioni e interessi. Il formato della residenza, pensato come momento di aggregazione che ci vedrà direttamente coinvolti, ci è sembrato potesse compensare il contenuto relativamente astratto della trattazione per cogliere e enfatizzare il lato più umano e sociale che si cela dietro all’immagine-logo. Per queste ragioni abbiamo anche deciso di valorizzare lo spazio fisico accompagnando momenti più intensivi di ricerca e produzione ad altri più distensivi e informali, aperti al dialogo con l’esterno».
Perché avete scelto di invitare Die Furlani-Gobbi Sammlung?
«Abbiamo scelto di invitare Die Furlani-Gobbi Sammlung perché cogliamo in loro una riflessione comune alla nostra sullo spazio come luogo momentaneo di aggregazione di segni e simboli mutevoli che richiede una costante riformulazione e interpretazione. Pensiamo inoltre che la loro capacità di muoversi e lavorare su diverse scale di grandezza possa ben rispondere a un dialogo che dal piccolo di un segno grafico muove verso uno spazio fisico e viceversa».
Che ruolo manterrete come Team di CampoBase?
«Essendoci sempre serviti di differenti pratiche collettive nelle nostre iniziative, per noi sarà molto importante essere parte del processo creativo. La volontà di lavorare a una co-autorialità, piuttosto che affidarci a una commissione esterna, apre la possibilità di accogliere ulteriori interventi che potranno inserirsi e dialogare con i nostri. Infine l’ospitalità, insita sia nel formato della residenza che motore propulsivo di ogni nostro progetto, è espressione della scelta di aprire uno spazio fisico, una vetrina sulla strada in cui chiunque può gettare l’occhio ed entrare».
Come saranno scandite la residenza e l’apertura giornaliera al pubblico?
«Le tre giornate si comporranno di momenti discorsivi, di riflessione e di ricerca, che si alterneranno a momenti più pratici per la realizzazione del logo. In entrambi i casi si raccoglieranno interventi di differente intensità e provenienza, i quali non saranno più distinguibili l’uno dall’altro alla fine del processo. Alla fine di ogni giornata, dalle 18.00, invitiamo il pubblico a passare nello spazio di CampoBase a seguire l’andamento dei lavori, e per chi volesse, diventarne parte fornendo un contributo. Il terzo giorno invece, dalle 17.30, ci sarà la restituzione del lavoro svolto attraverso un format pensato ad hoc durante la residenza, che si configurerà quindi come parte integrante dell’opera-logo».
Quali saranno gli eventi dei prossimi mesi a CampoBase?
«Il programma di CampoBase è in costante divenire. Oltre a proporre e sperimentare nuove metodologie che vedono il coinvolgimento di una collettività come i precedenti workshop di “Live Action Role Play”, con la curatrice Hannah Zafiropoulos, e di storytelling, con Chiara Flora Bassignana, continueremo i nostri format “Meet&Crit” e “Meet&Focus” a cui presto si aggiungerà anche “Meet&Screen”, una serie di proiezioni di video realizzati da artisti. Stiamo lavorando anche alla realizzazione di un progetto espositivo e all’organizzazione di un festival, ma al momento non possiamo svelare di più!». (Silvia Conta)
Die Furlani-Gobbi Sammlung
“Brand Architecture”
a cura di CampoBase
Dal 26 al 28 aprile 2019
CampoBase
Via Reggio 14, Torino
Opening: 26 aprile 2019, alle 18.00
Discussione pubblica: 26 e 27 aprile 2019, alle 18.00
Evento conclusivo: 28 aprile 2019, alle 17.30
Info: campobase18@gmail.com, fb: CampoBase